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  • 07/03/2023 15:38

Si, viva l'8 Marzo...ma se la società fosse veramente evoluta...

 In questi anni 2000 inoltrati, potremmo ipotizzare che 20 secoli di vita sociale avrebbero dovuto permettere di considerare la società umana come “evoluta”, matura e responsabile, con diritti civili, rispetto e libertà per tutti gli esseri umani oramai compiutamente acquisite, mentre, ahimè, le cronache quotidiane ci rivelano persecuzioni, violenze, torture ed uccisioni di donne che in certi Paesi vengono considerate irrimediabilmente colpevoli solo per non aver indossato correttamente un velo, o di avvelenamenti collettivi di studentesse per scoraggiarle alla frequentazione ed all'istruzione scolastica, considerata non destinata al mondo femminile. La negazione per le donne dell'opportunità di lavoro e di guida di mezzi di trasporto propri, a cominciare da una semplice bicicletta, ci farebbero pensare ad una società profondamente primitiva e retrograda, ma tutto questo accade ancora in certe nazioni proprio in questi nostri anni 2000 inoltrati. E nei nostri cosiddetti “Paesi Evoluti”? Le cronache quotidiane ci parlano di violenze e femminicidi per motivi familiari ed a causa di separazioni non accettate dagli uomini, e ci parlano ancora di discriminazioni nel mondo del lavoro e in generale del non riconoscimento completamente paritario dei diritti per le donne. Nei nostri anni 2000 inoltrati potremmo ipotizzate una Giornata di Festa dedicata all'intera Umanità, indipendentemente dal genere, capace di esprimere intelligenza, fantasia, abilità, creatività, sensibilità e responsabilità capaci di far evolvere la qualità della Vita, meritando ed impreziosendo il dono della stessa esistenza, ed nvece ogni 8 Marzo siamo ancora qui a celebrare la “Giornata Internazionale della Donna” per ricordare e sensibilizzare le popolazioni in relazione ai diritti delle donne. Solo quando non avremo più bisogno di celebrare questa ricorrenza potremo affermare di vivere in una “Società Umana Evoluta”, mentre per il momento possiamo prendere atto di vivere in società che pur nelle loro pluralità e profonde differenze, esprimono a vari livelli ed in vari modi la pochezza della propria incompiutezza evolutiva. Quindi, pensando che ogni individuo ed ogni iniziativa possa fare la differenza ed esprimere con il proprio pensiero e la propria azione un solidale apporto alla causa, proprio in questo giorno mi piace ricordare che l'8 Marzo 1992 a Milano nasceva “Telefono Donna”, un’associazione di volontariato che per iniziativa della fondatrice Stefania Bartoccetti, iniziava la sua attività che ancora oggi, tramite l’ascolto telefonico, offre aiuto a donne in difficoltà, come le vittime di maltrattamento, violenza fisica e/o psicologica e stalking, offrendo anche a chi lo desidera un percorso gratuito di supporto psicologico e/o legale. Un servizio di ascolto attivo 24 ore su 24 che risponde a diverse tipologie di utenze. A questo proposito condivido una mia opera “simbolista” ad acquerello nella quale una bambina, rompendo una barriera simbolica di ghiaccio che non le avrebbe lasciato scampo, telefona per chiedere aiuto, confidando di poter tornare a vivere liberamente il suo volo esistenziale. Ognuno, nessuno escluso, ha il potere di contribuire all'evoluzione della società umana e quindi della qualità della vita comune, attraverso la sensibile alleanza tra mente e cuore, e che la Festa dell'8 Marzo possa essere un'opportunità in più per una profonda riflessione, per un nuovo sentire e per una presa di coscienza personale e collettiva capace di dare veramente un senso alla nostra stessa esistenza.

Bruno Pollacci

Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa

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