Unione Comuni Garfagnana, approvato all’unanimità il bilancio di previsione 2025-27
Il Consiglio dell’Ente ...
Lasciamo perdere la mitologica "Gentucca", che Lucca con l'Alighieri c'entra meno di tanti altri posti. Quanto agli "Uffizi Diffusi", il progetto vuol stabilire un primato culturale regionale del museo fiorentino, il quale si pone come coordinatore ed erogatore di proposte a livello regionale. Ottimo, questo va benissimo per i centri minori già granducali, ma va meno bene per città come Pisa e Siena, le quali hanno prodotto cultura in modo autonomo da Firenze e quindi sono storicamente centri di elaborazione di alto livello. Pescia era un centro del Granducato e quindi storicamente legato a Firenze. Lo stesso vale per la lontana Pontremoli, non toscana dal punto di vista etnico, ma toscana dal punto di vista politico perché, per secoli, exclave granducale. Naturalmente le varie Pisa, Siena e Massa (Lei cita il castello Malaspina) non erano scatole chiuse e interagivano culturalmente con Firenze. Massa non è etnicamente toscana, né mai lo fu politicamente, ma certo aveva delle cave...in verità quelle preferite da Michelangelo erano a Carrara e non a Massa, ma tant'è. Massa e Carrara avevano rapporti culturali importanti con Firenze, con Lucca e con Genova. Lucca poi ha mantenuto il ruolo di capitale fino alla metà del XIX secolo, per cui era un centro di produzione artistica e artigianale di alto livello (basti pensare all'abbigliamento e all'arredamento). Visto questo considero ridicolo pensare a sezioni staccate dei musei fiorentini in posti come Lucca, Siena e Pisa. Queste città hanno il dovere di valorizzare ciò che hanno prodotto e non possono ridursi a usare il nome di un famoso museo fiorentino. Se poi si parla di mostre la faccenda è diversa. Le mostre, purché ben fatte, si realizzano in collaborazione con i partner che si vuole, Uffizi compresi. Ma una mostra è una cosa, una sezione periferica è un'altra. Quanto ad Elisa B(u)onaparte, a Firenze portò poco o nulla. Anche perché il pomposo titolo di "granduchessa" era privo di effetto essendo i tre dipartimenti toscani nient'altro che entità periferiche dell'Impero Francese. Elisa, donna tirchia e dalle smodate ambizioni, si gloriava di un titolo granducale a cui non corrispondeva alcun stato; ella era solo una governatrice di tre dipartimenti nominata dal fratello in barba alle leggi. L'unico stato internazionalmente riconosciuto, pur satellite dell'Impero, che i Baciocchi potevano dire di governare era il Principato di Lucca e Piombino, dove, quando tutto crollò, consapevoli della loro situazione, tornarono velocemente quanto inutilmente. Semmai sarebbe da vedere quali preziosi arredi furono trafugati dal Palazzo Ducale di Lucca dopo l'annessione al Granducato del 1847 e anche dopo l'unità d'Italia. Quegli arredi andrebbero semplicemente restituiti, altro che Uffizi diffusi!! Ma poi, visto come i lucchesi tengono il Palazzo Ducale...... meglio resti tutto a Firenze o altrove. PS Lucca ha scelto altre vie??? Quali???? Io vedo il nulla o poco più.
anonimo - 27/08/2024 05:15Il livello degli assessori alla cultura a Lucca è sempre quello da decenni e i programmi culturali sono gli stessi da decenni. Ovvero cultura uguale manifestazioni. Idee per musei, laboratori, didattica, ecc. uguali a zero o poco sopra. Però gli assessori sono una cosa e la città è un'altra. Necessario che la città cominci a battere qualche colpo.
anonimo - 27/08/2024 04:44Apprezzo il suo ragionamento "Servono altri Uffizi diffusi oltre a quelli che la storia ci ha lasciato? Per me no. Servirebbe semmai valorizzare quel che abbiamo, cosa che proprio non sappiamo fare."
Ma scusi, lo sa chi sono gli assessori della Cultura e del Turismo? Questi non sanno neanche quali e quanti siano le opere d'arte che ci sono nei magazzini lucchesi. Gente che pensa che cultura sia il circo della musica o il carnevale sulle mura. Ma di che stiamo parlando??????????
