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  • 04/06/2024 19:12

COME USCIRE DALL’ORLO DEL BARATRO DELLA GUERRA ATOMICA ?


 
 
 
L’Ucraina che circa un anno fa iniziava  una controffensiva per riconquistare i territori perduti nella guerra con la Russia, non solo non è stata in grado di fare nessuna controffensiva , ma ha perso nuovi territori a favore della Russia. Quindi gli strateghi Ucraini fantocci del Pentagono,  hanno mandato al macello migliaia di soldati  con un  disastro strategico di vite e rovine. 
 
Ora la  Nato rilancia un’altra “cialtroneria strategica” ma molto più pericolosa non solo per l’Ucraina ma per il Mondo intero.
 
L’invio di armi letali all’Ucraina, capace di colpire in profondità la Russia, cambiando  il paradigma esistente, con l’Ucraina che passa  dalla  guerra difensiva (o di resistenza)  a  guerra offensiva  della Ucraina/ Nato contro la Russia.
 
La Russia ha già risposto alzando ulteriormente il tiro: dicendo che la risposta all’invio di armi capace di colpire la Russia , sarà l’uso di armi tattiche nucleari ed anche la distruzione delle armi  che vengono spedite all’Ucraina nei Paesi di partenza  .
 
La razionalità dovrebbe far capire alla Nato e soprattutto alla UE , che ogni possibile soluzione della guerra tra Ucraina e Russia non dipende dalla deterrenza con l’invio di nuove armi, a contrario , inizia con l’apertura di un negoziato tra le due parti, direttamente o attraverso intermediari, a partire dal il cessate il fuoco ed il cessare la fornitura di armi, al fine di  una soluzione pacifica duratura.
 
Ma la realtà è fatta anche di interessi economici e con la guerra in Ucraina, i Paesi dell’UE e Nato hanno ampliato le loro attività in campo militare  con un business verso la  ricerca, produzione, trasferimenti di armi, iniziative di difesa e sicurezza, con l’Europa sempre più coinvolta   oltre che nel sostegno economico anche nel fornire all’Ucraina armi più potenti, intelligenti, con lo slogan “se l’Europa arma l’Ucraina, arma se stessa”
 
Quindi , la stragrande maggioranza dei Paesi Nato si sono espressi favorevolmente sulla proposta di espansione della guerra fatta dal Segretario della Nato Stoltenberg , ma anche chi si dichiarato contrario come l’Italia Spagna e Belgio, non può comunque essere considerato un Paese neutrale, per il semplice fatto che,  ad esempio: se la Russia bombardasse le nuove armi che dalla polonia vanno in Ucraina nel territorio polacco, scatterebbe l’art. 5 della Carta Atlantica che in caso di attacco Russo anche ad un solo Paese ,  obbliga tutti gli altri Paesi Nato ad entrare nel conflitto contro la Russia. Non dobbiamo nemmeno mai dimenticare che l’intera penisola Italiana  è considerata come una grande portaerei Americana con oltre 60 basi Americane/Nato e testate  atomiche piazzate in molte base Americane tra cui quella di Tombolo a Livorno.
 
Quini in caso di allargamento del conflitto non solo siamo obbligati ad entrare in guerra, ma siamo anche il Primo Paese che per la sua valenza strategia potrebbe essere colpito con armi atomiche.
 
Tutti sappiamo che la “Conferenza di Pace” indetta dall’Ucraina in Svizzera il  15 e 16 giugno 2024,è soltanto un modo per cercare il sostegno internazionale alla guerra che l’Ucraina su delega degli USA vogliono continuare fino alla vittoria sulla Russia.
 
L’UE e i governi europei si sono finora rifiutati di lavorare per una fine negoziata della guerra tra Ucraina e Russia.
 
Nell’attuale dibattito per le elezioni europee, la questione dei negoziati e di un’iniziativa dell’UE per porre fine alla guerra dovrebbe essere inserita nell’agenda dei candidati, dei partiti politici e dei governi.
 
Dovrebbe essere il  prossimo Parlamento europeo a convocare una conferenza esplorativa che coinvolga le due parti e avviare una discussione su un possibile ordine di pace e sicurezza in Europa dopo la guerra in Ucraina. Ma ad eccezione di pochi candidati non ci sono espressioni de genere.
 
