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  • 06/07/2022 08:42

Uno straccio di Costituzione. La sanità è allo sfascio, ma alimentiamo la guerra con invio di armi.


 

Poco più di un mese fa eravamo già intervenuti come Anpi sullo scottante tema della sanità in Valle del Serchio; quelle che avevamo definito preoccupazioni stanno purtroppo diventando realtà.

Ormai non fa più notizia ma il nostro sistema sanitario pubblico è vicino al collasso. Il problema è nazionale e viene da lontano, da decenni di politiche ultraliberiste, ma ci permettiamo di pensare che la situazione sia drammaticamente peggiorata nell’ultimo triennio. Nelle rispettive sfere  di competenza ci sembra che né Giani in Regione, né Draghi al Governo, abbiamo messo in atto alcuna azione per invertire la tendenza; anzi ci sembra che si stia accentuando un divario a danno delle zone periferiche, quali appunto la Valle del Serchio. E’ uno stillicidio continuo di notizie negative e di segnali che dimostrano la progressiva dismissione della sanità pubblica: le carenze di personale medico ed infermieristico sono ormai generalizzate e riguardano i pronti soccorsi, i servizi di guardia medica, i reparti ospedalieri ed i servizi sul territorio; la precarietà del reparto di Cardiologia a Castelnuovo Garf. è all’attenzione di tutti; è di pochi giorni la  notizia che, a fronte della ripresa significativa dei contagi da Covid, le unità Usca lucchesi sono in parte smantellate; i medici di base non riescono più a svolgere dignitosamente il  proprio lavoro alla prese con pensionamenti, aumento degli anziani e del numero di pazienti da seguire. Nel frattempo anche in Valle del Serchio crescono le struttura private, vedi la recente nuova apertura a Piano di Coreglia, e quelle già esistenti si rafforzano e si arricchiscono di collaborazioni prestigiose, spesso di medici che hanno esercitato nel pubblico e da pensionati mettono lucrosamente a frutto le conoscenze acquisite (forse pensare a dei limiti in tal senso non sarebbe così sbagliato).  Mancano i medici ma non si mette mano al meccanismo del numero chiuso per l’accesso alla facoltà  di medicina.

Il quadro è desolante e risulta difficile non pensare ad un disegno organico per americanizzare la sanità italiana, per sostituire progressivamente il privato al pubblico, creando peraltro ghiotte opportunità di guadagno al mondo finanziario ed assicurativo.

Come Anpi pensiamo sia necessario uno scatto di rabbia e di orgoglio, anche in Valle del Serchio. Ci sembra, almeno da alcune cronache di questi giorni, che finalmente anche i Sindaci comincino ad avere qualche dubbio sulla sostenibilità di questa situazione; non si può difendere l’indifendibile.

La Costituzione, affermiamo come Anpi, è ridotta a straccio. La Repubblica non è più in grado di garantire, o sceglie di non garantire,  la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività, come invece prescriverebbe l’art. 32 della Costituzione.

A fronte dei necessari ed improrogabili investimenti che sarebbero necessari in ambito sanitario (e non solo), si è scelto invece consapevolmente di imbarcarsi in un conflitto, dove, abbandonando ogni ruolo di neutralità e mediazione, con una classe politica diplomaticamente incapace, prendiamo parte attiva con l’invio di aiuti militari ed armi a vantaggio di una delle parti, mentre all’altra riserviamo embargo economico e culturale. Riteniamo che l’azione dell’attuale governo sia in assoluto contrasto con l’art. 11 della Costituzione; l’invio di armi ed aiuti militari non favorisce certo una soluzione pacifica del conflitto, anzi ne acuisce gli effetti. Ferme restando le innegabili responsabilità della Russia in questo conflitto, il ruolo del nostro Paese non può essere a fianco di un’organizzazione militare, la Nato, che in questi anni ha esercitato politiche aggressive ed espansionistiche in molte parti del mondo; non può essere a fianco di una potenza imperialistica, gli Usa, che su procura all’Ucraina sta combattendo una guerra finalizzata a riaffermare la propria supremazia militare ed economica. La pace si costruisce con il dialogo e fermando le armi.

 

                    ANPI – Sezione Val di Serchio e Garfagnana

I commenti

Il comunicato mi fa sorgere delle domande.

1) ANPI è un partito? Chiunque, anch'io come singolo cittadino, può esprimere idee politiche, ma l'ANPI ha vari scopi statutari che sono ben diversi da quelli di un partito politico. Il primo scopo sarebbe:

".... Riunire in associazione tutti coloro che hanno partecipato con azione personale diretta,
alla guerra partigiana contro il nazifascismo, per la liberazione d’Italia, e tutti coloro che, lottando
contro i nazifascisti, hanno contribuito a ridare al nostro paese la libertà e a favorire un regime di
democrazia, al fine di impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo; .....".

2) Visto quanto sopra non vedo come possa ANPI farsi paladina della lotta al liberismo; certo, molti partigiani erano socialisti o comunisti e quindi critici nei confronti del liberismo, se non anti liberisti totut-court, ma vi erano anche partigiani liberali, monarchici, repubblicani, radicali e alcuni di loro erano anche liberisti. Come la mettiamo?

3) Inutile poi aggiungere che, se ci fossero partigiani vivi (e tra i pochi che lo sono tali posizioni esistono), alcuni di essi riterrebbero necessario appoggiare la resistenza del popolo dell'Ucraina contro l'aggressione imperialista russa. Tra le altre cose i partigiani italiani ricevevano aiuti militari dalle potenze alleate e li usavano in guerra. In sostanza la posizione di equidistanza tra aggressore (la Russia) e aggredito (l'Ucraina) che l'ANPI propaganda non pare rispecchiare lo spirito partigiano. Anche su questo come la mettiamo???

Per me L'ANPI non è un partito politico e dovrebbe evitare di entrare nell'agone politico.

Anonimo - 07/07/2022 00:19

adesso ho capito perché mio padre, partigiano democristiaano sui monti del Modenese non ha mai voluto sentir parlare dI ANPI che considerava una banda senza testa. Oggi ne ho avuto conferma. Avete fatto un lungo giro di parole sulla sanità - condivisivili - per dfendere il macellaio di Mosca e della Santa Madre Russia. Se mancano i soldi intanto rinunciate ai contributi che vi da lo stato e sono tanti. Date il buon esempio altrimenti siete solo una macchina puppa soldi pubblici per gente che non solo non ha fato la resistenza ma con quella ci vive

bruno - 06/07/2022 08:51

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