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  • 08/10/2022 19:35

IL CASO LUCCA E I CINQUE LECCI DI VILLA BOTTINI.

EVENTO PIANETA TERRA FESTIVAL. “ SOLO IL VERDE RENDERA’ LE NOSTRE CITTA’ SOSTENIBILI”.


IL CASO LUCCA E I CINQUE LECCI DI VILLA BOTTINI. 


Volano alto il professor Ferrini e il paesaggista Giuntoli, citano esempi di interventi in diverse città del mondo, città considerate in linea con la “trasformazione ecologica”, si soffermano su Firenze, anche sollecitati da un intervento di una partecipante all’evento, ma non atterrano sulla realtà locale, sulla città che li ospita,  che presenta molte peculiarità. Lucca Centro Storico, entro le Mura, sia nel suo tessuto medioevale che rinascimentale non è esclusivamente una città compatta, di pietra, immagine descrittiva spesso utilizzata per  sottolineare la mancanza di spazi verdi nelle città storiche. 


 Lucca medioevale era/è costituita da isolati che racchiudono ampi spazi aperti al loro interno, una volta utilizzati ad orti, con tanti alberi. Anche Lucca rinascimentale si è caratterizzata per gli ampi spazi verdi, sia come giardini di ville e palazzi ( due per tutti, il complesso di Villa Bottini e Villa Guinigi) e soprattutto, localizzati su tutto il percorso della nuova cinta difensiva che venne a cingere la città.


Nel XIX secolo poi, viene realizzato l’orto botanico. Insomma una città verde,  un Centro Storico ricco di infrastrutture verdi e blu, di alberi e di acqua ( che attraverso i fossi e le fontane  riforniva la città per uso potabile, irriguo e manifatturiero, per la produzione della seta ).


E’ a partire dalla seconda metà del XIX secolo che tali spazi vengono erosi, gli orti lasciano il posto a superfetazioni edilizie e via via, gli alberi esistenti vengono abbattuti e spesso non sostituiti, ne abbiamo esempi anche recenti, vedi Piazza Napoleone e lungo la circonvallazione.


Se Lucca  Centro storico ha questa peculiarità, positiva,   rispetto ad altri centri storici, caratterizzati da un tessuto edilizio compatto, occorre rilevare che ciò non ha costituito la matrice per il suo sviluppo urbanistico successivo, che ha disegnato, questo si, a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo, sino ad oggi, una città compatta,  uniforme, informe, completamente cementificata, priva di genius loci.


Questa erosione è stata/è, anche il frutto di una progressiva riduzione di attenzione e sensibilità nei confronti degli spazi verdi urbani e delle vie d’acqua, sistematicamente tombate.


La responsabilità non è riconducibile solo ai governi locali, a volte anche enti sovraordinati, preposti alla tutela, hanno agito, nel tempo,  fluttuando fra  estremi opposti caratterizzati  da eccessive rigidità o pelosa flessibilità. A volte invece

 indirizzando correttamente e opportunamente gli stessi governi locali.


Al professor Ferrini  avrei fatto conoscere la situazione dei cinque lecci adulti, sani, esitenti nel parco di villa Bottini, di cui si paventa, in tutto o in parte il loro abbattimento, ma un contrattempo me lo ha impedito. Il professore conosce per sentito dire la questione, ma un sopralluogo diretto  sarebbe stato utile, per capire l’approccio che si tiene a Lucca nei confronti  del verde urbano, monumentale, identitario, dispensatore  di tutte quelle funzioni ecosistemiche  che lui ben descrive nei suoi libri e nei suoi post.


Sarebbe buona cosa che anche gli enti sovraordinati, preposti alla tutela, non sottovalutassero le opzioni volte alla conservazione dei cinque lecci di cui sopra, per le motivazioni ecosistemiche note e anche perché se non prendiamo atto, tutti, che c’è bisogno di un cambio di paradigma e di riconsiderazione dei valori culturali in campo, non rimarrà niente delle conquiste e dei capolavori di cui la specie umana è stata artefice. Non rimarrà neppure la specie umana ad  ammirare, salvaguardare, sviluppare tali conquiste e capolavori.