Personalmente pensavo che solo la lista “Pace Terra e Dignità” capeggiata da Santoro avesse una posizione giusta e coerente, ma in una recente intervista Santoro ha sostenuto cose che non condivido, dicendo che in questo momento l’Italia non deve uscire dalla Nato e  la NATO non va sciolta perché sarebbe come rinunciare alla nostra difesa, dimenticando che l’Italia è considerata dagli USA/NATO una loro portaerei  con 56 basi militari americane/Nato e molte testate atomiche  sparse per l’talia ... per cui in caso di allargamento della guerra , non c’è dubbio chi l’Italia sarebbe la prima ad essere bombardata .   
 

Umberto Franchi 

I commenti

coraggio Vladimir: Umberto è al tuo fianco e ti sostiene. Non puoi perdere!

anonimo - 05/06/2024 15:49

Si è dimenticato che se fossero coerenti con se stessi, quei fantocci non dovrebbero stare nel 'covo' dei cattivi, ma dovrebbero far le valige ed emigrare nel loro 'paradiso' sulla Terra, e dovrebbero averlo gia fatto da mo', magari a quest'ora sarebbero governatori petrolieri di qualche isola artica.
Ahr! Ahr! Ahr!

... - 05/06/2024 10:18

Un attacco massiccio ai nodi logistici russi darebbe la spallata decisiva facendo crollare tutta la strategia criminale di Mosca. Essenziale radere al suolo le infrastrutture logistiche di Belgorod, Kursk, Rostov e Krasnodar. A quel punto vedrai che al tavolo della pace saranno costretti a sedercisi.

anonimo - 05/06/2024 03:14

Ci saranno anche i "fantocci del Pentagono", ma ci sono i fantocci della Russia. Lei, caro Franchi, esponendo certe idee, dimostra di essere appunto uno di questi secondi fantocci. Resta da capire se il suo fantoccismo sia consapevole o solo frutto di odio anti occidentale. In ogni caso, qualora fosse vero che l'Italia "... non può comunque essere considerato un Paese neutrale,....", allora Lei rischierebbe di diventare addirittura un traditore; cosa grave in caso di guerra. Detto questo mi piacerebbe sapere da Lei quali siano le grandi conquiste russe dell'ultimo anno. Di fatto hanno conquistato solo qualche piccola città e villaggio e ciò al costo di decine di migliaia di russi morti e di migliaia di civili ucraini uccisi in bombardamenti terroristici. Quanto alla sua allucinante idea, per cui ora l'Ucraina sarebbe passata "... dalla guerra difensiva (o di resistenza) a guerra offensiva della Ucraina/ Nato contro la Russia....", facile risponderLe che, applicando tale parametro, potremmo dire che nel 1943/44 Stalin passò dalla guerra difensiva alla guerra offensiva contro la Germania. Infatti secondo Lei, lo stesso bombardare la Prussia Orientale, mentre i tedeschi occupavano ancora territori sovietici, sarebbe da considerarsi come un attacco sovietico alla Germania...... lasciamo perdere....

anonimo - 05/06/2024 01:28

Intanto se gia non lo ha imparato deve imparare il Basic Galattico, poi dovete fare l'adunata planetaria per l'autoproclamazione di Palpatine ad imperatore dell'Imero Galattico o IV Impero, non prima di aver seguito un corso di deitalianizzazione e sottoporsi ad intervento di brainwashing con tecnica cinese.
Ed una volta insediato l'imperatore, inoltre dovrete giurare fedeltà all'imperatore ed inchinarvi al potere del lato oscuro della Forza, in modo da trasformarsi in un non morto.
Molto semplice.
Comunque, io l'antifurto ce l'ho.

anonimo - 04/06/2024 23:51

La bimba atomica è ineluttabile ormai hanno attaccato la Russia con armi Americane sarà un bel risultato grazie ameri cani

