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  • 18/12/2024 08:59

Situazione insostenibile all'interno del reparto di psichiatria dell'ospedale S

Lucca - Le tensioni all’interno del reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca hanno raggiunto il culmine. Medici, infermieri e operatori sociosanitari si trovano ad affrontare una situazione che definiscono ormai “impossibile da gestire”. Le proteste del personale non sono mancate e, a giudicare dalle condizioni, sono più che comprensibili. Al centro del problema, l’inadeguatezza strutturale e organizzativa del reparto, che parrebbe stia ospitando pazienti non compatibili con il contesto sanitario dedicato alle emergenze psichiatriche. Dei 12 posti letto disponibili, alcuni sono occupati da persone che, secondo regolamento e logica, non potrebbero trovarsi lì. Minorenni tra i pazienti adulti Da ottobre, ad esempio, tra i degenti parrebbe esserci un minore con problemi comportamentali adottato che, per legge, non dovrebbe essere inserito in un reparto destinato agli adulti. La situazione si è ulteriormente aggravata con l’arrivo, pochi giorni fa, come riferiscono le fonti, di una ragazza minorenne extracomunitaria. È noto che, secondo le normative vigenti, i minorenni non possono essere ospitati nei reparti psichiatrici per adulti, ma l’assenza di alternative adeguate ha costretto il personale a gestire questa situazione anomala. Pazienti pericolosi e violazioni delle regole Non è tutto. Al reparto sono stati assegnati anche due pazienti giudicati socialmente pericolosi: uno è un cittadino africano, l’altro un italiano originario di Lucca, che parrebbe essere noto per aver commesso un omicidio anni fa. Quest’ultimo, secondo le segnalazioni, si sarebbe reso protagonista di gesti sessuali inappropriati nei confronti di un’altra ospite. Entrambi i pazienti, come stabilito dai giudici, non possono circolare liberamente per le strade, ma la loro presenza in un reparto psichiatrico dedicato alle emergenze pone sfide enormi a medici e infermieri. Un reparto che somiglia a un manicomio "Non possiamo più lavorare in queste condizioni," denunciano i professionisti del reparto, sottolineando come il servizio sia ormai diventato una sorta di “manicomio vero e proprio”, dove vengono ospitati pazienti non idonei e per periodi insolitamente lunghi. Il reparto di psichiatria, che dovrebbe gestire le emergenze con interventi tempestivi e limitati nel tempo, si trova ad affrontare situazioni croniche e di difficile gestione. La protesta è scoppiata perché, di fatto, le criticità irrisolte hanno trasformato il reparto in una bomba ad orologeria, con un personale ridotto – appena dieci tra medici, infermieri e OSS – costretto a lavorare in un clima insostenibile. "Stiamo toccando il fondo," spiegano alcuni operatori, esausti e preoccupati per la propria sicurezza e quella dei pazienti. Le richieste del personale I professionisti chiedono un intervento immediato delle istituzioni competenti: più risorse, il rispetto delle normative per l’assegnazione dei pazienti e strutture alternative per i casi particolari, come minorenni e soggetti pericolosi. La situazione del reparto di psichiatria del San Luca non può più essere ignorata: serve una soluzione urgente per garantire sia la sicurezza degli operatori che la dignità dei pazienti. link https://www.infermieristicamente.it/articolo/18713/san-luca,-psichiatria-al-collasso:-minorenni,-violenze-e-pazienti-pericolosi-protesta-il-personale

I commenti


365 giorni da profuga in un reparto SPDC in Toscana costo 300mila euro





365 giorni da profuga in un reparto SPDC costo 300mila euro

"privata della liberta' " giovane profuga ricoverata dal dicembre 2023 in SPDC a Lucca ad oggi ancora nella sua camerina in reparto, in aeternum ?

Dovrebbero essere protetti/e dal diritto internazionale profughi e profughe ma spesso come in questo caso vengono lasciati/e a perdere tempo in un reparto per acuti quale deve o dovrebbe essere una spdc

ed il costo ?

con un costo al momento di pare 300 mila euro per l'azienda  ASL Toscana che la ospita

e la libertà ?

e l'umanità



The Gorgeous Danube Delta in 4k - from Tulcea Romania



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ed il diritto internazionale ?

ed il costo attuale sostenuto ?

progetti ?

ancora un altro 365 giorni per pensare ?

Comitato libertario profughi 

Libertà per tutti subito !

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Vorremmo ricordare un personaggio : Kenule Beeson Saro-Wiwa, detto Ken (Bori, 10 ottobre 1941 – Port Harcourt, 10 novembre 1995) presente in foto in questo articolo, è stato uno scrittore, poeta e attivista nigeriano. È stato uno degli intellettuali più significativi dell'Africa postcoloniale.

