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  • 21/06/2023 20:12

GLI VIETANO L’ACCESSO AL LOCALE PERCHÉ PORTA LE STAMPELLE

GLI VIETANO L’ACCESSO AL LOCALE PERCHÉ PORTA LE STAMPELLE: ESPERIENZA DA DIMENTICARE PER PAOLO CAPASSO, GIOCATORE DELLA NAZIONALE CALCIO AMPUTATI

Un’esperienza senza precedenti quella che ha vissuto Paolo Capasso, giocatore della nazionale di calcio amputati e testimonial attivo dell’associazione Luccasenzabarriere ODV.

Nei giorni scorsi Paolo è andato con i suoi amici - come qualsiasi altro ragazzo della sua età - a Marina di Pietrasanta per trascorrere una serata al Bambubar, noto locale versiliese. Quando si è trovato in procinto di entrare è stato bloccato dall’addetto alla sicurezza che gli ha inizialmente negato l’accesso adducendo come motivazione il fatto che camminando con le stampelle sarebbe potuto cascare una volta dentro e quindi poi la responsabilità sarebbe ricaduta sul locale. 

Il nostro associato Paolo Capasso gli ha fatto giustamente notare che questa tipologia di incidenti può capitare a chiunque, amputati o meno. Dopo una lunga discussione, il responsabile del locale si sarebbe accordato col farlo entrare solo qualora avesse accettato di stare fermo al tavolo spendendo 200 euro. A quel punto Paolo e i suoi amici se ne sono andati, ma hanno comunque deciso di denunciare quanto accaduto, vista la gravità dell’episodio.

Domenico Passalacqua, presidente dell’associazione lucchese, prende le difese di Capasso e insieme si rivolgono al sindaco di Pietrasanta, Stefano Giovannetti.

“Un’esperienza orribile – spiega Paolo Capasso –. Essere bloccati all’ingresso di un luogo di divertimento e di svago per tutti non dovrebbe succedere nel 2023. Dopo un primo “stop” all’ingresso ad altri ragazzi per l’abbigliamento, atteggiamento plausibile vista la richiesta di dress code di tanti locali, sono andato a chiedere informazioni per entrare insieme a due amici e due amiche. Dopo essere stato squadrato dall’alto in basso la sicurezza ha espressamente detto “io così con le stampelle non posso farti entrare”. Una situazione assurda, in quanto con le stampelle sono entrato in tante altre discoteche e pub in Versila. In seguito, dopo un po’ di discussione con l’addetto, è intervenuto il presunto proprietario che ci ha comunicato che nel locale entrano solo coloro che hanno la prenotazione: cosa non vera, visto che le persone prima di me sono entrate senza che venisse richiesta. Inoltre, proprio il BambuBar ha due cartelli per le file esposti all’ingresso, uno con su scritto “ingresso libero” e l’altro riservato all’“ingresso tavoli”. Passano 5 minuti e il proprietario mi propone una soluzione: andare al tavolo, costo 200 euro per 10 persone, noi eravamo in 5. A quel punto ho evitato di creare ulteriori discussioni e abbiamo deciso di andare via”. “Tanta è la rabbia - aggiunge Domenico Passalacqua, presidente di Luccasenzabarriere - perché quella vissuta è una vera e propria discriminazione: prima Paolo non può entrare per problemi di sicurezza, poi però pagando avrebbe potuto farlo? Qualcosa non torna. Questa è una dimostrazione di come manchi la sensibilizzazione, a livello di persona e di gestione della struttura stessa. E credo che su questa situazione due parole sia giusto le spenda anche il sindaco di Pietrasanta, Alberto Giovannetti. Le barriere sono fisiche, ma troppo spesso continuano a persistere quelle mentali, che possono e devono essere rimosse con un percorso culturale, di informazione, di conoscenza, al quale le istituzioni stesse è opportuno partecipino attivamente”.

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