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I medici e operatori lanciano l’allarme dopo il convegno S.O.S.
Reumatologia
Il diritto alla cura (prima tappa)
I medici, gli operatori e le associazioni dei pazienti dopo il convegno S.O.S. Reumatologia lanciano un allarme: è a rischio la cura per tantissimi pazienti con malattie reumatologiche.
E’ questo l’importante dato emerso dal confronto proposto dalla Società Medico Chirurgica Lucchese che ha visto l’adesione dell’Ordine dei Medici di Lucca, in collaborazione con il Centro di Sanità Solidale, con l’Associazione Toscana Malattie Reumatiche - ATMaR e con il sostegno liberale e non condizionante di Agave Group.
“Il convegno, realizzato su proposta di ATMaR per mettere in luce il momento difficile che stiamo vivendo sul fronte della sanità pubblica – spiega Daniela Melchiorre, presidente della Società Medico Chirurgica Lucchese -, ha evidenziato le diverse problematiche che i cittadini affrontano quotidianamente: dall’allungamento delle liste di attesa per le cure reumatologiche, alle difficoltà di accesso anche alle cure nel privato, perché spesso sono fuori dalla portata delle persone. L’interruzione delle cure e la decisione drammatica di non curarsi più rappresentano gli effetti di cui bisogna tenere conto in relazione proprio alle lunghe liste di attesa nel sistema sanitario nazionale e alla mancanza di personale. In più, ci sono farmaci specifici che necessitano di piano terapeutico e che richiedono esclusivamente l’accesso al SSN, per cui il medico curante non può essere di aiuto al paziente come invece accade per esempio per i farmaci per la cura del diabete. Ciò rende ancora più difficile la situazione e forse sollecita una riflessione anche sui centri di cura”.
“Molti malati cronici, ci hanno testimoniato di non essere riusciti ad accedere alle visite del servizio sanitario – spiega la presidente dell’Associazione Toscana Malattie Reumatiche - ATMaR, Paola Grossi – perché gli ambulatori attualmente, sono attivi solo in alcune ore e giorni stabiliti. Sarebbe quindi un passo importante aumentare le disponibilità perché il bacino di utenza del territorio è molto esteso. Senza dimenticare che un malato cronico ha necessità di accedere a un’assistenza anche complessa, che attivi anche i piani terapeutici. Non dimentichiamo inoltre che così la qualità della vita dei malati ne risente, così come quella dei loro parenti spesso costretti ad accompagnarli alle visite e alle terapie perché non autosufficienti. Ci auguriamo che il servizio per i pazienti reumatici possa essere esteso a tutta la settimana”.
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