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Dato che Santini e soci facevano politica "tera, tera", allora è lecito fare altrettanto?!?! Ma via! Il bombolonaro non è un tema politico è solo un'arma di distrazione di massa per il popolo bue! Parliamo di cose serie, se possibile. Lucca sta sprofondando nel ridicolo.
anonimo - 30/08/2025 01:53
Quando negli anni precedenti il diffamatore condannato Santini e soci davano contro alla giunta precedente e facevano propaganda elettorale su questo e altri temi promettendo cose che non era possibile realizzare, sapevano benissimo che cosa facevano. È un comportamento da truffatori. Giusto condannarli e sputargli addosso.
anonimo - 29/08/2025 12:12
...ci sarebbe da piangere! Il bombolonaro quale baluardo contro il liberismo e i padroni!!! Ah, ah, ah, da stiantà!!
anonimo - 29/08/2025 02:19
Non mi risulta che il bombolonaio chiuda. In verità si trasferisce altrove.
anonimo - 29/08/2025 01:17
Dispiace a tutti vedere un’altra attività storica chiudere, perché queste botteghe sono pezzi di memoria e identità della nostra città. Ma bisogna essere chiari: non è colpa della giunta di oggi se il chiosco abbassa la saracinesca.
Le cause sono note e vanno avanti da anni: affitti sempre più alti, centro storico svuotato di residenti, turismo che ha trasformato tutto in una vetrina, normative complicate e controlli che dipendono da enti come ASL o uffici tecnici. Se un’attività viene giudicata “non regolare”, non è la politica comunale a deciderlo, ma l’applicazione di leggi nazionali e regionali.
L’attuale giunta lo ha già detto chiaramente: non può intervenire per sanare situazioni fuori norma, ma può impegnarsi a difendere e sostenere chi rispetta le regole e tiene vivo il tessuto commerciale tradizionale. In più ha ribadito che l’obiettivo è lavorare su strumenti urbanistici, regolamenti più equi e incentivi per attività storiche, senza però illudere i cittadini che si possa risolvere con un colpo di bacchetta magica.
In sostanza, accusare la giunta è ingiusto: questa situazione è il frutto di decenni di scelte e cambiamenti economici più grandi della politica locale. Ciò che serve davvero è una strategia condivisa: tutela delle attività storiche, regole sugli affitti brevi, più residenti dentro le mura e meno improvvisazione.
Solo così Lucca potrà conservare la sua identità e non ridursi a un centro senz’anima fatto di vetrine tutte uguali.
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