Uffizi Diffusi è un progetto di cinque anni partito nel 2021 con cinque mostre che si inseriscono nelle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Qui già, pensando all'episodio di Gentucca, qualcosa Lucca poteva fare.
Il progetto Uffizi Diffusi approfondisce il legame tra il territorio toscano e le collezioni del museo per cui ad esempio nell'estate 2023 si sono svolte mostre con due capolavori di Raffaello a Pescia e di Hayez a Pontremoli.
Dal 10 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024 poi il Castello Malaspina di Massa ha ospitato una mostra che parla del rapporto tra Michelangelo Buonarroti e il marmo delle Apuane.
Anche qui la Versilia poteva e può inserirsi come ha fatto con la mostra sugli Egizi in corso a Forte dei Marmi, unica mostra lontana da Torino per le celebrazioni del bicentenario del museo Egizio.
La Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti è parte delle Gallerie degli Uffizi e Palazzo Pitti custodisce ancora molti pezzi che Elisa Bonaparte portò a Firenze al momento di passare da Principessa di Lucca e Piombino a Granduchessa di Toscana.
Lucca per la sua Storia di 2000 anni ha più di una possibilità di inserirsi in questo come in tanti altri progetti e reti nazionali e internazionali che sarebbero anche modi per valorizzare quello che possiede, ma ha scelto altre vie per sviluppare cultura e turismo.
Il progetto Uffizi Diffusi, ammesso esista ancora, ha un senso nel portare sul territorio interessanti opere non esposte. Ma su quale territorio? Direi sul territorio che fece parte di quello stato la cui dinastia regnante (i Medici) creò appunto gli Uffizi. Sono stato a Cerreto Guidi e valorizzare una villa medicea della profonda campagna granducale con opere ed oggetti degli Uffizi è ottima cosa. Cosa per altro fatta prima che l'ideatore dei cosiddette Uffizi Diffusi fosse direttore della galleria fiorentina. A Lucca l'operazione non avrebbe alcun senso. Il breve passaggio granducale ci ha lasciato le opere della Pinacoteca Nazionale; non occorre altro che valorizzare quel che abbiamo.
anonimo - 26/08/2024 02:57Grazie, capisco meglio cosa intendevi e direi che lo approvo.
Ma c'è comunque il problema della lucchesità, che secondo me contrasta la tua visione.
"Lucca diffusa" non è "lucchesità diffusa". Lucca diffusa sarebbe tirar fuori dai magazzini e dai tanti scavi ricoperti manufatti e opere e distribuirli nel territorio ridando valore a borghi, pievi, ville (e agganciarci tradizioni e artigianato ecc..). Una rete che andrebbe collegata a quelle nazionali e internazionali sulle stesse tematiche. Della Lucca Romana ad esempio fanno parte la Domus Romana, le Fattorie romane, la Villa di Massaciuccoli per cominciare. Non è un caso che il primo triumvirato si sia incontrato a Lucca che era una piazzaforte fondamentale. Cesare è stato a Lucca e tra poco esce il Gladiatore n.2, un veicolo mondiale cui agganciarsi al cui confronto la Lucca Mortis di Greenaway impallidisce. Si possono fare Storia, Memoria e Turismo. Probabilmente poi Museo Guinigi e Museo di Palazzo Mansi, stante anche i tagli pluriennali alla Cultura, non sono più funzionali e andrebbero uniti in un primo nucleo di Museo della Città. Si potrebbe unire tutto nel meraviglioso Palazzo Guinigi e ridare valore al vicino fu Museo della Francigena e alle reti dei Cammini. Da questo luogo potrebbero partire le reti locali sulle varie tematiche: Romani, Longobardi,Napoleonici, Fortezze e sistema di castelli e torri, Cammini, Musica ecc...
Altri esempi? a Lucca ha iniziato la sua carriera un certo Paganini che vi ha anche abitato ed è stato primo violino alla Corte di Elisa ma non si sente mai neanche nominare.