( https://it. wikipedia. org/ )

Scrittore eclettico, esordisce come drammaturgo durante il periodo universitario, per dedicarsi poi alla narrativa, con Forest of Flowers (la sua prima opera pubblicata in Italia con il titolo Foresta di fiori, 2004, Edizioni Socrates) e Sozaboy, 1985, ed alla televisione; il segno di questa produzione letteraria e televisiva può essere trovato nel felice equilibrio tra il tentativo di dare una forma "accademica" a un inglese raramente considerato degno di indagine (il cosiddetto pidgin) e l'intrattenimento popolare.

Al lavoro artistico Saro-Wiwa affianca subito un impegno nella vita pubblica che lo vede ricoprire dapprima ruoli istituzionali negli anni settanta (nell'autorità portuale e nella pubblica istruzione del Rivers State) per poi porsi in aperto contrasto con le stesse autorità statali e con il governo federale della Nigeria.

Fin dagli anni ottanta, infatti, Saro-Wiwa si fa portavoce delle rivendicazioni delle popolazioni del Delta del Niger, specialmente della propria etnia Ogoni maggioritaria nella regione, nei confronti delle multinazionali (nello specifico caso la Shell) responsabili di continue perdite di petrolio che danneggiano le colture di sussistenza e l'ecosistema della zona.

Nel 1990 si fa promotore del Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (Movement for the Survival of the Ogoni People). Il movimento, caratterizzato da metodi non violenti, ottiene risonanza internazionale nel 1993 con una manifestazione di 300. 000 persone che Saro-Wiwa guida al suo rilascio da una detenzione di alcuni mesi impostagli senza processo. Quello stesso anno la Shell è stata costretta a lasciare il territorio degli Ogoni, formalizzando così una chiara vittoria delle giuste rivendicazioni di un'intera comunità contro le operazioni petrolifere, inquinanti e deturpanti del territorio, di una grossa multinazionale.

Arrestato una seconda e una terza volta nel maggio del 1994, con l'accusa (falsa) di aver incitato all'omicidio di alcuni presunti oppositori del MOSOP, nel 1995 Ken Saro-Wiwa viene processato e impiccato con altri 8 attivisti del MOSOP frettolosamente prima della scadenza di eventuali ricorsi alla condanna, al termine di un processo che ha suscitato vive proteste da parte dell'opinione pubblica internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani.

Come egli stesso aveva predetto: «Ci arresteranno e giustizieranno. E tutto per la Shell». Inoltre, prima che venisse impiccato, Saro-Wiwa disse «Il Signore accolga la mia anima, ma la lotta continua»[1]. Nell'aprile del 1995, mentre è in carcere in attesa del processo, gli viene conferito il premio Goldman Environmental Prize, in riconoscimento della sua attività in favore dell'ambiente. [2]

Nel 1996 Jenny Green, avvocato del Center for Constitutional Rights di New York avviò una causa contro la Shell per dimostrare il coinvolgimento della multinazionale petrolifera nell'esecuzione di Saro-Wiwa[1][3]. Il processo ha poi avuto inizio nel maggio 2009, e la Shell ha subito patteggiato accettando di pagare un risarcimento di 15 milioni e mezzo di dollari (11,1 milioni di euro)[1][3]. La Shell ha però precisato che ha accettato di pagare il risarcimento non perché colpevole del fatto, ma per aiutare il "processo di riconciliazione"[1][3]. Secondo gli ambientalisti, invece, documenti confidenziali della Shell dimostrerebbero il coinvolgimento della compagnia petrolifera nelle violazioni dei diritti umani in Nigeria[4]. Nel commentare il risarcimento, il figlio dello scrittore, Ken Saro-Wiwa Jr. (Ken Wiwa), al tempo assistente speciale del Presidente della Nigeria per gli Affari Internazionali, la Pace, la Risoluzione dei Conflitti e le Riconciliazioni, dichiarò: «Penso che mio padre sarebbe felice di questo risultato», aggiungendo poi che «il fatto che la Shell sia stata costretta a patteggiare, per noi è una chiara vittoria.



