Tentativi di suicidio e suicidio: un dramma che non risparmia nessuno, neppure Lucca
Il suicidio è una ferita ...

Il fenomeno delle aggressioni contro infermieri, operatori e personale amministrativo continua a rappresentare un’emergenza nell’area dell’ASL Toscana Nord Ovest. Negli ultimi mesi l’azienda sanitaria ha riconosciuto in modo formale la gravità del problema, un passo apprezzato anche dalle organizzazioni sindacali. Tuttavia, secondo la UIL FPL il quadro complessivo dimostra che molto resta da fare.
Un fenomeno in crescita costante
Negli ultimi anni il numero delle segnalazioni di violenza, fisica e verbale, ha superato quota diverse centinaia. I reparti più esposti restano pronto soccorso, psichiatria, servizi territoriali e aree ad alta affluenza. Infermieri, OSS e personale di front-office sono le categorie più frequentemente coinvolte.
Il riconoscimento dell’ASL
L’azienda sanitaria ha aggiornato protocolli e procedure interne per prevenire e gestire gli episodi di violenza. Si parla di percorsi più strutturati, maggiore attenzione alla fase di segnalazione e un impegno pubblico a monitorare la sicurezza degli operatori. Un passo che i sindacati definiscono “positivo e necessario”, perché segna una presa di responsabilità che negli anni passati era stata troppo timida.
Secondo la UIL FPL, restano nodi irrisolti:
applicazione disomogenea dei protocolli sul territorio;
carenza di risorse nei presidi periferici;
ritardi nell’attivazione di strumenti concreti come sistemi di sorveglianza, presenza di personale
dedicato alla sicurezza e percorsi di supporto psicologico;
mancanza di un vero cambiamento culturale che porti cittadini e utenti a considerare il personale sanitario non come un bersaglio, ma come un alleato.
Le misure richieste dai lavoratori
I sindacati chiedono interventi chiari: rafforzamento dei presidi più esposti, formazione specifica su gestione delle situazioni critiche, tutela legale certa per chi subisce aggressioni e pubblicazione periodica dei dati sugli episodi e sulle risposte dell’azienda.
Conclusione
Il riconoscimento del problema è un punto di partenza. Ma in corsia la tensione resta alta e gli operatori continuano a lavorare in un contesto dove la violenza è diventata troppo frequente. Ora la sfida è trasformare gli impegni formali in azioni rapide e verificabili, perché la sicurezza dei professionisti sanitari è una condizione indispensabile per garantire un servizio pubblico efficace e umano.
Blocco Sanitario
Infermieri Autonomi
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