Claudio Pardini Cattani. Architetto

I commenti

Una "quercia" può vivere anche per 500 anni. La "strada che sta dietro" cos'è? Penso che Lei si riferisca a via Santa Chiara. Mi risulta sia strettina, non più larga di 3 m. Al massimo. I platani che sono accanto al muro già parte della demolita (purtroppo) chiesa di San Luca furono piantati lì, a cavolo di cane, ai tempi in cui quello spazio era un cinema all'aperto. La chiesa fu demolita ai tempi della prima guerra mondiale, poco più di 100 anni fa. I platani sono belli, ma a Lucca ce ne sono di molto più belli. Uno proprio a villa Bottini. Vicino al muro sul lato dei Fossi. Quello sì che va tutelato in ogni modo. Un altro invece e sulla circonvallazione e ci hanno spiaccicato sopra una bella sbiaccata di asfalto poche settimane fa!!! Comunque sotto i platani di via S. Paolino c'è il parcheggio dei CC forestali, per cui nessun li tocca. Il muro invece è tutelato dalla Soprintendenza, per cui nessun lo tocca. Resterà tutto così per anni.

anonimo - 12/10/2022 00:48

Suppongo che tra trent'anni, quel muro lo dovrebbero spostare di altri trenta centimetri.
Si vada a vedere i due platani in via San Paolino di fronte all'anagrafe, anche lì sposta il muro di trenta centimetri...alla volta?
Lo sa quanto campa una quercia?
Lo sa quanto è larga la strada che sta dietro?

... - 11/10/2022 10:19

Si è risposto da solo. Quelle piante lì non sono Abu Simbel.

Anonimo - 11/10/2022 01:08

Secondo la scuola di pensiero corrente,
ho il vaghissimo sospetto che Abu Simbel starebbe sott'acqua,
come d'altra parte sono sott'acqua adesso altri monumenti del genere, importanti ma non grandi come quello.
In merito, mi sembra ci sia stato un documentario non tanto tempo fa.
Poi quel muro e quelle piante NON sono certo Abu Simbel.

... - 10/10/2022 13:10

I cinque lecci sono sicuramente stati messi lì secoli fa per formare una siepe. Poi la siepe è stata abbandonata ed i lecci sono cresciuti in modo da interferire con il muro. Se uno vuole dei lecci a pochi cm da un muro per fare una siepe deve potarli (basta andare alla Villa Reale di Marlia per vedere come siano fatti i lecci potatl ogni anno da secoli). Se uno vuole cinque lecci che possano liberamente crescere secondo la naturale attitudine della specie deve semplicemente piantarli dove ci sia lo spazio adatto al loro sviluppo. Per cui lì i cinque lecci non ci spiegano un bel nulla e sarebbe opportuno segarli. Se si vogliono poi cinque lecci di alto fusto basta piantarli in uno spazio adatto a loro.

Anonimo - 10/10/2022 02:10

bene che si piantino ulteriori alberi, ma pensare che si possano sostituire 5 lecci adulti e sani con giovani pianticelle e ottenere subito le stesse funzioni ecosistemiche che essi ora assolvono è sbagliato, soprattutto non è vero. Come non è vero che le piante gioiscono nell'essere abbattute. E' possibile salvaguardare le piante spostando il muro di appena una trentina di cm. con la tecnica di restauro del cuci e scuci già praticata in occasione del restauro del complesso di S.Francesco. Lo spostamento a mio parere non pregiudicherebbe il valore e la conservazione del monumento, ne restituirebbe la leggibilità e la sua interazione dinamica con le altre componenti monumentali di cui i 5 lecci sono parte integrante. Del resto abbiamo assistito a spostamenti di interi complessi monumentali vedi Abu Simbel che è una pietra miliare a tal proposito.

claudio pardini cattani - 09/10/2022 23:04

Inoltre le querce crescono alla svelta.
Ne ho una davanti casa che piantata era solo un cespuglio pochi anni fa, mi sembra che in un battito di ciglia sia divenuta una signora pianta.
Conosco quelle piante, poco realistico salvare capra e cavoli.
Le querce diventano enormi tronchi e chiome.
A meno che la Soprintendenza non voglia ritornare allo status pre '500...lì c'era un muretto che non arrivava al metro, si può osservare dal tessuto murario.

... - 09/10/2022 18:02

Ai tempi in cui Lucca era ricca di aree verdi non ci avrebbero pensato un secondo ad abbattere cinque lecci per risistemare adeguatamente un muro. Poi, semmai, avrebbero piantato lì vicino dieci lecci al posto dei cinque. Ma oggi siamo completamente rincretiniti, per cui ragioniamo in modo del tutto irrazionale. Avanti così. Fossi un leccio mi metterei a ridere.

anonimo - 09/10/2022 04:41

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