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Con la pioggia ci vuole la ...
La Galleria coperta è stata aperta al pubblico appena quattro mesi fa e già presenta incipienti segni di degrado. Era prevedibile, perché i milioni del finanziamento ministeriale erano per la sua costruzione, non per la sua manutenzione, che è interamente a carico del Comune e che non è affatto facile. Sono già completamente seccati tre degli alberelli piantati in sostituzione dei 42, sani e di alto fusto, abbattuti dalla precedente amministrazione comunale tra le proteste dei residenti. Inoltre gli sfalci negli stretti corridoi a lato della galleria hanno triturato e sparpagliato i rifiuti nascosti nell'erba alta e danneggiato il già esile sistema di irrigazione. Precedentemente, la presenza dei grandi alberi creava un ricircolo d'aria per cui il parco si offriva sempre come un luogo fresco, ove era piacevole sedersi all'ombra nelle sedute a forma di ferro di cavallo che sono state inopinatamente demolite. Ora è invece è ridotto ad un luogo di passaggio, senza anima, con dei sedili di cemento esposti ai rumori e alla calura del parcheggio, ove i rifiuti, come in tutti i luoghi di transito, vengono buttati con noncuranza e mai raccolti, fino a che non vengono frullati assieme all'erba alta. Quei residenti che prima volontariamente se ne prendevano cura quotidianamente, disamorati per come è stato ridotto il parco e disgustati per il trattamento ricevuto dal Comune, non si impegnano più. E allora c'è da domandarsi se veramente valeva la pena di spendere milioni di denaro pubblico per sfasciare il parco della Montagnola e cementificare 6000 mq di suolo in un'opera che non solo è di difficile e costosa manutenzione, ma soprattutto è inutile, visto che non riduce il traffico di S.Concordio, come inizialmente affermato, e visto che appena il 4 per mille degli utenti del complesso scolastico di piazzale Moro utilizza l'area di sosta in via Savonarola. Infine, più passa il tempo, più i dubbi sulla mancanza di conformità urbanistica di questa costruzione si rafforzano, con tutte le conseguenze del caso.
Una fallanza di impianto del dieci per cento è inevitabile, per cui, alla fine, su 42, 4 - 5 piante devono morire per forza. Il resto dipende dalla manutenzione. Infatti perché almeno una trentacinquina di piante campino e crescano sarà necessario che:
1. Venga apportata irrigazione di soccorso in caso di siccità (se non piove tra 10 giorni si dovrà procedere)
2. non si danneggino le piante quando si taglia l'erba. Su questo va fatta molta attenzione.
ingrati e ignoranti. il sublime progetto è opera dell'architetto Pietro Carlo Pellegrini, conosciuto tra gli amici come "il Filippo Brunelleschi del XXI secolo", insignito della Coppa del Nonno e di molte medaglie di cioccolato. capre! Vuoi il sublime non ve lo meritate. Dimenticavo, c'è anche la collaborazione, per la parte ingegneristica, dell'ingegner Matteo Pierami, noto tra gli amici come "il Gustave Eiffel del XXI secolo". E non dimentichiamo la maestria degli esecutori, grazie alla quale i pannelli della copertura, dopo pochissimi mesi dal completamento dell'opera, stanno già cominciando a staccarsi: per far questo ci vuole veramente del genio!
anonimo - 17/07/2023 22:40qui sotto c'è chi chiede come sia messo il tettoione. Sta messo anche peggio: degrado e abbandono. Erbacce secche, rifiuti à gogo, graffiti, impianto idrico danneggiato, alberi morti stecchiti. E non è solo questione di manutenzione (anche). Il problema è che se a monte c'è un progetto sbagliato, una vera e propria schifezza, il risultato inevitabilmente è questo. Unica magra consolazione è il poter dire: «l'avevamo detto»
Anonimo - 17/07/2023 22:25da luogo di ricreativo e di riposo quello che rimane del "parco della montagnola" a san concordio è diventato un semplice "luogo di passaggio", un corridoio senza indentità posto nel mezzo del plesso scolastico di piazzale aldo moro. due parti fondamentali di quello che era concepito con un "parco didattico" - il laghetto rain garden ed il boschetto planiziale - sono state orribilmente amputate per far spazio ad opere di urbanizzazione che hanno trasformato un luogo identitario - in rappresentanza degli ambienti tipici della pianura lucchese - in un qualsiasi parcheggio di un centro commerciale. triste fine hanno avuto alcuni degli alberelli piantati alla rinfusa soltanto per fare "numero" e già decimati dalla calura estiva. tutto questo era facilmente prevedibile e dimostra ancora di più una volta per tutte come alberi adulti e sani - quelli che c'erano prima nel parco - non possano essere sostituti da alberelli piantati in qua e la che poi non riescono a sopravvivere a lungo se non regolarmente curati. con questi lavori abbiamo rinunciato a decine di alberi 40ennali - primi fra tutti i grandi e maiestosi cedri del libano e le conifere del parco della scuola elementare collodi - un vero e proprio patrimonio verde per il quartiere che donavano ossigeno e frescura per i gli studenti ed i residenti, per avere un luogo ameno e della lamiera infuocata, deserto delle nostre giornate.
anonimo - 17/07/2023 11:30così come non c'è rimedio. L'unica soluzione possibile, ed è stato già detto, è la demolizione. Giustizia vorrebbe che qualcuno pagasse, qualcuno di coloro che hanno deciso, contro il parere dei cittadini, questo sperpero e questo scempio
anonimo - 17/07/2023 11:22Non andava costruita. Costituirà sempre un problema. Solo costi e degrado.
Anonimo - 17/07/2023 09:51Con la pioggia ci vuole la ...
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