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i preti sono un conto e uno stipendio è giusto lo abbiano , ma si parla di una Chiesa dove ci sono personaggi discutibili ( vivono in reggie certi cardinali ) ;
questo è il punto.
"riceve denaro da pratiche religiose non fondate sulla Bibbia, ma sulle tradizioni sviluppate nei secoli. Quindi sì, si può dire che molti soldi entrano grazie a una distorsione della verità"
si chiama truffa e modifica della realta' biblica a favore di denaro da fedeli raggirati da un versione non compatibile con le parole di Cristo.
Se i preti non servono, allora la chiesa sono i fedeli, i quali si ritrovano in un capannone e dicono messa, fanno i funerali, battesimi, ecc. In tal caso la chiesa potrà essere povera. Se invece i preti servono e dunque ci deve essere una persona che si occupa 24 ore su 24 di funerali, battesimi, unzioni, attività sociali, messe, giovani, vecchi, ecc., allora al prete uno stipendio va dato e per raccattare tale stipendio servono le offerte dei fedeli. Poi al prete va data una casa vicino alla chiesa. Poi magari i fedeli ci tengono ad avere una bella chiesa, con un bell'altare di marmo... Eh lo so, oggi va di moda il pauperismo, spesso ipocrita, come il Papa argentino che viveva a Santa Marta non si sa bene per quale motivo che non fosse di propaganda. Per me hanno fatto bene ad avere chiese bellissime e meravigliosi conventi, poi quei presuli che hanno fatto dei soldi un uso non cristiano ne risponderanno al Padre Eterno. Non vedo cosa cambi per noi. Se quei soldi non li avesse avuti la chiesa li avrebbe avuti qualche privato, oppure qualche stato .......e i privati e gli stati sono capaci di usare male i soldi...mamma mia se sono capaci!!!
Anonimo - 19/08/2025 01:38Sono nato cattolico ma non vado più a messa da tempo e non frequento più l'ambiente. Sono contro l'ipocrisia ed i privilegi fiscali della Chiesa e non le do l'8 per mille.
Detto questo ho nostalgia per la Chiesa del passato che aggregava sotto lo stesso tetto persone di ceto diverso. Il ruolo di aggregazione sociale della chiesa è venuto meno e purtroppo non è stato sostituito da altro.
Quando penso alla Chiesa cattolica, non posso fare a meno di vedere il contrasto tra il messaggio del Vangelo e la realtà che ci circonda. Da una parte c’è Gesù, che parlava di povertà, di condivisione, di rinunciare ai beni materiali per seguire Dio. Dall’altra, c’è un’istituzione che nei secoli ha accumulato ricchezze immense, tanto da possedere palazzi, terreni, opere d’arte di valore inestimabile, e che continua a ricevere denaro da pratiche religiose che spesso poco hanno a che fare con la Bibbia.
Chiunque di noi, entrando in una cattedrale o guardando i Musei Vaticani, resta a bocca aperta davanti a tanta bellezza. Ma dietro quella bellezza c’è anche una domanda che non smette di tornarmi in testa: tutto questo lusso, questa grandezza, rispecchiano davvero lo spirito di Cristo?
Molte tradizioni religiose, come le messe pagate per i defunti o le offerte richieste per battesimi, matrimoni e funerali, non nascono direttamente dal Vangelo, ma da usi che si sono consolidati col tempo. E se da un lato capisco che una grande istituzione debba sostenersi, dall’altro non posso ignorare la sensazione che spesso la fede venga mescolata troppo con il denaro.
A onor del vero, la Chiesa fa anche del bene: scuole, ospedali, mense per i poveri, aiuti nelle emergenze. Nessuno può negarlo. Ma il problema rimane: perché allora non mettere più al centro la trasparenza, la povertà evangelica, la semplicità? Forse questo restituirebbe più credibilità e più vicinanza alla gente comune, che spesso vive con stipendi bassi e difficoltà quotidiane.
Alla fine, io non sono un teologo né uno storico: sono solo un uomo qualunque. E da uomo qualunque mi resta la convinzione che il cuore del cristianesimo non dovrebbe mai essere il denaro, ma l’amore. E quando vedo troppe offerte, troppe cerimonie che costano, troppi soldi che girano attorno alla fede, mi viene spontaneo pensare che qualcosa del messaggio di Gesù si sia perso per strada.
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