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  • 20/11/2025 10:32

Il fuoco e la memoria: la storia di Vania Vannucchi

Il 2 agosto 2016, a Lucca, una vicenda drammatica sconvolse la comunità. Vania Vannucchi, quarantasei anni, operatrice socio-sanitaria, fu attirata in un luogo appartato da un uomo con cui aveva avuto una relazione ormai conclusa. Lì venne cosparsa di benzina e data alle fiamme. Le ustioni riportate erano gravissime e, nonostante l’intervento dei soccorritori e il ricovero ospedaliero, morì poco dopo. Il responsabile del gesto fu processato e condannato a trent’anni di reclusione, riconoscendo la volontarietà e la crudeltà dell’azione. Dopo l’omicidio, la città decise di non lasciare che questa storia diventasse solo un ricordo doloroso. Con il tempo sono stati avviati progetti, percorsi scolastici e iniziative di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, trasformando il luogo della tragedia in uno spazio simbolico di memoria e impegno. Nel corso del 2025, la comunità ha aggiunto un nuovo gesto concreto per ricordarla. È stata realizzata e inaugurata un’opera murale nel luogo esatto dell’aggressione, grazie al lavoro di studenti e realtà locali. Il murale rappresenta un simbolo di trasformazione: da un punto fisico di violenza a un luogo che invita alla riflessione e alla responsabilità. Un ulteriore passo avverrà il 22 novembre 2025, quando sarà inaugurata una mostra interamente dedicata alla storia di Vania e al tema della violenza di genere. L’evento si terrà alle ore 11 nella Sala dell’Antica Armeria di Palazzo Ducale a Lucca. L’esposizione è stata progettata con contributi artistici, testimonianze e lavori di studenti, con l’obiettivo di rendere la memoria non un esercizio formale, ma un mezzo per prevenire, educare e sensibilizzare. Raccontare la storia di Vania significa mantenere vivo ciò che spesso viene ignorato o normalizzato: il crescere silenzioso della violenza nelle relazioni, i segnali trascurati, la percezione distorta del controllo e del possesso. La memoria, quando trasformata in azione, diventa uno strumento di protezione collettiva. La tragedia che ha segnato la vita di Vania non cambia, ma ciò che una comunità costruisce attorno a quel dolore può trasformarlo in consapevolezza, presenza e responsabilità. In questo modo, il suo nome non resta legato solo a ciò che è accaduto, ma a ciò che da quella ferita è nato: un impegno a non lasciare spazio all’indifferenza. Memoria Lucchese

I commenti

povera ragazza , la ricordo sempre sorridente al Campo di Marte

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Il fuoco che ha divorato il corpo di Vania ha lasciato solo uno scampolo di pelle senza bruciature: le piante dei piedi. Non ce l'ha fatta, Vania, a sfuggire alla violenza dell'uomo cui pure, dopo la separazione dal marito, Andrea Barsali, carabiniere delle unità cinofile di Firenze, aveva voluto bene. Ma a un certo punto Vania doveva aver capito di che pasta era fatto Pasquale Russo, suo coetaneo e collega, sposato e padre di tre figli. E gli ha detto addio. Un addio che Russo non riusciva a digerire. Telefonate, minacce, anche botte, di cui Vania, che lavorava in ospedale come operatrice sociosanitario, non ha fatto parola coi suoi cari, la figlia di 21 anni e un ragazzo di 15. Ma alle amiche, e all'ex marito con il quale era rimasta in buoni rapporti e che l'aveva supplicata di denunciare Russo, aveva raccontato dell'insidiosità di quell'uomo. Che è perfino arrivato a introdursi di nascosto in casa di Vania con tanto di guanti e soprascarpe di nylon per appropriarsi del suo telefonino. Con la scusa di restituirle il cellulare sottratto, le ha dato appuntamento in una piazzola seminascosta in una zona appartata dell'ex ospedale lucchese Campo di Marte che oggi è un centro della Asl per analisi e visite mediche. Con sé Russo ha portato una tanica di benzina che ha rovesciato addosso alla donna che diceva di amare e le ha dato fuoco. Alcuni operai hanno sentito le urla disperate di Vania e sono accorsi per aiutarla: era distesa sull'asfalto col vestito in fiamme. Con secchi e bottiglie d'acqua hanno cercato di spegnere il fuoco. L'hanno sentita ripetere confusamente: «È stato Pasquale, è stato Pasquale», prima di essere trasportata in elicottero a Pisa. Per 18 ore ha lottato tra la vita e la morte, poi il suo cuore si è arreso: aveva ustioni di primo e secondo grado sul 90 per cento del corpo. I carabinieri sono andati a prendere Russo a casa, a Capannori: lo hanno trovato che stava lavando la tuta da lavoro che aveva indosso. Nonostante una piccola ustione sul braccio, l'assassino ha continuato a negare. È stato arrestato.

https://www.corriere.it/cronache/speciali/2016/la-strage-delle-donne/schede-donne-uccise/Vania-Vannucchi.html

Dany - 21/11/2025 12:42

La tragica commedia della Realtà. Mentre Mario Tobino si rivolta nella tomba.
rainews.it 20 novembre 2025 - Nola, uccide la sorella e dopo l'omicidio videochiama la madre per mostrare il corpo (...) A quanto emerge, entrambi i ragazzi erano in cura presso un centro di salute mentale.
ANSA 19 novembre 2025 - Uccide il figlio di 8 anni nel sonno e si toglie la vita (...) "La donna - conferma in lacrime - era seguita dai servizi sociali." (...)
Il Corriere della Sera 14 novembre 2025 - Trieste, uccide il figlio di 9 anni tagliandogli la gola. Gli allarmi inascoltati del padre: «Non lasciatele il bimbo, è pericolosa» (...)
trevisotoday 31 gennaio 2025 - Uccise il padre a coltellate, prosciolto per infermità mentale (...)
trevisotoday 16 aprile 2025 - Uccise la madre a coltellate, Ippolito Zandegiacomo assolto per infermità mentale (...)

... - 20/11/2025 13:26

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