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  • 26/02/2024 19:23

Rifondazione sul sentiero dei Carbonai di Bagni di Lucca.

Ancora una volta ha vinto l’arroganza della politica, quella politica insensibile all’ambiente, al

patrimonio storico culturale, irrispettosa delle volontà dei cittadini, che col falso pretesto di una

strada per l’antincendio ha voluto realizzare una strada per il disboscamento in un’area a più alto

pregio di tutto l’Appennino settentrionale. Lo stravolgere quello che stato l’antico Sentiero dei

Carbonai, una mulattiera, non certo una strada, utilizzato dai partigiani della XXI Zona, oltre che

un’offesa all’ambiente è un’offesa a tutti quegli eroi che hanno dato la vita per la nostra

Liberazione, è un’offesa a tutti color che si riconoscono in tali valori.

E’ vero, che il comune di Bagni di Lucca è ad alto rischio di incendi boschivi, ma è anche vero che

nell’area dove si è voluta costruire forzatamente quella strada antincendio, negli ultimi 40 anni vi se

ne è sviluppato uno solo, per accertarsene basta consultare il sito della Regione Toscana:

https://www502.regione.toscana.it/geoscopio/incendiboschivi.html e si vedrebbe che le aree dove

vi è necessità di piste antincendio sono ben altre e ne sono sfornite. Inoltre l’area in oggetto ha

esposizione orografica verso est, caratterizzata pertanto da elevati tassi di umidità e da scarsa

vegetazione del sottobosco e pertanto a basso rischio incendio, mentre prevalentemente gli

incendi, per ovvie ragioni, si sviluppano nei versanti esposti a sud ed a ovest.

Dietro questo falso pretesto si nasconde la vera volontà, quella di costruire una strada per il taglio

del bosco, un primo avamposto per in futuro prolungarla alla vallata sinistra del Solco Grande, per

disboscare tutta quanta la vallata compresa nello spartiacque del Rio Pelago, tra l’Alpe Tre

Potenze e la Riserva Naturale dell’Orrido di Botri. Fatta per tagliare quei boschi demaniali del

comune di Bagni di Lucca, ma proprio perché demaniali appartengono al bene comune collettivo:

paesaggistico, storico e culturale e non colturale da mettere a reddito. Faggete che oltretutto il

parere del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità di Lucca ha consigliato di mantenere ad

evoluzione naturale.

I primi ottocento metri di strada sono ormai stati realizzati, calpestando la volontà dell’ANPI, di

associazioni culturali, sindacali e ambientaliste, con strafottenza ed arroganza, senza un nessun

confronto. Come Rifondazione Comunista ci dissociamo da tale politica.

La ricchezza ambientale, storica e culturale, ricca di biodiversità che contraddistingue quella parte

di Appennino deve essere salvaguardata strenuamente e pertanto come Rifondazione Comunista

proponiamo un ampliamento della Riserva Naturale dell’Orrido di Botri estendendola a tutto lo

spartiacque del Rio Pelago, tra l’attuale riserva e l’Alpe Tre Potenze.

Ma, in considerazione che i monti di Bagni di Lucca sono stati la sede, in località Rafanella, del

comando partigiano dell’XXI Zona vogliamo andare oltre e proponiamo di estendere la riserva

naturale sino al Torrente Scesta, facendo diventare tutta quell’area il primo “Parco Storico Naturale

della Resistenza”. Dove cultura e storia, in un ambiente incontaminato, consegneranno alle

memorie future i valori che hanno contribuito alla nascita della nostra Repubblica con la

Liberazione dal nazi-fascismo

I commenti

Esistono delle leggi ed esse impediscono di disboscare. Per cui la strada può esser bella o brutta, ma non ci saranno disboscamenti.

Anonimo - 27/02/2024 00:12

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