Comparto Sanità. Nursind: “Nursing up era ‘chiuso’ quando andava studiato il contratto”
Il segretario Bottega: “Questa sigla sindacale si sta arrampicando sugli specchi per cercare di spiegare le ragioni alla base della decisione che ha preso, facendo saltare la firma del contratto di comparto e voltando così le spalle a infermieri, ostetriche e, in generale, personale non medico”.
16 GEN - “Galeotto fu il digiuno durante la pausa pranzo, visto che abbiamo appreso che Nursing Up ha saltato i pasti durante la trattativa. La sostanza, però, con la pancia piena o vuota, non cambia ed è una sola: questa sigla sindacale si sta arrampicando sugli specchi per cercare di spiegare le ragioni alla base della decisione che ha preso, facendo saltare la firma del contratto di comparto e voltando così le spalle a infermieri, ostetriche e, in generale, personale non medico”. Lo dice il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega.
“A discolpa del presidente del Nursing Up Antonio De Palma, però - prosegue -, qualcosa possiamo dirla. Vorrei, infatti, spezzare una lancia in suo favore perché so, come tutti i presenti al tavolo Aran, che De Palma non ha avuto il tempo necessario per studiare la bozza di Ccnl. Per sua stessa ammissione, infatti, la domenica precedente la due giorni di trattative, il sindacato era ‘chiuso’”.
“Mi viene da pensare - aggiunge Bottega - che i giorni di chiusura settimanali siano anche più d’uno. La riprova? Quanto il presidente De Palma sostiene in merito all’assistente infermiere, del quale invece si parla da mesi. L’accordo in Stato-Regioni, evidentemente, è arrivato in uno dei giorni di ferie di Nursing up. Da qui nasce la ricostruzione maldestra che questa sigla tenta di spacciare per vera, tirando in ballo, tra l’altro, il Nursind, ma senza il coraggio di citarci apertamente”.
Il segretario, quindi, conclude: “Un consiglio spassionato, però, mi sento di darlo al mio collega sindacalista: si soffermi sugli importi, quelli sui quali non ha fatto minimo cenno al tavolo, ma anche sulle novità giuridiche e inerenti la disciplina del rapporto di lavoro che questo contratto conteneva. Sarà uno studio utile per potere spiegare, ad esempio, alle ostetriche come mai ha detto no all’equiparazione della loro indennità di specificità a quella degli infermieri. E al personale di pronto soccorso – conclude - come mai si sia alzato dal tavolo, negando loro ben 510 euro di aumento, un adeguamento dell’indennità con risorse stanziate addirittura da giugno del 2023”.