NON C'È CORDOGLIO PER UN NEMICO DELLA NOSTRA GENTE
Un
cordoglio unisce da destra a centro-sinistra, che pervade la
comunicazione politica: "A Dio, Silvio" (Meloni); "Rispetto per quello
che è stato un protagonista della storia del Nostro paese" (Schlein);
"Un imprenditore e un politico che in ogni campo ha contribuito a
scrivere pagine significative della nostra storia" (Conte), fino ad
arrivare ai nostri Pardini e Menesini.
Noi invece vogliamo ricordare Berlusconi per quello che è stato: un nemico della nostra gente.
Non
sorprende che la destra, i fascisti, i mafiosi, i padroncini, i
palazzinari e gli speculatori, gli evasori, i razzisti, gli ipocriti
bigotti lo santifichino, tanto che il Governo Meloni, contro la prassi
che prevede per gli ex premier i soli funerali di stato, ne ha
approfittato per chiamare arbitrariamente una giornata di lutto
nazionale.
Berlusconi è stato il loro migliore
rappresentante e insieme uno di loro. La sua storia imprenditoriale, ben
prima di quella politica, è stata la storia di una commistione malsana
tra potere politico, imprenditoriale e borghesia mafiosa.
Che
oggi tutti i partiti dell'opposizione in Parlamento - dal PD che
sull'antiberlusconismo ha campato, passando per i 5 Stelle che sono
cresciuti sullo "psiconano" e i comizi di Grillo, per arrivare a
Sinistra Italiana e Soumahoro che scrivono parole "umane" per ricordarlo
- si subordinino alla celebrazione della destra, la dice lunga su
quanto il progetto egemonico berlusconiano abbia avuto successo.
Noi
non dimentichiamo la Bossi-Fini o la riforma Gelmini, non dimentichiamo
i parlamentari comprati, gli accordi con la mafia, le parole verso
Eluana Englaro "che poteva restare incinta", lo spregio del genere
femminile, i legami con i cattolici più oscurantisti, l'uso della cosa
pubblica come affare privato, la guerra in Iraq del 2003...
L'unico
vero problema per noi è che Berlusconi e i suoi Governi hanno lasciato
danni indelebili nel paese. Quello che Berlusconi ha avviato è ancora
davanti a noi, è ancora al governo.
Ma certo non proviamo tristezza. Perché
nulla ci unisce, nemmeno il cordoglio, come loro non lo hanno avuto per
Carlo Giuliani, Stefano Cucchi, e tutti i "nostri" morti.
Siamo due mondi diversi. Teniamolo bene in testa.
Potere al Popolo 13 giugno 2023