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  • 27/10/2025 11:29

Infermieri: promesse di aumenti, ma la realtà è un’altra

Il nuovo contratto nazionale della sanità 2022-2024 è stato presentato come una svolta per i professionisti del comparto sanitario. Gli annunci parlano di aumenti “importanti”, ma i numeri veri raccontano una storia diversa. IL NETTO : L’aumento medio lordo per gli infermieri va da 150 a 170 euro al mese, ma al netto in busta paga si traduce spesso in appena 40-50 euro mensili. Solo chi lavora in reparti ad alta intensità — come pronto soccorso o emergenza-urgenza — può arrivare a 200-220 euro netti in più, grazie alle indennità specifiche. Gli arretrati, relativi agli anni passati, oscillano tra circa 1.000 e 1.600 euro a seconda di anzianità e livello. Ma si tratta di una tantum, non di un miglioramento strutturale. Per chi da anni sostiene il sistema, spesso con carichi insostenibili e stipendi che non riflettono il valore professionale e umano del lavoro svolto, la sensazione è sempre la stessa: tante parole, pochi fatti. Un aumento di 40 euro non cambia la vita a chi ogni giorno tiene in piedi i reparti. E non basta a fermare l’emorragia di infermieri che lasciano la professione o cercano all’estero ciò che qui continua a mancare: rispetto, riconoscimento e dignità economica. https://fai.informazione.news/3733A6E4-975C-4D95-A25D-88A918B20EB8/Infermieri-promesse-di-aumenti-ma-la-realta-e-un-altra https://comitatostudisanita.wordpress.com/

I commenti

Si chiama mercato del lavoro. C’è poco da fare, il mercato funziona alla stessa maniera da qualche migliaio di anni: c’è qualcuno che compra e qualcuno che vende. Se il bene che si acquista lo vogliono in molti, chi vende è più forte. All’inverso, è più debole, e il prezzo scende. Vale per le azioni in Borsa e vale per il borsino del lavoro. Oggi è sui giornali la notizia della fuga degli infermieri, che se ne vanno verso la Svizzera. E la Lombardia prova ad importarli dall’estero. La sinistra attacca: ma come è possibile? E’ uno scandalo… Ora però c’è da dire che la vicenda degli infermieri rappresenta il tipico cortocircuito delle ideologie. Primo cortocircuito: l’immigrazione non serve, il lavoro agli italiani. Serve eccome, infatti dobbiamo importare infermieri, e non solo loro. Il problema è che servirebbe qualificata, l’immigrazione, e da che mondo e mondo gli infermieri non arrivano sui barconi. A quando una bella legge sull’immigrazione controllata e favorita per le figure che interessano all’Italia? Secondo cortocircuito: pensare che la politica possa sterzare la società a novanta gradi in tempo zero. Quando si governa, le curve strette non si riescono a fare. I Paesi sono come portaerei, per virare ci mettono un tempo infinito. Ora, vai a convincere una persona che deve studiare per guadagnare quanto un insegnante e forse meno, facendo turni massacranti, notturni e festivi, tra gente che soffre e che si lamenta (e che a volte picchia), quando può emigrare in un paese vicinissimo all’Italia (la Svizzera), e prendere un multiplo dello stipendio con una frazione delle tasse che paghiamo qui. Provaci, e vediamo qual è il risultato. E l’alternativa quale può essere, considerato che semplicemente l’Italia non è competitiva con l’estero? L’alternativa non c’è, a meno di voler imporre a chi studia in Italia un servizio minimo di cinque, dieci anni, in un ospedale italiano. Ma sarebbe possibile? Ne dubito. E’ complicato. Molto. E chi dice che ha la ricetta immediata, quasi sempre è un ciarlatano

https://www.radiolombardia.it/2025/10/27/gli-infermieri-e-i-ciarlatani-della-politica/

f - 27/10/2025 13:13

Oggi 27 ottobre 2025, alle ore 14, verrà firmato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il comparto Sanità (2022-2024), che coinvolge circa 581.000 lavoratori: infermieri, ostetriche, OSS, tecnici sanitari e personale amministrativo. Forte delle prime note della Manovra 2026, gli infermieri sperano ancora in un reale cambiamento.

Una firma attesa da mesi e che porta piccole liete notizie, ma anche strani giochi di illusionismo sul futuro della professione infermieristica in Italia.

Aumenti forse, ma il banco vince sempre

Nel dettaglio, il nuovo contratto prevede un aumento medio di 172 euro lordi al mese, già visibile in busta paga da novembre.

Di questi, 145 euro derivano dall’incremento dello stipendio tabellare, mentre il resto è distribuito tra indennità di specificità, pronto soccorso e tutela del malato.

Gli arretrati per il 2024 e parte del 2025 ammonteranno fino a 1.270 euro lordi per i professionisti sanitari, meno per il personale di supporto.

Possiamo parlare di cifre sostanziale? Quasi no. Soprattutto se li guardiamo astrattamente, solo sulla carta.

