Giovani depressi e aggressivi: parla Toscano, primario di Psichiatria
Giovani e adulti depressi e aggressivi: parla Toscano, primario di Psichiatria.
Il malessere in tanti giovani, ma anche negli adulti, è un fenomeno che sta crescendo in modo preoccupante nella nostra società. La tragedia di Paderno Dugnano è solo la punta d i questo iceberg . Come mai? Cosa sta succedendo? Il Notiziario ha intervistato il dottor Marco Toscano, Direttore della Struttura Complessa Uoc di Psichiatria Ospedaliera e Territoriale dell’Asst Rhodense. E sono molte le cose interessanti che ci ha detto.
Ma partiamo dall’inizio… Chi è il dottor Marco Toscano?
“Sono Milanese di nascita, ho 64 anni, sposato e con un figlio che vive all’estero. Da 7 anni dirigo la Unità Operativa di Psichiatria Ospedaliera e Territoriale . Prima di svolgere attività come psichiatra ho lavorato, sia nel settore pubblico che privato, come psicologo e medico del servizio per le dipendenze”.
I Leoni di Castellazzo
Con il Covid si è acutizzato il problema dei tanti che necessitano una cura psichiatrica…
“Purtroppo stiamo attraversando quella che molti definiscono una “tempesta perfetta”. Il Covid ha molto accresciuto i bisogni di salute mentale che tuttavia erano in crescita già prima. L’attuale drammatica carenza di personale medico e infermieristico rende esplosiva la situazione. Ciascun operatore del servizio si impegna al massimo sia nei turni di guardia che presso gli ambulatori per provare, nonostante le difficoltà, a rispondere comunque ai bisogni”.
Giovani e adulti depressi e aggressivi: parla Toscano, primario di Psichiatria. Tante le cause
Quali sono le cause di questa aumentata fragilità?
“Le cause sembrano essere molteplici. A parte la già citata pandemia, con i danni diretti e indiretti prodotti dal virus, ricorderei lo stato di allerta sociale legato ai conflitti, le crescenti difficoltà economico- finanziarie, il cambiamento profondo degli assetti familiari e l’impiego pervasivo e sconsiderato dei socialmedia che spingono la persona a coltivare una immagine di sé distorta e povera di autentiche relazioni umane. Determinante anche la ridotta soglia di tolleranza nei confronti delle difficoltà e la propensione a intervenire subito cercando aiuto”.
Chi è il malato psichiatrico, magari con la sua carta d’identità?
“Non esiste una immagine unitaria di paziente psichiatrico. La malattia mentale è molto diversificata e colpisce trasversalmente tutte le fasce di popolazione”.
Crede che le famiglie giochino un grande ruolo per i malati psichiatrici?
“Le famiglie sono centrali nella funzione di sostegno alla vita e alla cura del Paziente. Talvolta anche nella genesi del disturbo ma non è più sostenibile addossare loro tutte le responsabilità”.
Quale è una sua caratteristica peculiare che le riconoscono e magari si riconosce?
“Mi considero curioso mentre gli altri mi riconoscono una certa disponibilità”.
Mai come oggi la stampa si è occupata dei tanti casi di violenza estrema, specie verso le donne: cosa sta accadendo?
“La violenza di genere nasce all’interno della dimensione socio-culturale e dipende sia da stereotipi di genere che da una ancora attuale condizione di svantaggio oggettivo del genere femminile soprattutto in realtà meno evolute. Bisogna stare molto attenti a liquidare i fatti di cronaca come espressione di patologia mentale”.
Che cosa sta invece accadendo ai giovani, che arrivano perfino ad azioni estreme come l’omicidio di fratelli e genitori, come accaduto di recente a Paderno?
“L’Oms, nel 2021, segnalava che circa la metà dei disturbi mentali esordisce prima dei 14 anni e che, tra i 10 e i 19 anni, un adolescente su sette soffre di un disturbo mentale. A questo si aggiunga la progressiva “liquefazione” dei “collanti” sociali che servono a indirizzare e dare un senso positivo alla crescita dei giovani”.
Psichiatria e scuola un binomio sempre più collegato?
“La scuola è un luogo privilegiato per l’intercettazione precoce del disagio e per la segnalazione ai servizi finalizzata a prevenire la progressione verso la patologia vera e propria. Da oltre 10 anni è attivo, nella nostra Uop, un progetto dedicato ai giovani”.
Il malessere dei più giovani, come viene espresso?
“Ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare, dipendenza da sostanze e comportamentali, auto ed eteroaggressività. Centrale il problema del riposo notturno, troppo trascurato dai giovani. L’effetto è l’isolamento e l’abbandono degli studi”.
Avete in cantiere particolari progetti di pubblica utilità che possiamo anticipare?
“Stiamo implementando la nostra capacità di risposta a temi quali i Disturbi del Neurosviluppo in età adulta e proseguendo in attività di prevenzione e welfare comunitario”.
Crede che l’associazionismo del volontariato possa giocare un ruolo di rilievo?
“L’Associazionismo permette di affrontare e talvolta rispondere sia a bisogni pratici che emotivi di familiari ed utenti. L’orientamento attuale è di stabilire una relazione virtuosa tra Associazioni e Servizi. Nella nostra Unità Operativa è iniziata, da quest’anno, una collaborazione soddisfacente che vede la presenza di Volontari all’interno del reparto di psichiatria con finalità non solo di intrattenimento ma anche di apertura alla comunità e umanizzazione delle cure”.
Un percorso per uscire dall’attuale crisi dei servizi?
“Confido nel lavoro della neocostituita Cabina di Regia Regionale sul tema salute mentale che vede la collaborazione stretta e continuativa tra la Segreteria del Coordinamento Direttori di Psichiatria Lombardi, cui appartengo, e la DG Welfare di Regione Lombardia!”.
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