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Depressione, chi dorme poco può svilupparne i sintomi

Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche 23 Ottobre 2023 Depressione, chi dorme poco può svilupparne i sintomi Lo rivela uno studio genetico condotto dai ricercatori dell’University College London, pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry: con meno di cinque ore di sonno è 2,5 volte maggiore la probabilità di insorgenza. I dettagli Di NS Foto di congerdesign Al di là dell’importanza della qualità del sonno, che è abbastanza acclarata, anche la quantità di sonno ha un peso, soprattutto sulla psiche. Tant’è che dormire abitualmente meno di cinque ore a notte potrebbe aumentare il rischio di sviluppare sintomi depressivi. A rivelarlo è un nuovo studio genetico condotto dai ricercatori dell’University College London, pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry. Da sempre, la carenza di sonno è stata vista come un effetto collaterale della malattia mentale, ma questa ricerca ha scoperto che il legame tra sonno e problemi mentali è più complesso. I ricercatori hanno analizzato i dati di persone con un’età media di 65 anni e hanno rilevato che al poco sonno è associata l’insorgenza di sintomi depressivi. "Abbiamo lo stesso scenario da uovo o gallina, tra la durata del sonno non ottimale e la depressione, che spesso coincidono, ma quale viene prima è in gran parte irrisolto", ha dichiarato Odessa S. Hamilton dell’Ucl Institute of Epidemiology & Health Care e autrice principale dello studio. "Grazie alla suscettibilità genetica alla malattia abbiamo determinato che il sonno probabilmente precede i sintomi depressivi, piuttosto che l’inverso", ha proseguito Hamilton. Per lo studio, gli scienziati hanno utilizzato i dati genetici e sanitari di 7.146 persone reclutate dall’English Longitudinal Study of Ageing, uno studio sulla popolazione, rappresentativo a livello nazionale in Inghilterra. La squadra di ricerca ha scoperto che le persone con una maggiore predisposizione genetica al sonno breve, ovvero meno di cinque ore a notte, avevano maggiori probabilità di sviluppare sintomi depressivi tra i quattro e i dodici anni, mentre le persone con una maggiore predisposizione genetica alla depressione non avevano più probabilità di sviluppare sonno breve. Nell’ambito di una serie di esami separati per verificare la solidità dei risultati, poi, il gruppo di ricerca ha esaminato anche le associazioni non genetiche tra sintomi depressivi e durata del sonno e hanno scoperto che le persone che dormivano cinque ore o meno avevano una probabilità 2,5 volte maggiore di sviluppare sintomi depressivi, mentre le persone con sintomi depressivi avevano un terzo di probabilità in più di soffrire di sonno breve. I risultati sono stati aggiustati in base a una vasta gamma di fattori che potevano influenzare gli esiti dello studio, come l’istruzione, la ricchezza, lo stato di fumatore, l’attività fisica e le malattie di lunga durata limitate. Gli scienziati hanno, inoltre, riscontrato una relazione tra il dormire a lungo e lo sviluppo di sintomi depressivi: i partecipanti che dormivano più di nove ore avevano una probabilità 1,5 volte aumentata di sviluppare sintomi depressivi rispetto a coloro che dormivano in media sette ore. Tuttavia, i sintomi depressivi non erano associati al fatto di dormire più a lungo da quattro a dodici anni dopo; il che corrispondeva ai risultati genetici. “Il sonno non ottimale e la depressione aumentano con l’età e con l’invecchiamento della popolazione mondiale cresce l’esigenza di comprendere meglio il meccanismo che collega la depressione alla mancanza di sonno", ha affermato Andrew Steptoe, responsabile di Behavioural Science and Health dell’UCL Institute of Epidemiology & Health Care. “Lo studio pone importanti basi per future indagini sull’intersezione tra genetica, sonno e sintomi depressivi”, ha aggiunto Steptoe. Complessivamente, i partecipanti allo studio dormivano in media sette ore a notte. Più del 10% dormiva meno di cinque ore a notte all’inizio del periodo di studio, con un aumento a oltre il 15% alla fine della ricerca, e la percentuale di partecipanti classificati come affetti da sintomi depressivi è aumentata di circa 3 punti percentuali, dall’8,75 all’11,47%. Sia la durata del sonno che la depressione sono risultate, in parte, ereditate da una generazione all’altra. Precedenti studi sui gemelli hanno suggerito che la depressione è ereditabile per circa il 35% e che le differenze genetiche rappresentano il 40% della varianza nella durata del sonno. Sempre più vicini ai nostri lettori. Segui Nursind Sanità anche su Telegram Nursind Sanità Testata periodica online registrata al tribunale di Roma n.138 del 2 dicembre 2020 Editore: Nursind Via Belisario, 6 - 00187 Roma CF: 95098210248 Direttore responsabile: Paola Alagia direttore@nursindsanita.it Redazione: redazione@nursindsanita.it © NursindSanita - e-mail: redazione@nursindsanita.it - Informativa privacy - DisclaimerCredits

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