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  • 16/12/2025 18:19

PFAS nelle acque potabili a Lucca

Il nostro Forum Acqua Pubblica e Si-Cura ha effettuato, il 1 dicembre di questo anno, nuove analisi presso
un laboratorio certificato, con lo scopo di verificare la presenza nelle acque potabili distribuite in rete dai
pozzi di San Filippo, nel Comune di Lucca, di PFAS (acidi perfluoroalchilici denominati inquinanti “eterni”),
già rilevati nel 2024 da Arpat nella falda sottostante all’impianto di trattamento gestito da GEAL S.p.a. e
confermato da 2 campionamenti effettuati fra luglio ed ottobre 2024 dalla associazione ambientalista
Greenpeace.
Il 25/3/2024 Arpat rilevava quanto misurato dalla centralina MAT-P603 nelle acque di falda e cioè 94 ngr/lt
del solo acido perfluorobutanoico (PFBA), mentre Greenpeace rilevò 54,1 ngr/lt a luglio e 22,7 ngr/lt ad
ottobre nelle acque distribuite dalla fontana lato chiesa di San Filippo dopo un trattamento a carboni attivi.
I dati furono oggetto di una discussione pubblica arrivata in Consiglio Comunale di Lucca tramite la
Commissione competente: in quel frangente, il gestore fornì rassicurazioni generiche circa la produzione di
analisi, i cui risultati a tutt’oggi non sono mai stati resi pubblici.
Abbiamo deciso di ritornare a campionare quella fontan di San Filippo soprattutto perché sono intervenute
importanti novità sul piano legislativo, dato che a marzo di quest’anno il nostro Governo ha emesso un
decreto, convertito in legge il 18 luglio, che recepisce una norma europea in materia, da Bruxelles si è
fissata una soglia ammissibile di 100 ngr lt che entra in vigore dal prossimo mese di Gennaio 2026 , si tratta
di una somma totale fra i PFAS monitorati nel numero di 6 ma in Italia si è deciso di operare una scelta piu’
cautelativa fissando in 20gr lt eventualmente rilevati in somma di 4 sostanze fra le 6 monitorate.
Nei dati rilevati in laboratorio sui nostri campioni effettuati il primo Dicembre ed elaborati il giorno 11
Dicembre, è emerso come vi siano 25,1 ngr lt di PFAS totali ( fra i 6 normati) e di 30 ngr rilevabili fra i
presenti, abbiamo inoltre riscontrato una concentrazione di 117 ngr lt di TFA che in realtà sono PFAS a
catena corta, oggetto ancora di valutazione da parte della scienza e presenti a causa della degradazione
degli acidi a catena lunga, ma soprattutto grazie all’uso di prodotti impiegati in agricoltura.
Ci è parso necessario verificare la situazione perché una eventuale chiusura di quel pozzo per realizzare
interventi impiantistici idonei alla rimozione di queste sostanze si prospetta come altamente probabile visto
che si dovrà per forza rispettare la normativa.
Mentre siamo a rendere conto del nostro lavoro condividendolo vs tramite con la cittadinanza, esprimiamo
una forte preoccupazione per questa situazione e siamo a richiedere ancora una volta l’assunzione di
responsabilità Istituzionale come quella svolta egregiamente dalla Agenzia Arpat a suo tempo.
Chiediamo che vengano fornite informazioni di dettaglio a conferma o smentita di quanto riportiamo,
sapendo che quanto vergato da Arpat è una informazione Istituzionale ed altamente qualificata, puntuale,
difficilmente contestabile.
Sarà nostra cura nei prossimi giorni formalizzare quanto comunicato attraverso una specifica richiesta di
chiarimenti alle Istituzioni ed Agenzie responsabili in materia di salute pubblica ed ambientale.
Forum Acqua Pubblica e Si-Cura di Lucca

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