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  • 27/02/2025 19:44

Trump punta a sfasciare l’Unione Europea

Anche i più restii a prendere atto della realtà non possono non farci i conti: l’impostazione politica della presidenza Trump è contro l’Unione Europea e punta a sfasciarla 27 Febbraio 2025 | Esteri Ci era chiaro e lo avevamo scritto – come al solito provando a difenderci da prevenzioni e pregiudizi così come da propensioni e infatuazioni – ma ora anche i più restii a prendere atto della realtà non possono non farci i conti: l’impostazione politica della presidenza Trump è contro l’Unione Europea e punta a sfasciarla. Situazione che va comunque gestita. Gli antieuropeisti, ieri come oggi, sono stati o nazionalisti in ritardo di un secolo o soggetti al servizio di Mosca. Comunisti ieri e sovranisti oggi. Fra gli europeisti ve ne sono che puntano a un Continente disallineato, terza forza fra le grandi potenze. Erano forti fino al crollo dell’impero sovietico, tornano ad avere voce in capitolo ora che la Russia ripretende quel ruolo, a mano armata. Altri europeisti (fra cui chi scrive) hanno pensato alla crescita dell’integrazione dentro il contesto dell’Alleanza Atlantica. Anche per la difesa. Siamo noi a dovere prendere atto che il principale nemico di questa impostazione oggi siede alla Casa Bianca. No, non è un esaltato bensì il capofila elettorale di una impostazione che è stata lungamente studiata e preparata. Come testimoniano i cento ordini esecutivi già pronti il giorno dell’insediamento. Come racconta la composizione scadente dell’intera compagine governativa, concepita perché siano esecutori e non soggetti politici (l’eccezione, forse, è il segretario al Tesoro Scott Bessent, peraltro uomo vicinissimo a George Soros, che qui viene descritto in modo surreale, e sarebbe potuto essere Marco Rubio, sebbene non dia segno di sostanza). La scelta che sta dietro le sparate è tutta politica: concepiamo i rapporti come dipendenti soltanto dalla potenza; riconosciamo che la Russia ha diritto ad avere i satelliti sudditi; rivendichiamo di volere tenere i nostri, sicché possiamo prendere a pesci in faccia il Canada e non vogliamo che cresca l’Unione Europea, perché avrebbe la forza di consentire ai singoli Paesi europei di essere alleati e non periferia del nostro impero. Non c’è nulla di improvvisato in tutto questo e, del resto, i dazi per tutti al 25% – ieri ribaditi anche per noi europei – sono stati annunciati in campagna elettorale, considerati insensati e dannosi da economisti bipartisan negli Usa, ma valutati sotto una luce sbagliata. Non sono strumenti commerciali o (come dicono gli illusi) negoziali: sono armi di distruzione politica. Ciò che ci si chiede non è ammorbidirci con i produttori statunitensi, come sarebbe anche possibile, ma di non esistere come entità politica unica. Da qui l’affermazione di ieri: «L’Unione Europea è stata concepita per fregare gli Stati Uniti». Poi ci invita a garantire noi, da soli, la sicurezza degli ucraini, mentre lui porta gli Usa a sostenere le tesi di Putin. Se solo fosse possibile cercare il lato grottesco diremmo che a fermare un simile disegno sarà il più potente comunismo ancora esistente: quello cinese. Il presidente francese Macron era nello studio ovale accanto a Trump, davanti a giornalisti e televisioni, quando lo ha smentito sui soldi e sugli aiuti all’Ucraina, quando ha affermato che a dovere essere risarciti sono gli ucraini per l’aggressione subita e quando ha ipotizzato che se si vogliono riavere i soldi spesi si potrebbe negoziare con Putin la confisca dei soldi russi da noi congelati, messi sotto sequestro. Trump non ha saputo rispondere a nulla di tutto questo. Ha incassato. L’idea che Macron sia andato a blandirlo è un abbaglio, ha provato a ragionare senza temere la chiamata in causa del rapporto di potenza. A qualcuno di noi è piaciuto. Altri si sono preoccupati per la propria posizione personale, visto il ribaltamento logico di Trump. Ma è durato un solo giorno. Perché quella di Trump non è una esagerazione egolatrica, ma una scelta politica. Si deve prenderne atto. Non si deve pensare che il mondo finirà per quello, ma il lavoro vero, serio, veloce va fatto qui, in Unione Europea. Il programma è scritto da Draghi, il resto ha a che vedere con la dignità e il senso della storia. 

 di Davide Giacalone

I commenti

Cominciamo a far girare la voce che smetteremo di comprare su Amazon...per esempio...vedrà che il pagliaccio con il castoro in testa torna a cuccia. Stia attento. Il mercato europeo è importantissimo per gli imprenditori USA; se lo scemone sfascia tutto, allora lo rimetteranno al suo posto.

anonimo - 05/03/2025 03:27

Anche casa mia, ma non ha alcun potere decisionale in uè e dunque doverne parlare qua come se potessimo farci qualcosa mi pare inappropriato.

anonimo - 03/03/2025 23:11

Io vi leverei la possibilità di deterrenza di un mezzo qualsivoglia informatico per scrivere ste boiate di geopolitica farlocca da barino.

