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  • 08/05/2024 12:44

nazionalismo gay

Il nazionalismo queer (detto anche nazionalismo gay) è un fenomeno inerente sia al nazionalismo, sia al movimento di liberazione omosessuale. Questa forma di movimento di emancipazione gay - lesbo è basata sull'idea che gli omosessuali siano una "nazione" con cultura specifica, le proprie norme e tradizioni.

I commenti

Secondo me ci sono due livelli di non belligerante.

Livello uno: ho coscienza che la guerra non è una cosa da videogiochi, è una MERDA, ma so che è indispensabile in rari e incivili casi, quindi mi tengo un esercito, e siccome disse Churchill è un suicidio prendere parte ad una qualsiasi guerra senza la più assoluta e ben pianificata volontà di vincerla, faccio in modo che il mio esercito sia pure bello grosso. Però so che la guerra significa stupri, bombardamenti, crisi economica, caos per le strade, e ragazzi dell'età dei miei figli sventrati dalle bombe, non solo non la inizio, ma se possibile faccio di tutto per risolvere le cose pacificamente perfino se un altro la inizia. Se poi questo è fuori di testa e vuole la guerra a tutti i costi, beh un tiranno va fermato, e io ho giusto qui da parte un enorme esercito che potrebbe risultare utile allo scopo...

Livello due: rifiuto così tanto la violenza che mi astengo dall'avere un esercito. So che questo mi rende alla mercé dei prepotenti ma non ci posso fare niente, sogno un mondo che si è lasciato la violenza alle spalle così come abbiamo smesso di sacrificare persone sugli altari nell'illusione di compiacere gli dèi. Per me la violenza è altrettanto ridicola e fuori dal mondo: se il mio pacifismo farà di me una preda, me ne fotto, sarò un martire in nome dei miei ideali.

Io appartengo al livello UNO. L'ipotetica nazione LGBT+ di cui si parlava all'inizio in questo articolo sarebbe di livello DUE. Io penso che una nazione di livello uno potrebbe, in caso di arrivo di un tiranno maligno, usare il proprio esercito per difendere le nazioni di livello due. Uno potrebbe dire, che si risolvano i loro problemi da soli, che si facciano un esercito tutto loro, ma chi capisce la violenza fino in fondo, chi l'ha vista, subita e se costretto anche inflitta, sarebbe felice di caricarsi il peso del mondo sulle spalle pur di vedere qualcuno vivere senza doverla mai nemmeno considerare, la violenza. Non vedrebbe costoro come ipocriti, ma come il popolo del futuro: lui porterebbe su di sé il carico della violenza restante, in caso di guerra, così che altri possano vivere di sola pace.

Io, come ho già detto, non avallo l'omosessualità, secondo me, anche al di là della riproduzione, c'è qualcosa di sacro nell'impulso che spinge maschio e femmina uno verso l'altra, così sacro che (prego non rida, sono MOLTO serio) per me andrebbe sdoganata e di molto la pornografia, e andrebbe perfino abolito il reato di atti osceni in luogo pubblico, punendo chi disturba la quiete cittadina certo, ma senza più porre il pudore come valore da difendere, poiché il sesso è qualcosa di divino, e va liberalizzato, e perfino incoraggiato (purché sia tra maschio e femmina).

Però non sono un invidioso né un discriminatore: io ho il diritto di essere scettico sull'omosessualità, ma non ho (né lo vorrei!!!) il diritto di ostacolare la loro libertà, anzi! Sogno un mondo di libertà. In un mondo simile, se tutti i gay volessero fare una nazione isolata, e decidessero di rinnegare del tutto la violenza, il mio rispetto per una simile scelta mi porterebbe a dire, in caso di guerra, difendiamoli noi, non abbandoniamoli a se stessi, la loro scelta di essere senza un esercito va vista come qualcosa di nobile, non di codardo, spalleggiamoli, aiutiamoli, proteggiamoli. Dopo, ognuno di nuovo a casa propria.

anonimo - 12/05/2024 01:01

...se ho capito il suo lungo ragionamento, è conveniente che una nazione non belligerante abbia il suo bell'esercito e lo usi per difendersi e semmai anche per difendere i suoi alleati ingiustamente attaccati. Se la pensa così concordo con Lei.

anonimo - 11/05/2024 01:19

Un esercito ha bisogno di figli per mantenersi sempre costante.

