Comunicato dell’Istituto Comprensivo di Montecarlo sul piano di dimensionamento scolastico
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30 ANNI DI IMPEGNO UMANITARIO DI EMERGENCY
GRAZIE PER ESSERCI STATI E AVER CONDIVISO L’IDEA FONDANTE:
“CHI HA BISOGNO, VA AIUTATO!”
LUCCA, 31/05/2024 – Oggi è l’ultimo giorno per visitare la mostra “LIFE SUPPORT. La nave di EMERGENCY” che noi, volontari e volontarie del Gruppo EMERGENCY di Lucca, abbiamo allestito presso la Sala Antica Armeria di Palazzo Ducale grazie all’ospitalità della Provincia di Lucca, che ringraziamo.
Con oggi si concludono anche i nostri Lucca EMERGENCY Days: l’insieme di eventi diffusi per la nostra città per festeggiare i 30 anni di attività dell’Associazione.
Sono stati giorni intensi e frenetici, ma anche tanto emozionanti. In molti avete partecipato, e siete stati presenti condividendo con noi i principi di EMERGENCY e l’idea su cui si fonda: chi ha bisogno, va aiutato! Quindi, GRAZIE di vero cuore!
Un grazie speciale va a tutti i partners che ci hanno permesso e ci hanno aiutato nella realizzazione di questo programma bello denso: La Pecora nera e la compagnia Policardia Teatro per lo spettacolo “Solo una favola”; il ristorante Il Granaio per aver organizzato una cena davvero speciale e aver devoluto l’80% dell’incasso a EMERGENCY;
la Provincia di Lucca per aver ospitato la mostra fotografica e la sua inaugurazione nella bellissima cornice della Sala Antica Armeria; il fotografo Andrea Aquilante per aver immortalato momenti importanti in degli scatti stupendi; i locali Dal Bardo, De Cervesia e Vinaiolo che per il secondo anno ci hanno dedicato due serate consecutive proponendo ai clienti bevute di cui 1€ è stato destinato al sostegno dei nostri progetti e la Caritas di Lucca per averci accolto insieme ai nostri Visori VR alla Festa dei Popoli a S.Concordio.
GRAZIE ancora a tutti perchè se in questi 30 anni EMERGENCY è riuscita ad intervenire in 20 Paesi portando aiuto, soccorso e cure a oltre 13 milioni di persone, è anche grazie a voi!
EMERGENCY
è stata fondata nel 1994 a Milano da
Gino Strada,
un chirurgo di guerra, Teresa
Sarti,
un’insegnante di storia in una scuola media, Graziella
Sacchetti,
una ginecologa, Franco
Casella,
un avvocato.
Persone molto diverse, con professioni, competenze,
storie molto diverse.
Le accomunava però qualcosa: l’idea di
fare qualcosa per chi soffriva le conseguenze della guerra e delle
mine antiuomo.
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