• 4 commenti
  • 05/09/2025 14:27

Vannacci e la Lega: più grane che consensi

Il generale Vannacci, entrato in politica come fosse già un leader fatto e finito, ha portato alla Lega più polemiche che voti. Salvini lo aveva presentato come la carta vincente, l’uomo forte da sbandierare, ma nei fatti è diventato una mina interna. Da un lato c’è chi lo idolatra e lo spinge come simbolo della “destra senza filtri”, dall’altro c’è chi dentro il partito lo vive come un corpo estraneo: troppo ingombrante, troppo sopra le righe, troppo interessato a sé stesso. Il risultato? La Lega si trova a gestire divisioni invece che unità, con malumori che crescono soprattutto nei territori dove servirebbe compattezza. Così, mentre Vannacci alimenta talk show e prime pagine, la Lega perde tempo ed energie in un eterno chiarimento interno. In politica il protagonismo paga solo nel breve: alla lunga logora il partito che lo ospita. E in questo, il generale rischia di essere più un peso che un valore.

I commenti

lo 0,1% è pure troppo

anonimo - 10/09/2025 22:19

In Italia la destra radicale “vera”, quella che in altri paesi prende forme tipo Le Pen in Francia o AfD in Germania, è sempre stata un po’ spezzettata: nostalgie neofasciste da una parte, populismo sovranista dall’altra, e poi il centrodestra tradizionale che cerca di tenere insieme tutto.

Meloni: oggi è premier e ha bisogno di presentarsi come credibile in Europa. Questo la porta a smussare toni e a non spingersi nell’estremismo puro. Quindi, per quanto abbia radici nella destra radicale, oggi non può giocare quella parte apertamente.

Lega: Salvini aveva provato la carta radicale tra 2018–2019 (slogan duri, “prima gli italiani”, ecc.), ma adesso è in calo e fatica a distinguersi. Più che sostituire Meloni, rischia di restarne un alleato minore.

Vannacci: incarna l’idea di “estrema destra senza filtri” che alcuni elettori sentono mancare: linguaggio diretto, provocatorio, senza preoccuparsi di Bruxelles. Ma è ancora tutto da vedere se abbia la stoffa politica per trasformarsi in un leader stabile o se resterà più una “bandiera” per una parte di elettorato arrabbiato.

Quindi: al momento nessuno copre davvero lo spazio che in Francia occupa Le Pen o in Spagna Vox con la stessa solidità. Meloni è troppo istituzionale, Salvini troppo indebolito, Vannacci troppo grezzo e acerbo. L’Italia ha una tradizione di destra radicale più frammentata che altrove.

franco 5 - 07/09/2025 18:00

Se il generale putiniano è una "mina interna", allora anche il putinianissimo Salvini è una mina. Infatti dicono le stesse cose. Che poi il generale voglia spazio è normale e questo fa parte della politica.

anonimo - 06/09/2025 03:27

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