In un sistema in cui la retribuzione netta viene continuamente depauperata, e pertanto resta lontana dagli standard europei, il carico di lavoro invece è cresciuto in modo esponenziale, il rischio è che questi aumenti diventino una foglia di fico utile a coprire una realtà più scomoda: l’incapacità politica di contrastare una profonda disaffezione verso una professione sempre più difficile da sostenere, economicamente e psicologicamente.

Può esistere sanità senza infermieri?

Entro il 2030, le proiezioni denunciano che mancheranno almeno 60.000 infermieri per garantire un’assistenza di base.

Una cifra che potrebbe crescere fino a 100.000 nel tipico scenario peggiore.

Il rischio non è solo per chi lavora, ma anche per chi ha bisogno di cure: l’accesso ai servizi pubblici è sempre più difficile, e l’alternativa privata resta fuori dalla portata di milioni di persone.

Nel frattempo, la spesa sanitaria out-of-pocket (cioè quella a carico diretto dei cittadini) ha raggiunto i 41 miliardi di euro l’anno, mentre 5,8 milioni di italiani rinunciano del tutto a prestazioni sanitarie essenziali. In Lombardia, terra promessa della tanto glorificata ‘sanità efficiente’ si citano cifre scandalose (alcune fonti si riferiscono fino ad 1 milione di cittadini all’anno) di persone che ha rinunciato almeno una volta a curarsi per l’inefficienza del sistema pubblico o per motivi economici.

Non c’è da stupirsi, allora, se la qualità dell’assistenza si stia erodendo giorno dopo giorno.

Manovra 2026 Infermieri: piccole vittorie e grossi dubbi

Tra le modifiche contrattuali figurano alcuni provvedimenti interessanti: limitazioni ai turni notturni per gli over 60, possibilità di donare giorni di ferie ad altri colleghi e rimborsi spese legali per chi subisce aggressioni sul lavoro.

Sono misure basilari di civiltà più che grandi conquiste. Il minimo sindacale per una categoria esposta a continuo stress, violenza e sovraccarico assistenziale cronico.

Nelle intenzioni del Governo Meloni, il 2026 dovrebbe essere l’anno della svolta, con nuovi fondi e assunzioni nella sanità.

Ma la Legge di Bilancio in discussione è già stata criticata dalla Fondazione Gimbe, in quanto la Manovra, rischia di trasformare le promesse in un’illusione contabile.

Il presidente Cartabellotta lo dichiara fortemente tramite comunicato stampa, le risorse messe sul piatto “sono briciole”, insufficienti a invertire la rotta la crisi della sanità pubblica. Il problema, infatti, è strutturale.

In Italia lavorano appena 5,8 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro una media europea di 8,4. Il personale è vecchio e mal pagato.

Il ricambio generazionale è di fatto bloccato da condizioni poco attrattive per i giovani. E non si può sperare di continuare a importare (‘derubare‘ NdR) infermieri dall’estero quando i Paesi concorrenti offrono stipendi migliori e minori barriere linguistiche.

Il contratto si firma, gli stipendi aumentano un po’, ma il quadro complessivo resta critico. La sanità pubblica perde terreno, mentre il personale sanitario, e in particolare gli infermieri, continua a lottare, sempre meno strenuamente e con strumenti spuntati, contro una crisi sistemica.

Il rischio non è solo l’insoddisfazione individuale, ma il collasso di un intero modello di cura.

A questo punto, la vera domanda è: il contratto ha rappresentato davvero un passo avanti o è solo un temporaneo gioco delle tre carte, un gioco di illusione ben congegnato ma facile da redimere?




https://www.dimensioneinfermiere.it/manovra-2026-infermieri/
Lo scopriremo a novembre, quando il facile entusiasmo sull’aumento si scontrerà con una realtà inflazionata dagli aumenti dei costi dei beni, e il continuo aumento del carico di lavoro. Allora lì scopriremo quanto costa, a noi, il nostro stipendio, e i suoi piccoli aumenti.

Strumenti per tutelarti dalle aggressioni
Un’arma di cui disponiamo contro le aggressioni è la conoscenza: dei nostri diritti, delle modalità di tutela e delle misure di sicurezza a disposizione degli infermieri e degli altri professionisti sanitari.

Per questa ragione vi invitiamo a consultare il testo La tutela contro le aggressioni agli operatori sanitari dell’Avvocato penalista Fabio Piccioni, che ci introduce, con estrema chiarezza e competenza, nel mondo delle disposizioni normative a tutela della nostra salute e integrità, sia fisica che mentale.

Disponibile sia su MaggioliEditore.it che su Amazon.it, è uno strumento da prendere seriamente in considerazione da chi ogni giorno si scontra con il fenomeno delle aggressioni e vuole dire basta a questo continuo supplizio.

L’informazione è potere, e questo testo ne fornisce in abbondanza.

frank - 27/10/2025 13:12

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