Animando porta in scena la magia di Parigi: un viaggio in musica tra Belle Époque e primo Novecento
Lucca, 2 ...
Sono opinioni. Tante altre cose, dal calcio in costume di Firenze (reintrodotto da un certo Pavolini e che anticamente non si giocava solo a Firenze, come vorrebbero farci credere), al gioco del Ponte di Pisa (reintrodotto anche questo in epoca fascista) possono essere considerate carnevalate. Dipende dai punti di vista. La Festa della Libertà è uno dei tanti eventi italiani reintrodotti nel XX secolo ed esiste appunto da quarant'anni. A me non piacciono molto le rievocazioni medieval rinascimentali in quanto scimmiottano il palio di Siena (che adottò costumi quattrocenteschi poco più di un centinaio di anni fa). A Lucca sarebbero molto più caratteristici ed adeguati costumi seicenteschi. La Festa della Libertà ha origini tardo medievali, ma la sua essenza più caratteristica è quella riferibile alla Repubblica aristocratica.
anonimo - 27/04/2023 01:21Giustappunto, volevo proprio dirlo: lo "sposalizio del mare" di Venezia è una carnevalata che potrà forse divertire i turisti. Ma è pur sempre una carnevalata. Le feste medievali, le feste della libertà, sono tutte carnevalate. Possono anche piacere, non discuto, ma sempre carnevalate sono. La questione è: abbiamo bisogno di un'altra carnevalata, visto e considerato che ne abbiamo già tante? Fate voi… Secondo me invece di fare carnevalate sulla libertà e quant'altro, bisognerebbe "educare" alla libertà, al senso civico, al rispetto dei beni pubblici. E questo tipo di educazione non si ottiene certo con le carnevalate
anonimo - 26/04/2023 15:50A leggere certi commenti pare che la festa della Libertà sia stata inventata da Barsanti. Sarà dunque utile ricordare che la domenica in albis fu una "festa nazionale" dal 1370 al 1798. A Lucca venne poi reintrodotta negli anni '80 del secolo scorso. Non so se vi è chiaro!?! E' stata reintrodotta da una quarantina d'anni!!!!!!
Da quanto detto consegue che:
1. La festa della Libertà non venne abolita con la fine dello stato di Lucca, ma con la trasformazione della Repubblica in stato giacobino satellite della Francia rivoluzionaria. Infatti la festa identificava la Repubblica libera città imperiale e capitale di un suo stato. Lo stato giacobino, quello veramente soggetto alla servitù di una potenza tutelare come la Francia, aveva la necessità di marcare la sua distinzione rispetto a quel che c'era prima. Appare evidente come la festa della Libertà fosse intimamente connessa con la Repubblica in età moderna, più che con il comune medievale. Per cui non si tratta di una "festa medievale" e allo stesso modo Lucca non è una "città medievale" (nell'aspetto intendo), cosa che invece viene spesso ripetuta a vanvera.
2. La festa della Libertà non è di Barsanti o di Pardini. D'altro canto in varie città si fanno feste che richiamano gli antichi stati che avevano tali città come capitale. Basta qui ricordare la Festa dello Sposalizio del Mare, che si celebrava nella Repubblica di Venezia (a Venezia) e che è stata reintrodotta nel 1965....chissà se hanno fatto polemiche anche a Venezia.....
3. La festa dovrebbe avere il compito di ricordare ai lucchesi il ruolo della loro città prima dell'unità d'Italia. Forse conoscere la propria storia non è un male (o no?)
Mi scusi ma cosa ha scritto? Ma che commento è? Ma a chi si vuole rivolgere? Veramente mi sembra che qui ci siano interventi scritti con il cervello e d' interesse. Non mandi lei tutto in caciara con il suo -intervento-.
@@non sono d'accordo. - 25/04/2023 16:46A me questa festa sembra proprio una "tambellinata" fuori tempo massimo.
anonimo - 25/04/2023 16:03ma si dai buttiamola in caciara!!!!!!!
d'altronde quando i sinstri non hanno idee fanno sempre così!
Mi dispiace tanto per Cristofori, ma cianciare di medioevo senza avere competenze storiche non ha senso. Ma di che "liberazione" stiamo parlando? Dai pisani? Ma de che? Lucca non è stata liberata proprio da un bel niente, e la società lucchese tardomedievale non era minimamente comparabile a nulla che abbia un minimo di riscontro nell'oggi. Queste "feste" dell'identità cittadina sono una carnevalata, buona per il vice-podestà Barsanti. La dignità ed identità lucchese dovrebbero manifestarsi nell'oggi, nella modernità, nella cura del presente, nell'indirizzo politico per uno sviluppo equilibrato, nella cultura della manutenzione, nei servizi per i cittadini che vivono e animano (sempre meno) un contesto sociale miserabilmente impoverito. Lucca è ormai una città a misura di turista, un parco a tema, svuotata di identità, un palcoscenico per eventi, senza identità sociale, senza abitanti, senza servizi, senza aggregazione, senza prospettive di sviluppo economico moderno, che non sia il solito barino, il solito affittacamere, la solita fiera. Ma di che cosa stiamo parlando?? Qualcuno ha per caso notato che la città si sta svuotando dei suoi giovani, di quelli di valore? Qualcuno ha notato che rimangono soltanto i giovani alcolizzati a vagare per le vie? Se proprio dobbiamo farla, facciamola il 1 aprile questa festa, visto che si tratta di uno scherzo… I costumi medievali li procurerà vice-podestà
anonimo - 25/04/2023 13:37Ma no! Da secoli e secoli la Libertà è la domenica in albis, ovvero la prima domenica dopo Pasqua. Non avrebbe alcun senso spostare la festa a una data prestabilita; sperando che anche la chiesa cattolica non faccia l'errore di rendere la Pasqua una festa a data fissa.
Quanto alla cosiddetta "servitù imperiale", forse il Professor Sereni dovrebbe andare a ristudiarsi cosa fosse una città imperiale e cosa fosse l'Impero. Dovrebbe anche studiarsi i diplomi di Enrico IV e quelli successivi di epoca ottoniana. Forse scoprirebbe che Lucca non era serva di nessuno, ma che l'autorità di chi la governava emanava dall'Impero fin dalle origini.
Secondo me la prima cosa che sorge spontanea e si evidenzia come aspetto veramente anti lucchese e italiano è la totale lontananza di certi politici, assessori, dal significato profondo, fondamentale e condivisibile del 25 aprile.
La pochezza politica e mediatica sbandierata dagli organi istituzionali lucchesi sui valori antifascisti (non riescono proprio a pronunciarlo!) che rappresenta il 25 aprile emerge tristemente. Perfino la Meloni ha compreso che NON CONVIENE continuare a difendere l'indifendibile. Lo fa per tatrica politica e mediatica, ma lo fa bene. A Lucca invece c'è mediocrità comunicativa oltre a quella politica. Questa è la triste realtà. Questo sono quei personaggi dentro Palazzo Orsetti. Altro che festa della liberazione lucchese. Per piacere.
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