Gustavo - 03/03/2025 13:30

In Italia e Germania abbiamo missili con testata nucleare USA. Dato che ora gli USA sono dominati dai fascisti e si stanno trasformando in un'entità autoritaria è assolutamente necessaria alleanza stretta tra Germania, Polonia, Italia, Svezia, UK e Francia. Come UK e Francia anche le nazioni continentali hanno la necessità urgentissima di dotarsi di missili a testata nucleare, almeno continentali, ma preferibilmente anche intercontinentali. Lo sdoganamento della possibilità di aggredire militarmente altre nazioni per acquisirne il controllo territoriale avrà, come conseguenza inevitabile, il proliferare di stati dotati di armi di distruzione di massa e questa è l'unica garanzia di pace che ci resta. La Turchia ci sta già pensando. Per altro lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (che a me non piace nulla, ma che nessuna forza potrà frenare) richiederà una quantità enorme di energia. Questa energia può esser fatta solo con le centrali nucleari e tali centrali forniranno il plutonio per le bombe. Possibile che anche l'Ucraina, in gallerie sotterranee nei Carpazi, stia assemblando le sue bombe, cosa ormai necessaria vista la scelleratezza e l'irresponsabilità di Trump. Inutile dunque Lei si gingilli con i video su Youtube. I due alleati USA e Russia hanno 12.000 (!!!!!!!!) testate; il resto del mondo deve poter sviluppare un deterrente. Se la Russia non facesse guerre offensive a destra e a manca e se gli USA non minacciassero Canada e Danimarca nessuno penserebbe a produrre bombe atomiche, ma questo andazzo pone la questione sul piatto ed è una questione urgente.

Anonimo - 02/03/2025 02:08

Lucca è in Europa

Anonimo - 02/03/2025 01:52

A parte che con Lucca c'entra pochino, ma io sarei per uscire dall'uè e soprattutto dall'euro.

anonimo - 01/03/2025 16:18

Ora pure il guerrafondaio su questo sito! Meno male che sei una vocina in mezzo a un deserto! Smettila di masturbarti sui video di Youtube dei test nucleari degli anni 50/60! Anzi, ti consiglio la visione del film britannico Threads del 1984, di cui io metterei la visione obbligatoria a scuola! Ti allego il link per vederlo: https://archive.org/details/1984-threads-remastered

Oioi! - 01/03/2025 10:42

La UE è fatta di 27 pezzi ed è troppo lenta a prendere decisioni di tipo militare. Sul piano militare è necessario creare un asse integrato e dotato di una "force de frappe" nucleare tra alcune delle nazioni principali. Le armi nucleari le hanno già UK e Francia; ora è necessario sviluppare missili europei con testata nucleare di produzione tedesco - svedese - polacca - italiana. Ci vorrebbero almeno 250 - 300 testate distribuite nelle quattro nazioni e puntate sulle principali città e centri militari russi. In questo modo all'eventualità di aggressione russa ai baltici o alla Polonia si metterebbe un fermo. Tale eventualità si presenterebbe solo se Trump lascerà l'Ucraina in mani russe. Se l'Ucraina restasse indipendente, con le sue oltre cento brigate da combattimento pesantemente armate, allora avremmo un cuscinetto valido verso la Russia che renderebbe meno impellente la necessità delle testate nucleari. Fondamentale spingere per l'invio di almeno 50.000 soldati in Ucraina per mantenerla in grado di difendersi dalla prossima aggressione russa. Francia e UK sono pronte a mandarli. L'Italia invece fa pena e si culla nell'illusione di un rapporto con Trump che eviti la presa di responsabilità.

Sul piano economico occorre formare un grande mercato libero e con dazi bassi che comprenda la UE, il Canada, l'India e possibilmente anche Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. Per l'Italia occorre uscire dalla dipendenza da gas e petrolio. Il nucleare è necessario, in caso contrario, con il consumo energetico immenso di intelligenza (?) artificiale e nodi informatici arriveremo a tariffe dell'energia elettrica fuori da ogni sostenibilità.

Anonimo - 27/02/2025 21:29

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