E che dire dei Longobardi? venivano dal Nord Europa e ci sono reti nazionali e internazionali che li studiano e diffondono. Possibile che Lucca che vanta la metà dei documenti originali longobardi del mondo non esista neanche in foto in questi circuiti?
E che dire della diffusione dei mercanti lucchesi in Europa?
Troppa Lucchesità ha soffocato Lucca che ha duemila anni di storia che parlano e che basterebbe iniziare ad ascoltare.
"Ecco, una Lucca Diffusa sarebbe un buon inizio."
Mah, questioni di punti di vista.
Io. da lucchese. credo che Lucca e "La Lucchesità", sarebbe meglio diffonderle il meno possibile...
Un progetto come gli Uffizi diffusi sarebbe utile appunto come occasione per tirare fuori dai magazzini e valorizzare quello che già c'è e per entrare in reti internazionali e così partecipare a eventi e progetti più ampi. E' l'unica possibilità per Lucca e non sarebbe neanche tanto difficile perché per la sua Storia si trova naturalmente inserita su importanti reti: Romani, Longobardi, Napoleonici, Cammini, Musica ecc..
Non è che non si sa fare, è che non c'è una visione, non interessa e non ci si investe. Esempi? Sui Cammini è stato paracadutato da Firenze il Museo della Francigena senza nessun coinvolgimento del territorio o vero collegamento con i Cammini. Risultato? tutto è finito a Tony Lazzaroni per apericene. Ostello di San Frediano abbandonato al suo destino e via con Air B&B, affitti turistici ecc.. Questa Giunta investe sulle Fashion Week o su Lucca Historiae che è una rievocazione paesana come al solito tirata su dagli amici per gli amici. Non si può ad esempio collegare questa manifestazione con centri, istituzioni, imprese nazionali e europee rilevanti e capaci che si occupano di storia romana, longobarda ecc.. e di valorizzazione turistica?
Ancora: possibile che Lucca con 2000 anni di Storia non abbia un museo della Città?
Fuori da Summer e Comics esiste solo Puccini, valorizzato male pure quello e basta vedere la miseranda fine del "maestro" Veronesi e del suo comitato. 11 milioni di euro investiti in epoca Covid, un assurdo, e pure buttati. Non si può sviluppare una città con la mentalità provinciale dell'occupazione per sventolare la propria bandierina o valorizzare il proprio feudino. Quella con cui per esempio questi nuovi amministratori piazzano Ezra Pound al Giglio. E poi? Fai il museo della Francigena. Bravo. E poi? servono programmi, progetti a lungo termine, servono Politiche che coinvolgano davvero il territorio dove si trovano tanti interessanti piccoli esempi. Ecco, una Lucca Diffusa sarebbe un buon inizio.
Lucca, fino al 1805, era una Repubblica e come tutte le Repubbliche non aveva una galleria di quadri e sculture appartenente al sovrano. Se andate a Venezia, che era una Repubblica, le grandi opere di Tintoretto e Tiziano le vedete nelle chiese e a Palazzo Ducale, ma non ci sono "gli Uffizi". Se andate a Genova lo stesso e anche Genova era una repubblica. Quando Lucca diventò un ducato, dopo il breve regno della celebrata tirchiotta di Ajaccio, a quel punto e solo a quel punto, i Borbone portarono in città una loro galleria con un capolavoro come la Madonna di Lucca di Van Eyck. Ma il destino dei Borbone era tornare a Parma, per cui, anche se Carlo Lodovico non avesse venduto i quadri, la preziosa collezione sarebbe finita oltre Appennino. Quando Lucca venne annessa al Granducato, tra chiusura di conservatori e università, il Granduca si degnò di regalare alla città di Lucca una bella collezione di quadri voleva sostituire quella dei Borbone. Questi quadri sono a Lucca da 170 anni e vengono proprio dagli Uffizi. Insomma gli Uffizi diffusi a Lucca ci sono dal 1855 e non sono mai stati valorizzati. Abbiamo Pontormo e Tintoretto, Veronese e Salvator Rosa, Domenichino, Luca Giordano, ecc. Tutta roba che arriva dagli Uffizi. Servono altri Uffizi diffusi oltre a quelli che la storia ci ha lasciato? Per me no. Servirebbe semmai valorizzare quel che abbiamo, cosa che proprio non sappiamo fare.
anonimo - 23/08/2024 02:361° maggio 1531 Piazza San Francesco, Lucca, 'La sollevazione degli straccioni'. Gli 'straccioni' all'epoca tenevano i libri contabili nel Convento di San Francesco, nella chiesa ancora è presente l'Altare di quegli artigiani, che in gran parte avevano la loro attività lungo la via del Fosso, o dei Fossi.
