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Trasmissione sanzionata per odio razziale: l’attivista Nicola Pera rifiuta l'invito a La Zanzara
Nicola Pera, giovane lucchese, attivista politico e già volontario in missioni di ricerca e salvataggio di persone migranti nel Mar Mediterraneo, ha annunciato pubblicamente il suo rifiuto a partecipare alla trasmissione radiofonica La Zanzara, in onda su Radio 24 e condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.
È bastato un post su Facebook, in cui Nicola criticava le posizioni filo-governative israeliane espresse da uno dei titolari di una storica pizzeria lucchese, per far scattare l’invito da parte di un autore del programma, che gli ha proposto un confronto in diretta. Ma la risposta non si è fatta attendere: un secco “no” pubblicato dallo stesso Pera sulla sua pagina Facebook, canale che utilizza spesso per esprimere riflessioni e critiche sociali.
La motivazione? Una chiara presa di distanza dal taglio editoriale della trasmissione. “Non intendo prestarmi a uno show che da anni normalizza il razzismo, ridicolizza la sofferenza del popolo palestinese, si schiera sistematicamente con le posizioni filo-governative israeliane e si fa megafono della destra, senza alcun equilibrio né onestà intellettuale”, ha scritto.
L’attivista ha inoltre denunciato la trasmissione per la diffusione di “pseudo-informazione e propaganda”, citando tra l’altro una sanzione dell’AGCOM inflitta a La Zanzara per aver trasmesso frasi gravemente discriminatorie e lesive dei diritti umani. Tra queste, le affermazioni pronunciate da Vittorio Feltri: “I musulmani, ma io gli sparerei in bocca” e “Io non mi vergogno affatto di considerare i musulmani delle razze inferiori”. Parole che violano il principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana e che l’AGCOM ha ritenuto idonee a “promuovere l’odio razziale”, sanzionando il programma per istigazione all’odio razziale.
“NO grazie: rispedisco al mittente”, ha concluso Nicola, rivendicando con fermezza il diritto a non legittimare spazi che ritiene lesivi della dignità umana e della verità.
La scelta di Pera apre un tema cruciale sul ruolo delle giovani generazioni nel dibattito pubblico. In un contesto dove la comunicazione politica si fa spesso spettacolo, il protagonismo giovanile diventa un atto necessario di responsabilità civica. Dire “no” a contenitori mediatici che amplificano linguaggi d’odio è oggi una forma di resistenza democratica. Cambiare in meglio questa società passa anche da qui: dalla capacità dei giovani di pretendere rispetto, pluralismo e giustizia sociale.
Fonti:
Post pubblicato da Nicola Pera su Facebook
Nicola Pera, giovane lucchese, attivista politico e già volontario in missioni di ricerca e salvataggio di persone migranti nel Mar Mediterraneo, ha annunciato pubblicamente il suo rifiuto a partecipare alla trasmissione radiofonica La Zanzara, in onda su Radio 24 e condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.
È bastato un post su Facebook, in cui Nicola criticava le posizioni filo-governative israeliane espresse da uno dei titolari di una storica pizzeria lucchese, per far scattare l’invito da parte di un autore del programma, che gli ha proposto un confronto in diretta. Ma la risposta non si è fatta attendere: un secco “no” pubblicato dallo stesso Pera sulla sua pagina Facebook, canale che utilizza spesso per esprimere riflessioni e critiche sociali.
La motivazione? Una chiara presa di distanza dal taglio editoriale della trasmissione. “Non intendo prestarmi a uno show che da anni normalizza il razzismo, ridicolizza la sofferenza del popolo palestinese, si schiera sistematicamente con le posizioni filo-governative israeliane e si fa megafono della destra, senza alcun equilibrio né onestà intellettuale”, ha scritto.
L’attivista ha inoltre denunciato la trasmissione per la diffusione di “pseudo-informazione e propaganda”, citando tra l’altro una sanzione dell’AGCOM inflitta a La Zanzara per aver trasmesso frasi gravemente discriminatorie e lesive dei diritti umani. Tra queste, le affermazioni pronunciate da Vittorio Feltri: “I musulmani, ma io gli sparerei in bocca” e “Io non mi vergogno affatto di considerare i musulmani delle razze inferiori”. Parole che violano il principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana e che l’AGCOM ha ritenuto idonee a “promuovere l’odio razziale”, sanzionando il programma per istigazione all’odio razziale.
“NO grazie: rispedisco al mittente”, ha concluso Nicola, rivendicando con fermezza il diritto a non legittimare spazi che ritiene lesivi della dignità umana e della verità.
La scelta di Pera apre un tema cruciale sul ruolo delle giovani generazioni nel dibattito pubblico. In un contesto dove la comunicazione politica si fa spesso spettacolo, il protagonismo giovanile diventa un atto necessario di responsabilità civica. Dire “no” a contenitori mediatici che amplificano linguaggi d’odio è oggi una forma di resistenza democratica. Cambiare in meglio questa società passa anche da qui: dalla capacità dei giovani di pretendere rispetto, pluralismo e giustizia sociale.
Fonti:
Post pubblicato da Nicola Pera su Facebook
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