DA CHIOCCIOLI A MAGNUSSON, I SUCCESSI DI TAPPA IN 15 PARTECIPAZIONI AL GIRO
I suoi rapporti con la corsa rosa ebbero inizio nel 1984 e da allora
sono state ben 15 le partecipazioni con le sue squadre. Nel 1985 il suo
primo successo di tappa grazie ad uno strepitoso assolo di Franco
Chioccioli nella 14.a tappa Frosinone-Gran Sasso d'Italia
con la Maggi-Fanini. Un successo maturato dopo aver staccato anche la
resistenza dell'australiano Matthew Wilson e Francesco Moser, giunti
rispettivamente secondo e terzo nel Giro comandato fino a quel momento e
poi vinto dal grande Bernard Hinault. Una vittoria
dello scalatore aretino che gli dette la consapevolezza di puntare
negli anni seguenti alla classifica generale tanto da vincere il Giro
nel 1991 a quasi 32 anni di età. Da un successo in solitaria ad uno allo
sprint. La seconda gioia di Ivano Fanini al Giro
fu nel 1987 quando si aggiudicò con la Remac Fanini la 14.a tappa da
San Marino a Lido di Jesolo grazie al romano Paolo Cimini che ebbe la
meglio a sorpresa su Paolo Rosola, il velocista del momento. Ormai una
squadra lucchese era collocata di routine fra
le grandi del ciclismo internazionale fra l'incredulità di tanti
sportivi che avevano assistito ai trionfi delle squadre Fanini in tutta
Italia ma a livello dilettantistico ed a questo punto l'asticella si era
alzata ulteriormente. Nel 1988 a trionfare al
Giro fu la volta di un pisano: Alessio Di Basco, pupillo dello stesso
Fanini. Era l'anno in cui per la prima volta al mondo nel professionismo
una società ciclistica correva e vinceva con due squadre. Di Basco con i
colori della Seven Up-Fanini si aggiudicò
la 9.a tappa da Pienza a Marina di Massa, superando allo sprint grandi
velocisti come Guido Bontempi e Urs Freuler, ma nello stesso tempo la
Pepsi-Fanini vinceva in altre classiche. Lo stesso Di Basco fu artefice
di un finale discusso nella 20.a tappa di quella
edizione risolta allo sprint. Nella Arta Terme-Lido di Jesolo fu
preceduto sulla linea del traguardo da Paolo Rosola ma gli fu attribuita
la vittoria con il conseguente declassamento dello stesso Rosola
accusato di aver ricevuto una spinta da Pagnin nel corso
della volata. Dopo qualche ora la giuria accolse il reclamo della
Bianchi riconsegnandogli il successo. Alcuni siti del ciclismo però
attribuiscono tutt'ora il successo a Di Basco. Quella del 1988 fu
l'edizione che consentì per la prima ed unica volta al ciclismo
lucchese di aggiudicarsi la classifica finale della maglia bianca come
miglior giovane andata a Stefano Tomasini (Fanini-Seven Up) che si
piazzò al nono posto della classifica generale.
AL GIRO DEL 1990 FABRIZIO CONVALLE APRE L'ERA DI AMORE E VITA
Inizia l'era di Amore e Vita ed un suo atleta nel Giro del 1990 fa
centro nella 5.a tappa da Sora a Teramo: Fabrizio Convalle. Il passista
carrarino fa sua una tappa di 233 km. massacrante. Si superò anche in
salita scollinando fra i primi ai 1395 metri di
Rocca di Cambio ed ai 1295 metri di Passo delle Capannelle in
un'edizione vinta da Gianni Bugno che tenne la maglia dalla prima
all'ultima tappa.
TRIPLETTA DELLO SVEDESE GLENN MAGNUSSON DAL 96 AL 98
Il ciclista in maglia Fanini che ha vinto più tappe al Giro d'Italia è
lo svedese Glenn Magnusson con tre vittorie siglate con la maglia
rossonera come il Milan Amore e Vita-Forzarcore: la prima nel 1996
quando si impose nella 2.a tappa da Elusi a Lepanto in
Grecia, il bis nel 1997 nella 13.a tappa da Varazze a Cuneo di km. 150 e
la terza nel 1998 nel corso della 9.a tappa da Foggia a Vasto. Per la
prima volta nel 1996 la squadra lucchese vinse due tappe nella stessa
edizione. Replicò al successo di Magnusson
il danese Bo Larsen che si aggiudicò la 17.a tappa da Losanna a Biella.
NESSUNO COME MARIO CIPOLLINI
Quando il 19 maggio 2003 il lucchese Mario Cipollini vinse l'ennesimo
sprint a Montecatini stabilì il nuovo record con 42 vittorie di tappa al
Giro, superando Alfredo Binda che in carriera ne aveva vinte 41. Un
record che difficilmente potrà essere eguagliato
negli anni a venire. Cipollini è stato il più grande velocista del
mondo di tutti i tempi ed ha regalato emozioni a non finire a tutti gli
sportivi. Ivano Fanini anche in questo caso ha il vanto di averlo
scoperto lui e di avergli consentito la trafila giovanile
nei suoi primi 12 anni di carriera. Un altro particolare che lega il
nome di Fanini al Giro d'Italia riguarda uno fra i più forti velocisti
oggi in circolazione: il due volte campione del mondo e olimpionico
della pista Jonathan Milan che ha fatto centro nella
2.a tappa del Giro di quest'anno, imponendosi in volata nella
Teramo-San Salvo. Il velocista della Bahrain Victorius è figlio di
Flavio Milan che Ivano Fanini tesserò per Amore e Vita nel 1993
facendolo esordire tra i professionisti dopo che l'anno precedente
vinse diverse corse fra le quali l'Ezio Del Rosso di Montecatini.
Peccato che Flavio deluse un po' le aspettative e chiuse precocemente la
sua carriera.
Il nome di Fanini è legato quindi anche alla storia del Giro d'Italia.
Lo ascolti quando parla e capisci che un manager così sapeva mandare i
propri ciclisti alle corse motivati. La cosa che colpisce di più di lui è
che vive di ciclismo da più di 60 anni, da
quando bambino batteva i suoi rivali negli arrivi allo sprint. Oggi a
72 anni è lo stesso. Vive d'istinto, sente il ciclismo e non si perde
una corsa in tv. Senza di lui a Lucca si poteva parlare soltanto di
qualche vittoria chimerica senza futuro. Invece
per un trentennio il ciclismo lucchese è stato fra i più vittoriosi di
sempre a livello nazionale fra la strada, la pista e il ciclocross.
Pochi altri sono riusciti ad accendere la passione nelle persone come ha
fatto lui. Il legame con il territorio e la
goliardia lo hanno reso popolare. La sua focosità ha suscitato amore ed
odio, ma sicuramente ha fatto crescere tutto il movimento ciclistico
giovanile quanto meno in Toscana.
Ed ora quindi salutiamo il Giro che martedi passa da Lucca pronti ad
applaudire il passaggio dei vari Evenepoel, Almeida, Roglic, Andreas
Leknessund, i protagonisti di oggi. Ogni volta che questo avviene è una
festa rosa per tutta la città perchè il Giro ha
un fascino unico ed ineguagliabile, ma indubbiamente in tutti gli
appassionati rimane un po' di nostalgia, di quando una squadra lucchese,
l'unica nella storia, correva ad ogni tappa per vincerla ed ora senza
quella squadra c'è un vuoto incolmabile.