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  • 04/04/2023 15:12

LA CITTÀ PUBBLICA È IN PERICOLO!

In linea con quanto espresso dalla Convenzione Europea del Paesaggio la comunità si ri-
conosce nei propri luoghi pubblici e persegue il miglioramento della loro qualità spaziale.
Le decisioni assunte dal Governo relativamente al c.d. “Codice Appalti” mettono in serio
pericolo i luoghi che rappresentano tutto ciò che è comune, e che identificano la collettività
come tale. Lo spazio pubblico e le opere pubbliche, costituiscono un valore essenziale per
la qualità della vita dei cittadini che vivono e lavorano in un territorio, e la costruzione di
questi luoghi a regola d’arte, secondo principi di etica ed estetica è espressione dei diritti
di una collettività!
I luoghi in cui si attua l’interesse comune, i luoghi di incontro e di discussione, i luoghi del
gioco, e dell’istruzione, della salute, e tutti gli spazi connettivi, che contribuiscono a creare
legami di comunità e di identità dei cittadini, richiedono un senso di responsabilità molto
alto, a progettisti e amministratori.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un’occasione straordinaria per
il nostro Paese per poter modernizzare e riqualificare le opere e gli spazi pubblici. Nuovi
ospedali, scuole, parchi e infrastrutture, permetteranno alle comunità di poter innalzare la
propria condizione di vita, troppo spesso caratterizzata da scarsi servizi e da infrastrutture
inadeguate. Ma come il nostro Governo intende attuare tutto ciò?
I fondi europei destinati al PNRR sono vincolati al rispetto di specifiche scadenze entro le
quali le opere devono essere realizzate. Il Governo italiano, forte di queste stringenti tem-
pistiche, modifica il codice appalti per accelerare l’esecuzione delle opere ed efficientare
la macchina amministrativa, favorendo meccanismi di affidamento dei progetti e di esecu-
zione dei lavori senza garantire i necessari processi di tutela e di partecipazione aperta, nel
rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza.
Il nuovo codice incentra ampi poteri nelle mani di pochi, soprattutto delle imprese; favorisce
inoltre l’Appalto integrato, un dispositivo in cui si annidano alti rischi di manipolazione del
progetto e dell’esecuzione dell’opera pubblica, senza garantire la qualità delle prestazioni,
in quanto le imprese a seguito dell’affidamento gestiranno a cascata il rapporto con i pro-
gettisti e i direttori dei lavori.
Tutto questo ci appare profondamente sbagliato. Il professionista mai deve trovarsi in po-
sizione subordinata rispetto alla ditta, poiché nell’esercizio della sua professione agisce
come garante della qualità di esecuzione delle opere, e come pubblico ufficiale / superviso-

re per il rispetto delle normative edilizie ed urbanistiche!
Dove si colloca quindi il valore del progetto? Dove si colloca il ruolo di verifica della spesa
pubblica sostenuta con casse comuni, per realizzare i luoghi di vita della collettività?
Riteniamo che si stia rinunciando al concetto stesso di Spazio Pubblico, che richiede poli-
tiche partecipate e specifiche responsabilità nella progettazione, nella realizzazione e nella
gestione dei beni comuni, al fine di realizzarne il loro pieno godimento da parte della col-
lettività. In questo modo vediamo sfumare la possibilità di realizzare progetti di alta qualità.
Si rischia inoltre di smentire, lo stesso principio su cui si fonda il PNRR: il principio di non
arrecare danno all’ambiente (DNSH).
Perseguendo il solo rispetto dei tempi, il progetto rischia, così come indicato nel nuovo
Codice appalti, di assumere l’esclusivo ruolo di adempimento ai minimi prescritti dalla nor-
mativa, senza poter garantire la giusta qualità. In questo nuovo contesto normativo, non vi
è garanzia che sarà dato il giusto valore a quelle scelte che di fatto costituiscono il Progetto
e a quell’impegno progettuale improntati al criterio dello sviluppo sostenibile, finalizzate alla
creazione di identità, di luoghi e di opere in grado di costituire bagaglio culturale comune.
Riteniamo che, l’economicità delle opere e il rispetto delle tempistiche, debbano essere as-
sicurate individuando altre modalità operative, e che in alcun modo possano essere subor-
dinate quelle che sono prestazioni essenziali: l’espressione di identità, la salvaguardia delle
esigenze sociali, la riduzione delle disuguaglianze, e la tutela della salute, dell’ambiente e
del patrimonio culturale.
Invece di cogliere l’opportunità del PNRR, per migliorare i nostri processi decisionali e la
macchina dell’amministrazione pubblica, per investire e riqualificare i luoghi delle relazioni
comunitarie, stiamo rischiando di lavorare secondo il principio del massimo ribasso che
porta a spendere per spendere.
E chi paga le conseguenze di tutto ciò? Tutti i cittadini che si troveranno con opere pub-
bliche progettate male, eseguite peggio, inadeguate e con tutta probabilità, portatrici di
importanti impegni economici pubblici, per la loro manutenzione e gestione futura.
Gli Architetti chiedono quindi di tornare ad una norma che garantisca il diritto della collet-
tività al Progetto di Architettura, alla qualità del costruire le opere pubbliche, incentivando

