Unione Comuni Garfagnana, approvato all’unanimità il bilancio di previsione 2025-27
Il Consiglio dell’Ente ...
Mercanti (PD): “Il sindaco Pardini non prende le distanze dal pluripregiudicato latitante Palmeri invitato a parlare in un evento tenutosi in uno spazio comunale al quale ha presenziato anche l’assessore di Casapound Barsanti: Lucca nuovamente messa in imbarazzo da chi sta amministrando la città”.
Valentina Mercanti, consigliera regionale del Partito Democratico, commenta la mancata presa di posizione del sindaco Mario Pardini circa la presenza di Andrea Palmeri, pluripregiudicato e latitante, all’evento organizzato dalla tifoseria Lucca Ovest al Centro Vignini: un evento, svoltosi in uno spazio comunale, che ha visto la partecipazione anche dell’assessore di Casapound, Fabio Barsanti.
“Definirsi moderato - spiega -, non vuol dire non prendere mai posizione su nulla, non avere opinioni o rispondere ogni volta "non c'ero e se c'ero dormivo". Anche se la presenza del pluripregiudicato e latitante Andrea Palmeri, che nella nostra città è legato a parole come violenza, paura, prepotenza, fascismo, non era annunciata all’evento in questione, non significa che questa amministrazione non potesse spendere due parole per prenderne le distanze. E chi ricopre un incarico pubblico - come l’assessore Barsanti che era presente - ha il dovere di alzarsi e di andarsene quando si trova davanti un latitante con sentenze passate in giudicato e se non lo fa, chi governa la città ha l’obbligo di prendere provvedimenti e chiarire apertamente che Lucca con certe ideologie neofasciste e con certi personaggi violenti e con problemi reiterati con la giustizia non vuole più avere niente a che fare. Ma ovviamente, anche stavolta, Pardini non spende mezza parola sulla questione, ma tenta di passare per vittima strumentalizzando a suo vantaggio l’intervento del consigliere Bianucci, a cui va la mia solidarietà, visto che non più tardi di qualche settimana fa è stato nuovamente gravemente offeso e verbalmente aggredito dallo stesso Palmeri via social”.
“Caro sindaco, non basta farsi fare le foto alle commemorazioni per Don Aldo Mei - ucciso dai nazisti il 4 agosto di 80 anni fa - per tentare di ripulirsi un po’ la faccia dopo aver accettato, due anni fa, di apparentarsi con Casapound per vincere: a certi ideali si rende omaggio parlando, dicendo apertamente che con soggetti come Palmeri noi e la nostra città non vogliamo avere rapporti. Non farlo è l’opposto di definirsi moderati: anzi, è un’offesa a chi, anche da posizioni moderate, non ha paura di prendere le distanze da tutti coloro che negli anni hanno seminato in questa città e in questo paese paura e violenza”.
“E non soltanto: il sindaco stesso ha spiegato con candore che avrebbe partecipato volentieri all’evento, purtroppo impossibilitato da altri impegni. Sempre meglio. Mi rivolgo direttamente ai cittadini lucchesi, ai moderati, a chi storce il naso di fronte agli estremi e agli estremismi, a chi ha vissuto sulla propria pelle gli anni di violenza perpetrata da Palmeri e dai suoi fedelissimi: fatevi sentire. Siamo di fronte al tentativo di legittimare un pluripregiudicato. Mario Pardini non è più un cittadino qualunque, che può alzare le braccia scoraggiato di fronte a una vicenda: Mario Pardini è il sindaco. Rappresenta, come ama ripetere, tutta la città. E ha l’obbligo, morale e istituzionale, di denunciare alle autorità competenti un pluripregiudicato latitante: non possiamo accettare di essere di fronte a un primo cittadino che legittima, minimizza, fa la vittima”.
“Chiudo: è stata segnalata la presenza di Andrea Palmeri alle autorità competenti? A questo punto questa diventa una domanda a cui si esigono risposte chiare e nette”.
Vero che le sue domande non hanno alcun senso. Ma proverò a risponderle.
"Paghiamo gli stipendi dei consiglieri regionali per queste domande senza senso?"
No. Paghiamo lo stipendio al sindaco perché non dia risposte quando c'è da parare le spalle ai neofascisti.
"Se c'era la Digos, le autorità competenti erano già presenti, e comunque Palmeri non era lì fisicamente. Dovevano arrestare l'altoparlante?"
Nessuno ha detto che c'era la Digos (lei ha informazioni in merito o spara a caso?). In compenso c'era sicuramente un assessore, che in quanto pubblico ufficiale avrebbe dovuto fare il suo lavoro (denunciare immediatamente l'accaduto) ma non l'ha fatto. Infine non c'era da arrestare nessuno, solo da segnalare la cosa per facilitare la cattura di un latitante e per denunciare a piede libero colui (o coloro) che ha organizzato il collegamento (e io una vaga idea di chi sia stato ce l'ho).
“Chiudo: è stata segnalata la presenza di Andrea Palmeri alle autorità competenti? A questo punto questa diventa una domanda a cui si esigono risposte chiare e nette”.
Paghiamo gli stipendi dei consiglieri regionali per queste domande senza senso? Se c'era la Digos, le autorità competenti erano già presenti, e comunque Palmeri non era lì fisicamente. Dovevano arrestare l'altoparlante?
Mi tocca pure apprezzare e condividere quel che scrive la Mercanti, parola per parola: la situazione è più che mai seria e preoccupante.
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