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  • 13/01/2024 12:05

Cento anni fa il “disgraziato accidente” a Carlo del Prete

 


Nel gennaio 1924 Carlo del Prete era da poco stato nominato Comandante dell’Idroscalo “S. Anna” di Sesto Calende (VA). In particolare, la mattina del 13 gennaio, giornata fredda e ventosa, si apprestava a decollare assieme ad un altro pilota della sua squadriglia dal golfo della Spezia con meta l’Idroscalo di Orbetello. I meccanici stavano approntando i due idrovolanti Macchi M7 ter per la partenza e poco dopo, verso le 10 i due aerei decollarono.

Per prima cosa venne fatto il giro del golfo della Spezia durante il quale effettuare tutti i controlli, per poi mettersi in rotta verso Orbetello.

Durante le verifiche il gregario di Carlo del Prete si accorge di un’avaria al serbatoio dell’olio e quindi ammara immediatamente per evitare danni al motore. Carlo del Prete decide di seguirlo per accertarsi dell’avaria riportata dal collega e prestare aiuto, nel farlo ammara in direzione della banchina del Cantiere Ansaldo che è vicina all’idroscalo di Muggiano, ma a causa dei forti ed improvvisi venti l’idrovolante è trascinato verso la banchina e vi si fracassa.

Carlo del Prete è gravemente ferito, viene immediatamente trasportato all’ospedale Militare della Spezia ove i medici riscontrano la frattura del femore, varie ferite al viso e commozione cerebrale, viene ricoverano con prognosi riservata.

Nei giorni successivi vengono fatti gli opportuni interventi e trazioni per ridurre la frattura e far tornare la gamba nelle condizioni migliori possibili con i mezzi del tempo. Seguirono mesi di una pesante e dolorosa convalescenza. La gamba non tornerà più quella di prima, rimarrà più corta di 5 cm.

Per oltre 5 mesi Carlo del Prete è ricoverato presso l’Ospedale Militare, esce solo verso fine giugno per tornare a Lucca, ove trascorrerà altri 3 mesi di convalescenza prima di poter riprendere servizio.

Nonostante, il grave incidente, nonostante la gamba più corta di 5 centimetri, Carlo torna a volare con la volontà e lo spirito di sempre che gli consentiranno di lì a pochi anni di conquistare i 4 record mondiali e la traversata senza scalo dall’Italia al Brasile che lo faranno conoscere in tutto il mondo.

A Lucca che più volte lo accolse con onore, siamo ancora in attesa di sapere quando verrà reso agibile il percorso per arrivare alla sua tomba nel cimitero monumentale che da 12 anni è inagibile.


I commenti

Il cimitero monumentale di Lucca è un esempio di incuria e degrado difficile da superare. Schifo.

anonimo - 14/01/2024 01:07

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