Lucca si protesta, ma la parola non si tocca
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RSA “D. Gori” di Marlia e Centro Diurno: Fratelli d’Italia denuncia il disastro gestionale
A un anno dalla prima segnalazione, la situazione è peggiorata
Ad
un anno esatto dalla prima denuncia pubblica, il gruppo consiliare di
Fratelli d’Italia torna a parlare della RSA “D. Gori” di Marlia e del
nuovo Centro Diurno inaugurato lo scorso 23 luglio.
La consigliera
Eleonora Vaselli spiega che le segnalazioni arrivate da operatori e
familiari descrivono «una gestione fuori controllo, con turni estenuanti
fino a dieci ore consecutive, cronica carenza di personale e mansioni
fondamentali – come quella della caposala – lasciate scoperte da mesi
senza alcuna sostituzione».
Il consigliere Matteo Petrini denuncia a
sua volta una condizione di caos organizzativo permanente: «il
personale, ormai allo stremo, viene spostato da un reparto all’altro
senza logica né programmazione, con la conseguenza di un clima di
frustrazione crescente che inevitabilmente ricade sulla qualità
dell’assistenza».
A ciò si aggiunge la vicenda del Centro Diurno,
definito dal consigliere Lido Moschini «un contenitore vuoto che non ha
mai raggiunto la piena funzionalità. Spesso accoglie pochissimi ospiti,
talvolta addirittura uno solo, tanto che per giustificare la presenza
degli operatori si arriva a spostare temporaneamente pazienti della RSA,
aggravando ulteriormente la disorganizzazione».
Dentro la struttura
regna anche confusione nella gestione dei reparti: come evidenzia la
consigliera Triggiani, «anziani affetti da Alzheimer e altre patologie
neurodegenerative vengono mescolati con ospiti che presentano
problematiche diverse, senza alcuna divisione logica e senza una
pianificazione adeguata delle cure».
Un quadro che, come ricordano ,
era già stato denunciato un anno fa: «allora chiedevamo attenzione e
interventi concreti, ma non solo non è stato fatto nulla, la situazione è
addirittura peggiorata. È inaccettabile inaugurare nuovi spazi per
“fare vetrina” quando nei reparti regna il caos».
Il gruppo
consiliare, con Vaselli in prima linea, annuncia che sarà chiesto
formalmente un sopralluogo della commissione consiliare all’interno
della RSA “D. Gori”, «per verificare direttamente le reali condizioni
della struttura e dare finalmente risposte serie e concrete a operatori,
ospiti e famiglie».
La conclusione è unanime: «Non servono slogan né
inaugurazioni di facciata: servono personale qualificato,
organizzazione seria, ascolto autentico e rispetto delle persone.
Fratelli d’Italia è compatto e pronto a stare al fianco di lavoratori,
anziani e famiglie in ogni battaglia necessaria per ristabilire dignità,
sicurezza e qualità dell’assistenza».
Io a quella RSA ci passo davanti quasi tutti i giorni, e qualche volta ci entro perché ho conoscenti e parenti che ci hanno avuto dentro i propri cari. Ora, leggere l’articolo dove Fratelli d’Italia parla di “disastro gestionale” mi fa un po’ sorridere, ma anche arrabbiare.
È vero, problemi ci sono stati e ci sono: qualche manutenzione da fare, qualche disagio nei mesi caldi, e i turni del personale che spesso sono pesanti. Ma non è la prima volta che succede, e non è nemmeno la dimostrazione di un “disastro”. È una struttura che funziona, che ospita decine di persone ogni giorno, e che ha personale che si impegna con cuore e professionalità, anche quando i mezzi non sono infiniti.
Da cittadino mi chiedo: a cosa serve gridare allo scandalo? A chi giova parlare di “catastrofe” senza proporre nulla di serio? Forse a far campagna elettorale sulla pelle degli anziani. A me non piace.
Chi amministra, col Comune e Capannori Servizi, ci mette la faccia e sta provando a tenere in piedi una realtà importante per il nostro paese. Gli interventi di manutenzione sono programmati, e le difficoltà del personale non si risolvono con gli slogan, ma con più risorse e con la collaborazione di tutti.
Per questo, da cittadino di sinistra, dico: sì, vigilanza e critiche costruttive sempre, ma basta con la politica dell’allarme. Le RSA non sono palcoscenico per fare propaganda. Sono luoghi di cura e dignità. E il rispetto per chi ci lavora e per chi ci vive dovrebbe venire prima dei titoloni di partito.
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