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  • 10/04/2024 08:37

Piano operativo: i consiglieri di opposizione chiedono materiale integrativo e un ripensamento sull’iter scelto per l’approvazione

Piano operativo: i consiglieri di opposizione chiedono materiale integrativo e un ripensamento sull’iter scelto per l’approvazione, con l’obiettivo di scongiurare dubbi di possibile illegittimità: “non siamo stati messi nella condizione di lavorare ed esaminare ogni pratica in modo trasparente e consapevole”.

È una lunga memoria quella depositata e sottoscritta dai consiglieri comunali Francesco Raspini, Vincenzo Alfarano, Gianni Giannini e Chiara Martini per il Partito Democratico, Gabriele Olivati, Cecilia Lorenzoni e Lia Stefani per Lucca Futura, Daniele Bianucci per Sinistra con - Sinistra civica ecologista, Ilaria Vietina per Lucca è un grande noi, Valentina Simi per Lucca Civica-Volt-Lucca è popolare, Silvia Del Greco per Libdem, che rigettano, come già più volte spiegato e annunciato in commissione urbanistica, le modalità messe in campo dal sindaco e dagli uffici per arrivare all’adozione del piano operativo di Lucca.

“Nel modo in cui il Sindaco e l’ufficio urbanistica hanno deciso di procedere ravvisiamo un vizio procedurale che rischia di rendere illegittimo l’iter di approvazione piano - spiegano - Riteniamo, infatti, che il materiale messo a disposizione dei Consiglieri Comunali e della commissione Urbanistica per l’esame della delibera sia insufficiente perché carente di alcuni elementi decisivi ai fini della formazione di una corretta e informata decisione di voto. Nella memoria, che alleghiamo per intero, richiamiamo nel dettaglio le normative regionali, comunali e nazionali in merito all’adozione di questo tipo di atti, a dimostrazione di come quello che è stato deciso dal sindaco e dalla giunta, con l’obiettivo disperato di recuperare i 2 anni di tempo persi da quando si sono insediati, presenta profondi rischi di illegittimità”.

“Il problema è che negli allegati alla proposta di deliberazione non è infatti possibile rinvenire nessuna precisa indicazione in merito agli effetti dell’accoglimento (anche parziale) delle osservazioni. E questa è una carenza che noi consiglieri abbiamo evidenziato più volte nel corso delle varie sedute della commissione urbanistica, ma senza essere ascoltati: risulta infatti necessario, per mettere i consiglieri nella condizione di votare ed esaminare ogni passaggio e rendersi conto, con piena consapevolezza e trasparenza, di cosa significa accogliere o meno le osservazioni pervenute, rendere palesi le modifiche normative e cartografiche all’adottato Piano Operativo, integrando la documentazione prodotta dall’Ufficio di Piano con gli elaborati costituenti come conformati sulla base delle osservazioni: serve in sostanza vedere come si intendono cambiare le norme e le cartografie.

L’assenza di questa documentazione, oltre a rappresentare un notevole vulnus nel procedimento amministrativo, non permette ai consiglieri comunali di riscontrare e comprendere  le modifiche al Piano Operativo, non permette cioè di avere un’esatta visione di come lo si intende conformare in funzione dei contributi forniti dai cittadini, associazioni, ordini o collegi professionali e enti”.

“In sintesi è come chiedere ai consiglieri di votare a scatola chiusa un qualcosa che non comprensibile fino in fondo. L’impossibilità comprendere la proposta di Piano Operativo conformato in conseguenza dell’accoglimento delle osservazioni rende praticamente impossibile per un consigliere comunale proporre modifiche al testo deliberativo, limitando se non annullando un suo proprio diritto/dovere. E non è certo pensabile rimandare l’esercizio di questa facoltà alla successiva fase di definitiva approvazione del Piano Operativo, successiva allo svolgimento della Conferenza Paesaggistica, come prevista dall’Accordo di Programma Mibact - Regione Toscana, dal momento che, in quella sede, il testo sarà  già  necessariamente “blindato” dagli esiti della Conferenza Paesaggistica stessa”.

“Insomma, questa modalità di lavoro - proseguono i consiglieri - portata avanti in modo del tutto arbitrario dall’amministrazione, mette i consiglieri comunali - tutti quanti, sia di maggioranza che di minoranza - nell’impossibilità di esprimersi con cognizione di causa esponendoli personalmente al rischio di collaborare con il loro voto a un atto potenzialmente illegittimo, con tutte le conseguenze del caso vista la rilevanza degli interessi in gioco. I consiglieri, che per legge hanno il dovere di esprimersi sulle controdeduzioni predisposte dall’ufficio alle osservazioni dei cittadini e degli enti, sono costretti a svolgere la loro funzione senza avere nessuna visibilità sul testo destinato, all’esito del procedimento, a produrre gli effetti giuridici tipici della normativa urbanistica. Ecco perché è assolutamente inopportuno demandare all’ufficio, come invece prevede la proposta di deliberazione al punto n.3 “l’adeguamento degli elaborati al Piano Operativo conseguenti all’esito delle controdeduzioni ai fini dell’attivazione della Conferenza Paesaggistica”. 