Con l'adunata tumultuosa di centinaia di artigiani della seta; chiedono il ritiro nelle nuove, punitive leggi che vietano loro l'attività in proprio.
Il 'potere' vietava a chi non era proprietario di telai, la vendita del prodotto, stoffe di seta.
Ma come è noto, il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
E di lì a poco, la crisi della seta, colpì tutti indistintamente, ricchi e potenti e poveri lavoratori, la crisi colpì anche chi aveva fatto la legge protezionistica a proprio uso e consumo.
La Storia si ripete, il diavolo fa bellissime pentole...
ma basta attendere.
Il signor Tempo è un vero galantuomo.
Mi fa piacere che l'intervento abbia aperto un piccolo dibattito. Certo in questi spazi non ci si può addentrare in disquisizioni su liberismo ecc.. infatti il testo mirava esclusivamente ai tanti commenti dolenti di tanti bei personaggi che si svegliano sempre a cose fatte e sempre come se fossero piovuti dalla Luna in quel momento. Quelle sì vuote parole senza costrutto. Invece lorsignori hanno governato 10 anni e fatto precise scelte politiche a favore del privato (vedi anche la Sanità) con qualche contentino per gli elettori. Invece è chiaro che non ci si può rimettere alla legge del Mercato perchè il Mercato non ha legge. Vincono le Feltrinelli, gli Air B&B, Amazon. E Lucca diventa cibo per turisti e se cerchi una libreria o un pronto soccorso o un ospedale decente ecc.. devi andare altrove. E' ovvio che non si possano mantenere attività, culturali e non, però si può costruire un ambiente in cui possano nascere e svilupparsi. Si potrebbe ad esempio vedere di portare gli Uffizi Diffusi a Lucca come già fatto in altre città della Toscana. Si potrebbero aprire collaborazioni con Università e aziende per fare ricerca applicata (non la ricerca astrusa di IMT che non ha ricadute sul territorio) industriale e scientifica e creare anche posti di lavoro. Si possono fare molte cose ma serve la Politica, coraggiosa, competente, fantasiosa. Affidarsi a leggi e criteri economici e finanziari finisce col creare pochissimi ricchi e tantissimi poveri. Grazie per le vostre opinioni
Fritz - 22/08/2024 11:23Chi chiude è per mancanza introiti o vogliamo dargli i soldi come al Caffè di Simo?
La scelta
I libri la gente li compra in rete e per questo le librerie chiudono. Finita la fiera. Tutto il resto sono balle. Quanto al iberismo, il mercato libero è un fenomeno naturale positivo che, come tutti i fenomeni naturali, va controllato nell'interesse di tutti. Se così non fosse non servirebbe avere un governo. Il controllo dev'essere il minimo necessario.
anonimo - 21/08/2024 01:48Si fanno di una droga...una vecchia droga che trova soltanto in Italia.
Quel particolare allucinogeno si chiama 'politica'.
Talmente 'fatti', che frequentano solo un mondo virtuale del tutto particulare.
Ma quelli di Difendere Lucca non dovrebbero essere contro tutte le droghe senza se e senza ma? Non mi sembrano molto lucidi…accusano la sinistra di favorire grandi librerie di sinistra che fanno chiudere piccole librerie di sinistra per poi difendere le librerie di sinistra chiuse e pure le libreria di sinistra ancora aperte. E io che credevo fossero librerie e basta! Ma che è, la settimana enigmistica del terzo millennio?! Meglio se per la cultura vi dedicate alla Fortezza delle idee e basta, che lì almeno ve la cantate e ve la suonate da soli tra vecchi rintronati, e fate meno danni.
