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  • 03/01/2024 10:52

Il SSN compie 45 anni e li porta malissimo

Nei giorni scorsi (23 dicembre) il Servizio Sanitario Nazionale ha compiuto 45 anni, e dire che a quell’età l’uomo oggi è nel pieno delle sue forze fisiche e lavorative; invece, il nostro SSN è ridotto come il suo trisnonno che lavorava la terra ai primi del Novecento: pieno di acciacchi, debilitato e ormai avviato ad una pensione che se all’epoca ci fosse stata forse non avrebbe avuto il tempo nemmeno per goderla! di Angelo Santoro | 30 Dicembre 2023 Nei giorni scorsi (23 dicembre) il Servizio Sanitario Nazionale ha compiuto 45 anni, e dire che a quell’età l’uomo oggi è nel pieno delle sue forze fisiche e lavorative; invece, il nostro SSN è ridotto come il suo trisnonno che lavorava la terra ai primi del Novecento: pieno di acciacchi, debilitato e ormai avviato ad una pensione che se all’epoca ci fosse stata forse non avrebbe avuto il tempo nemmeno per goderla! Insomma, usando una metafora la politica di fatto ha affidato la Sanità Pubblica nelle mani delle cooperative sanitarie che, prima di spirare le faranno l’ultimo salasso, naturalmente non per darle sollievo, ma per mantenere in vita gli organi e poterli utilizzare con i pazienti che saranno in grado di pagare il ‘trapianto’. Non è certo colpa della sanità privata che legittimamente da quelle strutture sanitarie, gestite o prese in affitto, trae il giusto profitto, ma solo di una Classe Dirigente incapace la quale non ha reso onore alla bravura, alla preparazione e allo spirito di universalità del diritto alle cure mediche che i loro padri e nonni avevano creato 45 anni fa dopo lunghe discussioni e duri confronti sociali. Le conseguenze di tanta sciatteria oggi sono evidenti, basti pensare al sotto-finanziamento, alla carenza di personale, alle diseguaglianze, agli sprechi, alle inefficienze e al ‘privato’ che avanza spavaldo a marce forzate avido delle strutture e delle costose apparecchiature che presto andrà a conquistare completamente. Strutture e apparecchiature che mai si sarebbe potuto permettere se avesse voluto fare l’imprenditore in ambito sanitario/ospedaliero. Ora tutti gridano aiuto e gli SOS sono così tanti che confondono…al punto di non essere presi sul serio, specialmente se lanciati dalla politica politicante. Ormai i principi fondamentali dell’universalità, dell’uguaglianza, dell’equità sono stati ampiamente traditi e i più poveri privati della mancata esigibilità di un diritto fondamentale: la tutela della salute. Infatti, sono ormai interminabili i tempi di attesa per una prestazione sanitaria o una visita specialistica, al punto che si è creata la necessità di ricorrere alla spesa privata sino all’impoverimento delle famiglie o, peggio, alla rinuncia alle cure. I Pronto Soccorso sono in coma profondo e in molte regioni del Paese è impossibile trovare un medico o un pediatra di famiglia…figuriamoci vicino a casa! Insomma, tra Regione e Regione a causa delle enormi diseguaglianze è in atto un vero e proprio esodo Sanitario. Ora i progetti di coloro che in buona fede dicono ‘ci penso io’ sono tanti, ma la verità è che si è messo in moto un meccanismo sociale perverso che dovrà esaurire il suo corso prima di poter vedere un’inversione di rotta. Quando? Forse alla fine del 2030. La pandemia e la paura da essa provocata ad arte ci ha fatto entrare in una sorte di oblio e non ci siamo accorti che qualcuno stava tramando per accelerare un processo di privatizzazione peraltro già in corso da anni. Accidenti, il Servizio Sanitario Nazionale ha appena compiuto solo 45 anni, ma li porta malissimo! 


 Angelo Santoro

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