In questo modo, da un lato, si sottrae al Consiglio Comunale, in modo ingiustificato, la visibilità su come un’osservazione accoglibile o parzialmente accoglibile viene tradotta in norma giuridica e di conseguenza la possibilità  di verificare la corrispondenza tra il “prodotto” (la norma o le carte) e le “premesse” (la controdeduzione tecnica). Dall’altro, di fatto, si toglie anche la possibilità  di intervento sul testo normativo dal momento che è solo in questa fase, cioè prima della Conferenza Paesaggistica - che lo stesso è utilmente modificabile. 

In definitiva: dove sta scritto che solo la struttura burocratica dell’ente, e magari il Sindaco e qualche componente della Giunta, ha diritto ad avere l’esclusiva sulla visibilità  delle modifiche apportate al testo normativo e alle cartografie sulla base delle osservazioni pervenute? Dove sta scritto che il Sindaco e il Dirigente hanno il diritto di sottrarre queste delicate informazioni alla visione dei componenti dell’organo che, in fin dei conti, è effettivamente titolare del potere regolatorio, cioè il Consiglio Comunale? E non sta scritto da nessuna parte, neanche nell’accordo di programma più volte citato dal Dirigente, che il consiglio comunale debba votare al buio su uno degli atti principali di una pubblica amministrazione”. 

“Per tutti noi, quindi, omettere l’esposizione di materiali essenziali per consentire ai consiglieri comunali di svolgere in modo compiuto il proprio ruolo, costituisce un serio pregiudizio alla legittimità  del procedimento che rischia di rendere precario il provvedimento finale di fronte ai numerosi controinteressati. Di più: questo modo di procedere apre alla possibilità  che la volontà  del Consiglio possa essere manipolata in una fase successiva a quella della votazione schiudendo scenari ulteriori e più gravi rispetto alla mera illegittimità amministrativa dell’atto. Scenari che, ne siamo certi, l’amministrazione comunale intenderà senz’altro prevenire correggendo la rotta e mettendo a disposizione di tutti i consiglieri comunali, con congruo preavviso rispetto alle sedute nelle quali sono previste le votazioni, sia in Commissione che in Consiglio Comunale, i materiali finora mancanti e che anche oggi abbiamo ancora una volta formalmente richiesto al sindaco e al dirigente. In assenza di questo materiale specifico (elencato in ultima pagina nella memoria allegata) ci troveremo costretti a reiterare formalmente i dubbi di legittimità sull’atto che andrà in approvazione anche in Consiglio Comunale”. 

I commenti

@ma se? Una insinuazione che è solo malevola e dettata dalla malafede: lo dimostri, se c'è anche una sola persona, nel Comitato che ha presentato 16 osservazioni, una per ogni nuovo intervento edilizio putroppo adottato dalla passata Amministrazione, che avrebbe tratto un vantaggio personale se quelle osservazioni fossero state accolte, e che comunque sono state tutte respinte. Quello che si legge oggi sui giornali, che sono invece state accolte le osservazioni di una immobiliare, che ha chiesto per l'immobile ex Telecom in piazza Italia la trasformazione in appartamenti di minore metratura, per poterne realizzare di più e massimizzare il profitto, ne è la prova provata. Le osservazioni in aumento sono accolte, quelle, in diminuzione dei volumi e a salvaguardia del verde, dei Comitati, tutte respinte. Dove è l'interesse? La delegittimazione, demonizzazione e perfino criminalizzazione dei Comitati è un esercizio molto di moda a Lucca, da anni. Ma quanto daranno fastidio ai politici, a quelli di prima come a quelli di ora: entrambi hanno un solo obiettivo, schiacciarli, e, al di là
delle false parole, ci riescono benissimo.

55 gradi all'ombra - 11/04/2024 12:23

La questione del piano operativo rende lampante il fatto che a Lucca chi decide non sono i partiti (il piano è esattamente lo stesso), ma la forza di alcune categorie economiche.
Tutto ciò è demoralizzante.