Link


https://fai.informazione.it/daiblog/2A780C0A-CF5F-45EB-AF73-25FF4DC544DF/365-giorni-da-profuga-in-un-reparto-SPDC-in-Toscana-costo-300mila-euro

Mademba - 24/12/2024 08:56

Per chi non lo sapesse Cheik Amhadou Bamba, vissuto tra il XIX e il XX secolo, è stato il fondatore del Murid, ovvero di una particolare corrente dell'Islam africano.

anonimo - 24/12/2024 04:56

Spreconi e basta e razzismo contro una donna indifesa non se vuole ricoverare a fuerza por todos tiempo na creatura de Dios profuga da la guera

Ghkal - 23/12/2024 18:52

VOGLIO RICORDARE A TUTTI I BENPENSANTI CHE NOI,ITALIAN,IL RICOVERO IN OSPEDALE CE LO SOGNAMO.....CI SBATTONO FUORI IL GIORNO DOPO UN INTERVENTO!!!!SVEGLIAAAAAAAA

Catia - 23/12/2024 17:02

So cosa vuole dire essere profugo , spero di aiutarla aiutateci che siamo senza speranza a volte ma ricordiamoci del grande cheik amhadou bamba

Mamadou - 23/12/2024 10:06

Le comunità locali accolgono i profughi in Nigeria
La vita nei campi profughi può essere una vita "sospesa", una situazione di disagio temporanea che troppo spesso rischia di stabilizzarsi. Lo sanno bene i circa 2.2 milioni di sfollati e rifugiati che si trovano nel nord-est della Nigeria, negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa e fuggono dalla violenza di Boko Haram.

A fronte di questa crisi umanitaria anche le comunità locali si sono attivate per ospitare i rifugiati e offrire protezione e solidarietà. COOPI ad oggi opera nello Stato di Yobe, nei distretti di Potiskum, Damaturu e Fika. Oltre a fornire assistenza alla popolazione nei campi profughi, riesce a sostenere, 800 bambini, grazie ad un progetto per la protezione dell'infanzia promosso da UNICEF e dal Governo del Giappone e a supportare 1.300 "hosting households", con un progetto finanziato dalla Direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO) della Commissione Europea. Si tratta di nuclei famigliari estesi che accolgono volontariamente i rifugiati e sfollati, integrando l'accoglienza nei campi e dando riparo, nella maggior parte dei casi, a bambini costretti ad abbandonare le loro famiglie, o rimasti orfani nel corso degli spostamenti dai luoghi colpiti direttamente dal conflitto nelle aree circostanti (i minori sono il 60% dei rifugiati presenti nello Stato di Yobe).

COOPI è presente nella zona da settembre 2014, dopo un primo intervento per rispondere alle prime necessità dei rifugiati: la fornitura di acqua e servizi igienico sanitari, l'approvvigionamento di un riparo sicuro e la distribuzione di beni di prima necessità, ha avviato il progetto finanziato da ECHO, attraverso il quale sta realizzando interventi per garantire la sicurezza alimentare e per migliorare la nutrizione dei minori che rischiano di essere malnutriti.

Johnny b goode - 23/12/2024 09:26

Spero che venga liberata questa ragazza non è comprensibile questa situazione non ho non abbiamo parole.365 giorni passati ingiustamente reclusa in un reparto porte chiuse , mi immagino il dolore e la fragilità di una persona già vissuta in paesi tristemente in battaglia che viene accolta in una psichiatria come fosse senza più chiave di uscire schiava di nuovo ma della burocrazia che ti fa diventare invisibile

B.Bademba - 23/12/2024 09:24

Un anno e più in un reparto psichiatria una profuga???
Fateli decurtare dagli stipendi degli espertoni e mega direttori che hanno Sequestrato un essere umano alla vita senza trovargli un posto adeguato..poi festeggiamo il Natale pure gli incompetenti !!!

Baba - 23/12/2024 09:19

Lenzuola dorate e caviale?

E chi paga ???

Trecentomila euro
Asl ricca

Pf - 22/12/2024 21:24

Albergo a 800 circa euro al giorno mi pare una cifra da Berlusconiani ma chi ci magna????....

Psicologo Norvegese - 22/12/2024 16:02

Film "Trecentomila Euro per una Profuga"
In uscita la storia del ricovero oltre i 365 giorni con compleanno della paziente.
Nelle migliori psichiatria Italiche


Ed io pago

Trecentomila - 22/12/2024 15:22

Cosa significa essere un profugo?
Il dizionario Treccani aiuta nella definizione sostendo che: "il profugo è colui che per diverse ragioni (guerra, povertà, fame, calamità naturali, ecc.) ha lasciato il proprio Paese ma non è nelle condizioni di chiedere la protezione internazionale".

Crocerossina - 22/12/2024 14:28

Ringraziate e genuflettetevi di fronte alla 'geniale' Legge 'Basaglia'.
Oggi come oggi, nello stato di fatto e di diritto, altro non potete fare.
Spariti i manicomi o come li volete chiamare, hanno scaricato tutto (TUTTO) su famiglie, carceri ed ospedali.
Direi veramente GENIALE!

... - 22/12/2024 12:13

Senza fare i conti con persone ricoverare lo da 365 giorni alla modica cifra annuale di circa trecentomila euro..

E io pago........

Ebbro - 22/12/2024 10:03

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