“L’ultimo viaggio degli streghi”. Presentazione del fumetto presso la Libreria Fuori Porta
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L’Archivio Puccini, custode della memoria e dell’opera di Giacomo Puccini, si arricchisce di preziosi documenti autografi,
manoscritti musicali e lettere del Maestro che erano stati dispersi nel corso degli anni, grazie all’impegno della
FONDAZIONE SIMONETTA PUCCINI per GIACOMO PUCCINI
Manoscritti
musicali autografi, lettere, appunti scritti di proprio pugno da
Giacomo Puccini e libretti originali delle sue opere liriche, ma non
solo. Si è arricchito di questi ed altri documenti unici e inediti –
preziosissimi per lo studio del grande compositore e della sua immensa
produzione artistica – l’Archivio Puccini, conservato presso la Villa Museo Puccini di Torre del Lago,
che custodisce oltre 28.500 pezzi tra missive, fotografie, documenti
amministrativi, musica manoscritta e a stampa e carteggi familiari e
professionali del Maestro. Un patrimonio già consistente, dichiarato fondo di interesse storico dal Ministero della Cultura, che la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini,
ormai da molti anni, si sta impegnando a ricostruire e ad integrare,
riacquisendo tutte quelle carte andate purtroppo disperse nel corso
degli anni.
Tra
le più recenti acquisizioni, un libretto che la Fondazione ha comprato
all’incanto, contenente alcuni scritti del Maestro indirizzati alla
famiglia della madre, Albina Magi, a partire dal 1898. Sesto di nove
figli, orfano del padre in giovanissima età, Puccini fu molto legato ai
fratelli e ai parenti materni, tant’è che tra i suoi primi insegnanti di
musica ci fu proprio lo zio Fortunato Magi, poi divenuto direttore del
Conservatorio di Venezia. Da una nota casa d’aste, invece, proviene un
lotto di manoscritti musicali per pianoforte e organo, che costituiscono
le parti mancanti di composizioni già custodite presso l’archivio e
perciò elementi indispensabili per la completezza della raccolta.
Ma
questa importante operazione di ricostruzione dell’archivio è resa
possibile anche grazie alla generosa iniziativa dei privati. Una minuta
autografa e alcuni libretti d’opera dell’epoca sono stati infatti donati
da Luciano Birghillotti, preside in pensione di una scuola fiorentina,
appassionato di musica e in particolare di quella pucciniana, che nel
1991 aveva conosciuto la nipote di Puccini, Simonetta, durante la
cerimonia di intitolazione di una scuola elementare al Maestro.
Birghillotti ha devoluto alla Fondazione anche un ritaglio del
quotidiano “La Nazione” del novembre 1924, giorno successivo alla
scomparsa dell’operista, e un telegramma autografo ricevuto in eredità
dal nonno – capostazione a Capalbio nei primi decenni del Novecento,
presso il quale il compositore si recava ogni settimana per inviare le
sue comunicazioni – che Puccini spedì dal paese toscano al drammaturgo e
librettista Giovacchino Forzano per avvertirlo che avrebbe assistito
alla prova di un’opera al Teatro Regio di Torino. Sandra Nicolini,
invece, ha donato una rivista storica, il numero unico pubblicato con la
Gazzetta Mondana in occasione della scomparsa del compositore, avvenuta
nel 1924.
Ma oltre al Puccini autore, conosciuto e acclamato in tutto il mondo per La bohème, Tosca, Madama Butterfly, La fanciulla del west,
c’è anche una dimensione più intima, quella delle sue relazioni
sentimentali, che emerge, ad esempio, nei sette ritagli di quotidiani
sui quali l’operista scrisse degli appunti relativi alla triste vicenda
di Doria Manfredi, la giovane cameriera suicidatasi perché accusata
dalla moglie di Puccini, Elvira, di avere una relazione con il Maestro.
Questi frammenti, rinvenuti tra le carte dell’ammiraglio Luigi Romani,
che li ha restituiti con piacere alla Fondazione, possono contribuire a
gettare un po’ di nuova luce sul Puccini uomo, marito e amante. A darci
la possibilità di indagare, parallelamente alla produzione artistica,
anche la sfera privata del musicista, un fondo composto da una ventina
di lettere e memorie, anche queste contenenti commenti autografi
relativi alla storia della Manfredi, che la Fondazione ha invece
acquistato presso il mercato antiquario.
Infine,
ad integrare un fondo già presente in archivio, acquistato da Simonetta
Puccini, due lettere che Giacomo scrisse all’amico e pittore Ferruccio
Pagni, donate da Mauro Masini, appassionato di musica che ha preferito
che queste lettere fossero conservate a Torre del Lago, nel luogo in cui
videro la luce. Quella tra l’operista e l’artista livornese, che
frequentò l'Accademia delle belle arti di Firenze sotto la guida di
Giovanni Fattori, fu un’amicizia profonda e di lungo corso, iniziata nel
1891 proprio sulle rive del lago di Massaciuccoli, dove Puccini abitava
e dove Pagni amava dipingere le sue tele.
Documenti di valore eccezionale, che arricchiscono e completano il patrimonio storico-documentario legato alla memoria del grande compositore, aperto agli studiosi di tutto il mondo, e che permettono alla comunità accademica di creare nuove sinergie, dal punto di vista musicale, artistico e documentario.
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