Michele Fanini morì in ospedale a Lucca : a processo 4 medici
Quattro medici a processo per la morte di Michele Fanini
Lucca, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio di quattro medici imputati di omicidio colposo per il decesso del 74enne all’ospedale San Luca di Lucca
Lucca, 11 maggio 2023 – ll gup del Tribunale di Lucca, Simone Silvestri, ha disposto il rinvio a giudizio di quattro medici imputati di omicidio colposo per il decesso all’ospedale San Luca di Michele Fanini, 74 anni, rinvenuto senza vita il 4 novembre 2019 mentre era ricoverato. Alla sbarra il 3 novembre prossimo il dottor Massimo Aquilini, urologo, il dottor Fabio Tori, urologo, la dottoressa Valentina Vigo, nefrologa e il dottor Stefano Vannucci, radiologo di una struttura privata.
I difensori degli imputati avevano richiesto il proscioglimento dei loro assistiti, alla luce delle nuove disposizioni della riforma Cartabia che prevedono il rinvio a giudizio solo qualora sussista e sia ritenuta una ragionevole previsione di condanna. Ma per gli avvocati di parte civile tale previsione emergeva dal complesso degli atti d’indagine e processuali, nonché dalle testimonianze assunte nella precedente udienza del 5 aprile scorso.
Il giudice Silvestri ha anche disposto la trasmissione alla Procura di Lucca della deposizione resa proprio da un medico di pronto soccorso alla scorsa udienza, perché sia valutata una eventuale ed ulteriore corresponsabilità nelle condotte già contestate agli imputati, e per le quali saranno dunque processati il 3 novembre dal Tribunale di Lucca.
Michele Fanini era ricoverato al San Luca da alcuni giorni per problemi alla minzione e in attesa di essere sottoposto a un’operazione chirurgica, quando era stato trovato privo di vita nel letto. Le indagini della Procura, dirette dal pm Enrico Corucci, erano scattate in seguito a un esposto presentato dal figlio Lorenzo e dai fratelli Ivano, Pietro e Brunello (famiglia conosciutissima nel mondo del ciclismo) assistiti dagli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi di Rimini. Chiedevano di fare luce sul decesso e sulle cure prestate al familiare. I medici non avrebbero considerato i due aneurismi che Fanini aveva da tempo all’inguine destro e sinistro, emersi dall’ecografia e grandi ben oltre il limite.