anonimo - 20/08/2024 21:10Chiusura librerie, Difendere Lucca: “A sinistra la solita ipocrisia”
Lucca – Chiusura librerie, Difendere Lucca: “A sinistra la solita ipocrisia” Difendere Lucca interviene sulla chiusura di due librerie in città e sulle accuse rivolte da sinistra alla giunta Difendere Lucca interviene sulla chiusura di due librerie in città e sulle accuse rivolte da sinistra alla giunta: “Avrà pesato di più l’arrivo al governo di Lucca del centrodestra o lo sbarco in pieno centro di un gigante dell’editoria da sempre schierato armi e bagagli con la sinistra?“, si chiede il movimento, ricordando come la chiusura delle librerie sia avvenuta a distanza di non molto tempo dall’arrivo di una nota catena nazionale in città. “Se a questo aggiungiamo la concorrenza spietata del mercato digitale – continua Difendere Lucca – le voci di coloro che si stracciano le vesti per la chiusura di due attività accusando l’amministrazione comunale suonano a dir poco ipocrite. Il fenomeno delle piccole librerie che chiudono è indubbiamente preoccupante, ma si nota il consueto strabismo della sinistra cittadina che si accorge del problema solo quando chiudono attività in qualche modo legate a un certo ambiente umano, politico e culturale. Le serrande di altre librerie si sono abbassate negli ultimi anni – ricorda Difendere Lucca – almeno tre in centro storico, ma in quel caso nessun dibattito è stato avviato, nessun esponente della sinistra si è interrogato su quanto era accaduto. Men che mai lo ha fatto quando, prima di tutto in epoca a guida centrosinistra, decine di attività hanno chiuso per l’arrivo della grande distribuzione. O forse, non vendendo cultura, erano in quel caso meno importanti, come alcuni esponenti hanno candidamente ammesso“. Accusare poi la giunta Pardini di aver sfavorito in qualche modo queste realtà indipendenti a vantaggio dei grandi eventi – prosegue – significa piegare la realtà all’ideologia. E’ evidentemente il contrario: più presenze in città portano possibili acquirenti per le attività, comprese le librerie. Lo sforzo che questa giunta sta portando avanti per fare cultura, dopo anni di poco o nulla, è palese. E si sostanzia in un’attività incrementata a ogni livello – sottolinea Difendere Lucca – a partire dagli eventi del Teatro, ma anche da quelli organizzati in prima persona dal Comune, senza appaltare sempre a terzi la politica culturale cittadina. E’ emblematico invece di come il Pd promuova la cultura solo a parole il fatto che, nei mesi scorsi, abbia chiesto il supporto amico della regione per contestare l’uso troppo sbilanciato a favore delle iniziative culturali della ex cavallerizza. Uno dei tanti cortocircuiti di una sinistra che fa sempre due pesi e due misure” conclude Difendere Lucca.
Tratto da https://luccatimes.it/lucca-chiusura-librerie-difendere-lucca-a-sinistra-la-solita-ipocrisia
Liberismo ha prodotto e produce "enormi distorsioni", ma nel momento che lo 'controlla' non è più 'liberismo'.
Il 'liberismo tende naturalmente al monopolio, e certo monopolio NON dello Stato, ma privatissimo patologico monopolio.
La Storia ne è piena, dai "cartelli" dei produttori di lampadine, alle Sette Sorelle, ma non solo, la Storia è piena di 'fratelli'!
Il gatto che si morde la coda, il gatto.
Comunque, esitono Paesi, veramente pochi dove esiste assai 'AUTOCONTROLLO', ma l'autocontrollo in un Paese di avidi strutturali a tutti i livelli NON esiste, l'autocontrollo!
Paese di 'briai' cronici, ossia elegantemente con 'dipendenze' patologiche, che nel lungo termine uccidono l'economia.
Come esempio, per constatare in che Paese risiede, se ne può rendere conto se va a girare un pò, per le strade del piccolo Paese chiamato Danimarca, che certo non è un Paese anti-liberale ne anti-liberismo.
Purtroppo scrive uno vittima del 'liberismo' italico,
che per fortuna, per anagrafe, è a fine carriera.
E che vi duri!
oppure, come capiva qul sordo della famosa barzelletta...
Tanti auguri!