Boh - 11/04/2024 12:11

e se anche i comitati fossero manipolati per interessi personali economici dai loro leader o per fini politici dai partiti?

anonimo - 11/04/2024 11:01

Ma se l'hanno concepito, voluto, votato l'adozione, loro! E, a loro volta, non accolsero (e in che modo, qualcuno se lo ricorderà!)le osservazioni dei cittadini al piano strutturale, padre del cemento di questo piano operativo. Va a finire che chi ha voluto questo piano (che in un quartiere, S.Concordio, cementifica praticamente ogni ultimo pezzetto di verde rimasto dentro il cd territorio urbanizzato) non ha oggi i voti per approvarlo, e chi non lo voleva e ci ha pure fatto la campagna elettorale contro, vincendoci le elezioni, lo approverà "perché non può fare altrimenti" (?) prendendosi di fronte la città la responsabilità politica di una porcheria che hanno fatto gli altri. Una graziosa commedia delle parti in cui è difficile non pensare che i politici siano già tutti daccordo e in cui i comitati, come al solito, sono traditi e presi in giro. Ma non è solo quella che appare una falsa schermaglia tra le due fazioni politiche, è lo strumento del piano operativo, che serve ad attribuire le rendite immobiliari, e quando le regala, senza un interesse pubblico, a qualche beneficiato, a creare conflitti, veri, tra i cittadini: tra il 97 % delle osservazioni, che chiede, piu o meno, di "rendere murativo il mio campo" , "far rientrare il mio terreno che è sul confine dentro il territorio urbanizzato", "aumentare le possibilità edificatorie o le funzioni che già ci sono sulla mia area dismessa", e i 3% delle osservazioni in cui comitati di cittadini chiedono di salvare il verde. Il vero conflitto è tra gli interessi privati dell'aspettativa di guadagno e quelli pubblici della salvaguardia del verde, perchè non è vero che c'è bisogno di costruire, e la politica tutta, quelli di prima come quelli di ora, sta dalla parte dei privati che aspirano ad aumentare (presuntivamente) il valore economico delle loro proprietà. Come diceva bene, Dante, dei lucchesi! Non è vero che c'è bisogno di costruire a Lucca, questo è il punto, negato dal piano strutturale e conseguentemente dal piano operativo. Non c'è da meravigliarsi quindi se la politica appena può bastona i comitati dei cittadini che vorrebbero salvare il verde. Uno si immaginerebbe che dovrebbe essere l'opposto, la priorità a chi tutela l'interesse pubblico,
invece le linee guida date agli uffici per istruire le osservazioni pare abbiano fatto sì che qualche osservazione di privati sia stata accolta, quelle dei Comitati tutte respinte. Saranno i 55 gradi all'ombra della imminente estate e il crollo del mercato immobiliare ad azzerare le immotivabili rendite urbanistiche regalate col Piano Operativo.

55 gradi all'ombra - 11/04/2024 09:00

Gli assi viari di Lucca sono una barzelletta nazionale!!! Il primo progetto, fatto dalla SALT (detto SALT 1) risale al 1989. Sono passati 35 anni. In questi 35 anni hanno realizzato il collegamento Lucca Est - Lucca Ovest e la bretellina Lucca Ovest - Vicopelago. In tutto sono circa 4 Km di strade, dal che si deduce che sono andati al ritmo di meno di 115 m lineari di strada all'anno. Considerato che la parte mancante, prendendo in esame solo quello che dovrebbe interessare a Lucca (quindi asse Nord - Sud e complanare Ovest - Est, quest'ultima per ora assurdamente stralciata) sono circa 12 Km ci si può aspettare, a questo ritmo, che i lavori finiranno nel 2124 circa, ovvero tra un centinaio d'anni. I partiti lucchesi e capannoresi (peggio!) temono un confronto con i comitati più della peste. Per cui o un ente superiore imporrà a Lucca gli assi viari, oppure i nostri prodi politici continueranno a scivolare come saponette. Se poi un autoarticolato sfonda una casa a Marlia/Lammari, oppure ammazza un ciclista alle Tagliate di ciò frega una bella sega a tutti. Ma non l'avete capito che l'unico modo di fare gli assi viari è farli a pezzi, solo a spese del comune di Lucca, inserendo i lotti nei vari piani quinquennali delle opere pubbliche???? Se dal 2000 ad oggi il Comune avesse fatto un Km di assi viari ogni cinque anni, oggi ne avremmo 4 Km su 12 già fatti e questo alla chetichella, senza grandi scontri con i comitatisti. Basta con questa lunga sbriosciata degli assi viari!!! Ci siamo rotti. Avanti con le ruspe a pezzi!!!

anonimo - 10/04/2024 18:12

i consiglieri di opposizione sono alla frutta. infatti si nota che qualcuno di loro non ha firmato il ridicolo appello...

anonimo - 10/04/2024 09:43

Ma, per capire, quale è la posizione dell'"Opposizione" e del PD in consiglio comunale, rispetto a questi benedetti/maledetti Assi Viari?
Oppure si traccheggia per evitare di schierarsi, in attesa di vedere da quale parte convenga di più appoggiarsi?

frem - 10/04/2024 09:31

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