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  • 19/10/2024 14:41

PMLI :

Pmli.it Mobilitazione nazionale contro il decreto sicurezza del governo neofascista Meloni "Se voi fate fascismo, noi facciamo Resistenza" Il grido risuonato in più piazze d'Italia Il 18 settembre scorso si è consumato l’ultimo vergognoso atto del governo neofascista Meloni. Il fascista Ddl 1660 sulla “sicurezza” che porta le firme dei ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto, passato alla Camera con 162 voti favorevoli adesso verrà discusso in Senato per l’approvazione definitiva. Ancora una volta siamo di fronte a un provvedimento repressivo e liberticida di chiaro stampo fascista da subito bollato dalle reti sociali e sindacali come una una ulteriore stretta fascista che va a intaccare le residue libertà fondamentali come le manifestazioni e il libero dissenso. Per non parlare dell’inasprimento delle pene nei confronti dei carcerati, dei migranti, delle donne incinte o con figli piccoli, degli occupanti abusivi di immobili, di chi blocca strade o ferrovie per manifestare, o di chi è contrario alla Tav o al mostruoso Ponte sullo stretto di Messina. Mentre d’altro canto, ufficiali e agenti di pubblica sicurezza saranno liberi di diventare veri e propri sceriffi dalla pistola facile. E proprio il 5 ottobre scorso a Roma alla manifestazione nazionale pro Palestina si è avuto un primo assaggio di quello che il ddl sulla sicurezza è in grado di provocare. Manifestazione non autorizzata per pretestuosi motivi di “ordine pubblico”, posti di blocco delle “forze dell’ordine”, controlli a tappeto ad auto, treni e bus diretti nella capitale e decine di fermi preventivi. Insomma, un vero e proprio Stato fascista. Di fronte a questa stretta fascista portata avanti dal governo Meloni gli antifascisti non potevano di certo restare a guardare. Nei giorni successivi all’approvazione del decreto, in tutta Italia si sono svolte assemblee e incontri pubblici molto partecipati dalle reti studentesche, dai movimenti civici, dalle forze sindacali e politiche che lo hanno bocciato definendolo inammissibile riunendosi sotto lo slogan comune “Se fate il fascismo noi facciamo la Resistenza”. L’obiettivo principale è quello di costruire unitariamente una grande manifestazione nazionale con il coinvolgimento di tutte le forze democratiche e antifasciste con importanti iniziative di mobilitazione durante la discussione del Ddl in Senato. Nel frattempo sabato 12 ottobre è stata indetta una giornata di azione nazionale per cercare di affossare il Ddl. A Roma un gruppo di attivisti di Casetta Rossa hanno bloccato la via Cristoforo e apposto uno striscione con scritto “No all Ddl sulla sicurezza”. Alcuni di loro con maschere di animali hanno lanciato vernice lavabile sulla facciata del ministero della transizione ecologica in segno di protesta. In un post pubblicato sui canali social si legge: “La razza animale uomini, donne bambini, bambine, panda, tigri e leonesse hanno ‘sanzionato’ con i colori della natura la facciata del ministero e bloccato l’autostrada urbana di via Cristoforo Colombo”. A Bologna studenti, attivisti e collettivi tra cui Labas, Link e l’Unione Giovani di Sinistra si sono dati appuntamento in piazza Nettuno esponendo lo striscione “A Pieno Regime. No al Ddl Sicurezza”. Un’attivista di Link ha dichiarato: “Si introduce un’idea di criminalizzazione del dissenso, come dimostrano le dichiarazioni della ministra dell’università Anna Maria Bernini che distingue tra studenti ‘buoni’ interessati allo studio e ‘infiltrati’ che vogliono mobilitare. Gli studenti invece sono dalla parte di chi lotta per una società migliore e crediamo che l’università sia uno degli spazi più importanti per opporsi a queste misure”. Anche il PMLI fin dal lontano 1977, anno della sua storica fondazione, lotta per una società alternativa al capitalismo, che è la società socialista dove il proletariato detiene il potere politico. A Parma la manifestazione è indetta dal Coordinamento cittadino contro il Ddl 1660, che raggruppa varie associazioni, collettivi, sigle sindacali e partiti con la queste motivazioni che si leggono nel testo di convocazione dell'iniziativa di protesta: "Lo chiamano Disegno di Legge “Sicurezza” ma per il reale contenuto dovrebbe essere chiamato DDL “metti in galera chi lotta e protesta” Protestano i NoTav in Valsusa : “Lo Stato mostra il suo volto peggiore. E con il ddl sicurezza dimostra di avere paura di chi protesta” Anche Salerno è stato teatro volantinaggi e azioni comunicative, proteste di piazza e flash mob, a cui si sono unite venerdì le piazze dei Fridays for future e se ne continuerà a parlare in quelle per la Palestina, nel corteo dei lavoratori dell’automotive del prossimo 18 ottobre e nell’appuntamento, sempre contro il Ddl sicurezza, convocato per sabato 19 dalla rete Liberi di lottare, cui aderiscono diversi sindacati di base. L'Usb Mare e Porti, insieme ai lavoratori della logistica, hanno deciso di proclamare una giornata di sciopero nazionale per il giorno 16 ottobre con le seguente motivazione: “Il DDL 1660 recentemente approvato alla Camera dei Deputati e in attesa di approvazione in Senato è un attacco durissimo alle lotte dei lavoratori, al conflitto sociale e ai migranti. Entrare nel merito dei singoli punti è decisamente necessario, ma occorre ragionare principalmente su chi tale decreto vuole andare a colpire e quali interessi vuole difendere. Si tratta, come è stato detto da più parti, di un decreto fascista studiato da un governo fascista.” In programma sabato 19 ottobre c'è la giornata nazionale di mobilitazione contro Dl 1660 che, come scrivono i promotori, è”un giro di vite che porta il nostro Paese persino più indietro del codice Rocco...Si tratta di una settimana di mobilitazione dal 14 al 19 ottobre, con particolare determinazione a fare in modo che la giornata nazionale di manifestazioni del 19 ottobre a Roma, Milano e altre città italiane siano partecipate, convinte e con obiettivi chiari. A Roma l’appuntamento è alle 15:00 in piazza Esquilino per un corteo”. Nell’immediato l’auspicio di noi marxisti-leninisti è che la protesta unitaria contro il fascista ddl sulla sicurezza si estenda per impedirne l'approvazione definitiva in Senato e buttare giù il governo neofascista Meloni prima che sia troppo tardi, come fu fatto nel 1960 col suo predecessore Tambroni, mobilitando le masse attraverso la lotta di classe e di piazza. 16 ottobre 2024

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