Dina - 10/05/2024 22:52

Io non amo i gay, diciamolo chiaramente. Ma il mio cervello ha due slot per le cose che non mi tornano: uno, "Non mi piace", due "E' sbagliato". Non sono tanto buzzurro da mescolarli. Se un prepotente attacca una nazione non belligerante, che non possiede risorse tali da dire "noi moriamo di fame e di sete e voi abitante tra ruscelli e frutteti, spiacente ma al fine di non estinguerci dobbiamo derubarvi almeno un pochino", che suonerebbe moralmente squallido ma in un'ottica di Storia può avere un suo (crudele) senso, una nazione che non ha un esercito minaccioso, e nulla che potremmo aver bisogno di rubar loro, una nazione simile, se viene attaccata da qualcuno, da "un prepotente che gli spara addosso", io direi che quel prepotente, non avendo alcun motivo pseudo-giustificabile per attaccare quelle persone, è un pericolo pubblico, e allora noi altri, che un esercito ci ritroviamo ad averlo (io ho detto che ad un'ipotetica nazione gay non serve un esercito, perché se siamo civili non li attaccheremo: non ho MAI detto che NOI NON dobbiamo averlo più, un esercito!), attaccheremo il prepotente perché egli è una minaccia per la pace, e dopo averlo distrutto tornerà la pace, e la pacifica coesistenza a distanza tra noi etero/bisex, ossia coloro che sono attratti solo/anche dal sesso opposto, quindi utili alla Natura per la continuazione della specie e quindi garantiti giusti dall'unico vero dio che è la Natura, e loro, i gay, le lesbiche, i trans, gli asessuali, i quel cazzo che gli pare, quelli che hanno gusti tali che non proseguono la specie riproducendosi, e che quindi essendo in contraddizione con la prosecuzione della specie non possono essere definiti come "garantiti giusti", ma che dal momento che non commettono alcun crimine né legale né morale devono avere tutto il diritto di fare assolutamente tutto quello che gli pare entro i limiti morali e legali garantiti dalla Costituzione, senza che nessuno li discrimini. Io infatti, fedele a questo ideale, ho avuto colleghi e amici gay, non ho mai finto di avallare il loro stile di vita, ma non solo non mi sono mai azzardato a guardarli strani, ma li ho difesi da insulti e abusi vari, perché le MIE PREFERENZE sono un MIO DIRITTO, ma imporle sugli altri è immorale e criminoso, e io mi sento bene a non farlo.

anonimo - 10/05/2024 18:50

....se un prepotente gli spara addosso?

anonimo - 10/05/2024 01:21

Io sono gay ma spesso sogno di diventare una donna per poter andare con una lesbica.vorei una patria anche io di persone come me.

Gino/Gina - 09/05/2024 19:10

Una nazione non belligerante non ha bisogno di un esercito. Quanto all'idea che tutta la comunità LGBT+ possa avere una nazione tutta sua, io sono convinto che il segregazionismo culturale produca effetti straordinari. Terrebbe noi al riparo dalle loro stramberie e loro al riparo dal sentirsi continuamente osservati. Certe sottoculture non possono prosperare separate dalla Società di partenza perché si intrecciano con essa (la subcultura sadomaso, o quella New Age moderata -non al livello dei primitivisti- ad esempio vanno d'accordissimo con la Società) mentre altre culture prosperano meglio lontano da essa. Per esempio io sono dell'idea che cristiani e musulmani (si noti, non appartengo a nessuno dei due gruppi) siano incompatibili. Loro ci sopportano in silenzio ma non ci rispettano, e noi non sopportiamo come fanno vestire le loro donne e le loro costanti pretese di più diritti, quasi a soppiantare la cultura occidentale. Quindi se gli LGBT+ vogliono una nazione tutta loro, io credo sia nell'interesse di tutti aiutarli a ottenerlo.

anonimo - 09/05/2024 15:06

E' una nazione senza esercito? Sergente no, militare non andrò, con il fisico che ho, posso fare solo il fotomodello.......

anonimo - 09/05/2024 00:03

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