strumenti che assicurino questo diritto: primo tra tutti il Concorso di progettazione, occasio-

ne per ottenere il miglior progetto possibile, con la massima partecipazione e trasparenza!
Guardando anche oltre agli impegni del PNRR, facciamo appello agli amministratori pub-
blici, ai dirigenti, ai Sindaci, al Presidente di Provincia e al Presidente di Regione affinché
pretendano la miglior qualità possibile nelle opere pubbliche, la migliore professionalità e
preparazione, valorizzando le competenze attribuite dalla legge nella costruzione dei beni
pubblici, riattribuendo ai progettisti e ai direttori dei lavori il ruolo che meritano, nell’esclusi-
vo interesse della collettività.
Facciamo appello a tutti i cittadini affinché pretendano spazi pubblici di qualità, e giudichino
con severità gli amministratori che realizzino opere pubbliche poco fruibili, mal progettate e
mal eseguite, non improntate alla salvaguardia della storia, dell’ambiente e del paesaggio.
L’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lucca ha in programma iniziative utili al di-
battito sul tema della qualità delle opere pubbliche e del valore del Progetto d’Architettura.
La città di domani dipende dalle scelte che facciamo oggi: progetti di qualità per spazi di
vita comuni di qualità!
Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lucca

I commenti

Voi professionisti sapete benissimo che, con l'attuale quadro normativo, spendere tutti quei soldi è tecnicamente impossibile. E' impossibile in virtù appunto del quadro normativo ed è impossibile in virtù della inadeguatezza del sistema delle imprese e perfino del sistema dei professionisti. D'altro canto quella roba indecente che è la legislazione urbanistica italiana non ha impedito che si producessero schifezze architettoniche, così come non ha impedito che si facessero cose di qualità. In sostanza le complicatissime normative non agiscono sulla qualità, ma solo sulla perdita di tempo. Allo stesso modo il codice degli appalti. Ma a chi volete dare a bere che con il nuovo codice degli appalti si faranno cose peggiori??! Non si faranno cose peggiori, né cose migliori. Le cose migliori dipendono dalla qualità di tante cose, a partire dalla qualità della committenza che è invece bassissima.

Infine, lasciatevelo dire da uno che come voi fa il professionista, anche il sistema degli ordini professionali che sono poteri dello stato, sacri e supremi custodi di boiate come l'obbligo formativo andrebbe totalmente smontato per ridare al tecnico la sua libertà. Liberi professionisti senza libertà... Ridiamo ai professionisti la libertà!

anonimo - 05/04/2023 04:03

"Facciamo appello a tutti i cittadini affinché pretendono spazi pubblici di qualità e giudichiamo con severità gli amministratori che realizzano opere pubbliche poco fruibili, mal progettate e mal eseguite, non eseguite e non improntate alla salvaguardia della storia, dell'ambiente e del paesaggio". Parole sante, caro ordine degli architetti. Ma a S.Concordio ci abbiamo provato, e ci è toccato dileggio, infamia, denunce prive di fondamento e decine di migliaia di euro di spese. E i capolavori edilizi lì stanno.

Uno di s.concordio - 04/04/2023 18:41

..e al mio amico.

Ugo - 04/04/2023 16:40

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