Il liberismo funziona meglio dei mercati controllati all'italiana (tipo tassisti, balneari, ecc.) purché si intervenga impedendo gli oligopoli e i monopoli. Lo Stato, invece di perder tempo a creare controllo rigido, che fa solo danni, dovrebbe attaccare le posizioni monopolistiche ed oligopolistiche, come per altro la legge prevede. Non solo quelle dei tassisti, ma anche quelle dei grandi distributori in rete. Ovviamente queste posizioni dominanti sono generate dalla tecnologia. Quando arriva una nuova tecnologia, chi la possiede o la padroneggia accumula enormi vantaggi. Per cui la rete informatica, che ormai conta quanto la vita reale, è oggi il luogo di enormi distorsioni. Basti pensare che se nella vita reale emettere soldi falsi è un reato, in rete i governi tollerano i cosiddetti "bitcoin", che altro non sono che moneta mafiosa legalizzata. Qualcuno, prima o poi, dovrà metterci le mani. Comunque, io stesso non sono distante dal capolinea, per cui saran cassi de' mmi figlioli e di chi resta.
Saluti
Il liberismo, che poi oggi sarebbe più corretto chiamare 'anarco-capitalismo', nel lungo periodo tende ineluttabilmente al MONOPOLIO!
Non è questione di demonizzare, è fondamentalmente questione pratica. O come più diratttamente scrivere...La distruzione dell'economia Nazionale, annessi e connessi.
Ieri parlavano degli affitti a Firenze, com'è lo stato di fatto, nel lungo periodo, i residenti 'normali' magari per famiglia abitanti la città da centinaia di anni, saranno tutti (TUTTI) espulsi.
Così Lucca ed altre città.
Un pò è nella Storia della città, l'ultimo caso simile negli ottocenteschi anni 80-90.
Io abito 'n mezzo al granturco, per famiglia, dal XVI secolo almeno, prima forse erin capanne coperte con le frasche. Ed ormai sono a 'fine carriera' senza figli ne nipoti.
Tantissimi auguri! Finchè dura! Tanto anche dopo l'estinzione dei dinosauri la Terra a continuato a 'girare'.
Oh, c'è anche uno che identifica il degrado di Lucca con la presenza di un negozio che vende derivati della canapa? Ma me lo spiega che cazzo c'entra? La destra antiliberista vorrebbe chiudere anche il settore della canapa. Tanto se si perdono migliaia di posti di lavoro a voi che ve ne frega?!?! Povera Italia!!
anonimo - 19/08/2024 03:40...ma non è che sarebbe meglio se chiunque potesse aprire una libreria quando vuole? Oppure il settore delle librerie deve essere un settore a numero chiuso? Chiuso per chi? Aperto per chi? Chi decide chi apre e chi non può aprire? Lo dico anche per quell'altro che ha il mito del "liberismo" quale fonte di ogni male. Come si dovrebbe fare nel mondo antiliberista? Ci dovrebbe essere un numero chiuso per le librerie? Chi può aprire? Chi non può? Chi decide? Ce lo spieghi Lei!!! Forse il problema non è Feltrinelli o chicchessia. Forse il problemino è che la gente si compra i libri in rete!!? Come ci compra le lampadine, i preservativi, le supposte, l'abbigliamento e perfino le scarpe..... Vita dura non solo per i librai. Vita dura per tutti i commercianti. Ma non dipende dal liberismo e dalla concorrenza, dipende dal fatto che esiste in rete un oligopolio commerciale. Che poi anche lì ci sono due o tre mega distributori mondiali che fatturano miliardi, ma ci sono anche centinaia di migliaia di piccoli distributori. Comunque il problema non è la concorrenza nel piccolo pollaio lucchese, bensì la concentrazione commerciale in rete. Roba che forse solo entità come gli USA o la UE potrebbero affrontare. Altro che pollaio lucchese!!
anonimo - 19/08/2024 03:37Le riflessioni politiche sono più che condivisibili.
È un peccato la.chiusura di due librerie che peraltro organizzavano eventi. Purtroppo penso però che la ragione delle chiusure sia esclusivamente di tipo economico e non politico La concorrenza dell'online è troppo forte. Feltrinelli è anche editore e vende online. Per lei i punti vendita rappresentano più che altro delle vetrine.