Idos - 04/06/2024 20:11

l raid russo di domenica su Dnipro è stato terrificante, inconcepibile. Eppure, nella disumana insistenza con cui da 11 mesi le forze armate russe attaccano i civili ucraini, non è difficile scorgere un duplice disegno. Fallito, ma dalle spaventose conseguenze in termini umanitari e politici. Guardiamo attoniti quel condominio sventrato da armi progettate per affondare portaerei e leggiamo di intere famiglie cancellate dalla faccia della terra, poche ore dopo la notizia infernale di una bambina di pochi anni stroncata da un infarto: non reggeva più il terrore quotidiano. La Russia, dunque, dà fondo alle proprie riserve di armamenti strategici, bruciandole in tattiche sempre più simili a quelle dei conflitti globali del XX secolo: terrorizzare la popolazione, nella speranza di fiaccare governi che si credeva di poter spazzar via in poco tempo. Tornando al presente, Mosca punta a costringere Kiev almeno ad accettare una trattativa sui pochi territori conquistati ed effettivamente controllati dall’armata. Un calcolo mostruosamente cinico e sbagliato, perché – come riportano tutte le cronache dai fronti di guerra e dal Paese aggredito – un dato è certo: i lutti, le sofferenze e le privazioni hanno cementificato giorno dopo giorno l’orgoglio di un popolo e la ferrea volontà di combattere. Nelle stesse ore in cui un palazzo veniva sbriciolato da un’arma progettata per intaccare la supremazia sui mari del nemico di sempre, gli Stati Uniti d’America, sono piovute le allucinate parole pronunciate con glaciale indifferenza al Cremlino: «Raggiunti gli obiettivi». A parlare è Vladimir Putin, il dittatore fuori controllo che avrebbe voluto chiudere la pratica in tre giorni e oggi canta vittoria per aver piantato la bandiera (anche se l’Ucraina smentisce) su un cumulo di macerie un tempo chiamato Soledar e perché un missile ha fatto strage di civili in una città ben lontana dal fronte. Putin sa che non spezzerà l’Ucraina così, ma non ha altra strategia militare. Quanto a noi, si rischia di pensare che non ci sia nulla di nuovo, nulla di diverso da settimane e settimane di orrori e sconfortante violenza inconcludente. Si rischia, in sostanza, di assuefarsi non solo all’idea di una guerra “perenne” nel Sud-Est del Paese, ma anche alla cadenza dei massacri di civili. Una specie di ineluttabilità, in questa scheggia impazzita di guerra novecentesca precipitata sulla nostra testa e sui nostri cuori. Non possiamo permettercelo, oltre che per intuitive ragioni di carattere morale e umanitarie, molto più prosaicamente perché ben presto – ed eccoci alla seconda parte del disegno strategico di Putin, l’unico in cui si possa vedere non solo brutalità fine a sé stessa – tutto l’Occidente sarà chiamato a prendere decisioni politicamente delicatissime nel sostegno all’Ucraina. Se quest’ultimo non è in discussione, è certo che il governo di Volodomyr Zelensky chiederà ancora più armi, sempre più sofisticate e integrate nell’arsenale occidentale. Rispondere sì o no dipenderà anche da valutazioni sulle scorte di armamenti di qualità di tutti i Paesi interessati, compreso il nostro. Un conto, infatti, è parlare di fondi di magazzino o di vecchi carri armati di Paesi oggi nella Nato ed ex Patto di Varsavia. Un altro inviare sistemi di difesa aerea di ultima generazione, avanzatissimi carri Leopard II tedeschi (in efficienza ce ne sono ben pochi, ma questo è un altro discorso) o gli americani Abrams. Sono scelte dalle ricadute politiche pesantissime. Alcune in grado di definire o comunque influenzare la politica estera per lungo tempo: un “di qua o di là”. Meglio prepararsi anche da noi a un dibattito serio e serrato, perché presto potrebbe non essere più sufficiente dire «Stiamo con l’Ucraina». Come, a quali prezzi politici e spendendo quanto per armare Kiev e non disarmare noi andrà spiegato nel dettaglio al Paese. Con il dovuto rispetto, altro che parlare del pieno di benzina. di Fulvio Giuliani

Anonimo - 04/06/2024 20:05

siamo alla follia pura. Non ti mettere a discutere con un i....a che ti trascina sul suo campo e ti batte con l'esperienza.

anonimo - 04/06/2024 19:25

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