E' LIBERISMO!
la VOSTRA società l'ha voluto!
"Moneta cattiva scaccia quella buona" Sir Thomas Gresham (1519-1579).
Bimbi, adesso piangete?
Eh ragazzi, ormai qui il Re (ex re) è nudo, qui viene fuori tutto!
Dieci anni di barbarie abbiamo vissuto, l'Impero di Guerre Stellari... speriamo che quelli di adesso durino almeno altri dieci anni (ma anche venti, Barsanti è un giovane aquilotto) sennò poverini come fanno a riparare tutti i guasti?
Ah la sinistra la sinistra... che ha imperversato in Europa nell'ultimo secolo, infliggendoci i peggiori orrori nella storia dell'uomo, nonostante la lodevole opposizione di Italia, Germania e Spagna (e Stati Uniti).
Ma finalmente la benda ci è caduta dagli occhi e gridiamo forte "Sinistra Mai Più !!".
E se vi domandano "Sì, ma quale sinistra, quella di Marx o quella di Tambellini e Marcucci?" non affaticatevi il cervello... "la sinistra" è "la sinistra"
Da uno che se la prende coi parolai mi sarei aspettato un po’ di sintesi, e almeno qualche contenuto. Ma nisba, solo vuote parole e recrimazioni senza costrutto.
anonimo - 18/08/2024 10:54Si miei tempi, non lontano, ma anni 90 ci si trovava sui muretti, si scherzava e si dialogava..Poi sono sempre più apparsi internet vari , smartphone, Amazon, Twitter, facebook , Netflix ...Nessuno legge più nessuno dialoga più.
I vecchi (?) tipo di negozio durano poco, ci sono librerie multinazionali.
Chiudono molto negozi non solo librerie particolari frequentate da radical chich.
I libri orai compri al supermercato, alla COOPPE , AL Carrefour etcetc
Il mondo cambia velocemente e se vuoi avere una attività remunerativa ci devi pensare bene prima di aprirla, non bastano i sogni.
Apri forse una pizzeria o un kebab col wi di son sempre piene.
@Fritz
Amara e puntuale riflessione la sua, caro Fritz. Su cui concordo in pieno.
Per me è un dolore immenso che la Ubik abbia chiuso definitivamente e anche il Caffè Letterario.
La città dovrebbe riflettere. La Cultura non sono feste e lucine, ma luoghi dove ritrovarsi per parlare di cultura, per incontrare un autore, per avere qualche buon consiglio sulle ultime novità letterarie, per assaporare l'odore dei libri.
Sento ancora il dispiacere che provai quando chiusero la storica libreria Massoni e poi la Baroni e infine anche la Doroni, che vendeva libri scolastici e cartoleria.
E mentre oggi chiudono altre due librerie, ancora imperversa il negozio di Cannabis in via Fillungo.
Questo la dice lunga sui tempi che corrono, sul livello della nostra città e su quello che attende i ragazzi, gli adolescenti: nessun luogo dove ritrovarsi, solo la strada.
Lucca città della carta, di Cartasia, sì, ma non città dei libri piuttosto città della carta igienica, viste le grandi aziende del settore nostrane.
Che Dio ci aiuti!
È tanto, tanto triste.
L.M.
Purtroppo non si può che sottoscrivere parola per parola di quanto scritto. La nostra politica sia attuale che precedente è stata e si sta dimostrando del tutto incapace ad una programmazione e gestione consapevole della nostra città.
anonimo - 18/08/2024 08:57E certi parolai, quando si disperano per la chiusura delle librerie, hanno lacrime di coccodrillo. Forse.
anonimo - 18/08/2024 00:54ma se un libraio non vende e deve chiudere dobbiamo mantenerlo ?
ezia - 18/08/2024 00:44in effetti la cd "lettera di scuse" che i "precedenti amministratori" fecero sottoscrivere ad alcuni cittadini del quartiere pena il proseguimento della causa per danni di immagine, prevedeva una penale di 10 m@la euro in alcuni casi. un vero e proprio "esercizio" di democrazia.
anonimo - 17/08/2024 22:11Il Consiglio dell’Ente ...
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