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  • 24/06/2024 10:14

PD Comunale : Lucca Historiae Fest, occasione persa.

“Lucca Historiae Fest, occasione persa. Raccontare la storia di Lucca attraverso l’esaltazione della guerra è un errore storico, che non rende giustizia alla peculiarità dello Stato di Lucca. Peccato per gli oltre 100mila euro spesi senza una logica”. A dirlo è la segreteria comunale del Partito Democratico di Lucca. “In un periodo storico attraversato da guerre, la storia di Lucca - e l’eredità di cui tutti oggi siamo fortunati testimoni - potrebbe rappresentare un esempio positivo di come diplomazia, capacità nel tenere relazioni internazionali, commercio, apertura al mondo, dialogo ed economia abbiano garantito pace, armonia e stabilità alla nostra città e ne abbiano mantenuta pressoché intatta l’anima più profonda. A guardare però il programma di Lucca Historiae Fest, la rassegna promossa dal Comune - e gestita dal consigliere comunale di Casapound - ???????????? ???????????????????? ???????????????????? ???????????????????????????? ???????????????? ???????? ???????????????????????????? ???????????????????????????????? per sostenere chi ci lavora e dare contributi ad associazioni di rievocazione, gran parte delle quali completamente scollegate con il territorio e con la nostra storia, viene il dubbio che tutto questo patrimonio storico e culturale sia dimenticato o minimizzato in favore di una narrazione bellicistica che non ci appartiene. Assedi, battaglie, soldati, truppe, guerre: questo è il filo conduttore di Lucca Historiae Fest, ma quanto c’è di Lucca in questo racconto? Poco o niente. E sarebbe bastato un comitato scientifico - di cui la manifestazione in questione è sprovvista - per rilevare gli errori e le forzature messe in campo”. “Ecco perché - continua la segreteria comunale del PD - abbiamo deciso di ripercorrere alcuni passaggi cruciali nella storia di Lucca, che purtroppo non troveranno spazio nella manifestazione che va in scena in questi giorni. La vicenda esemplare di Lucca è infatti quella di una città che ha sviluppato una spiccata capacità di adeguarsi al quadro politico europeo, cosa che le ha permesso di sopravvivere indipendente nei secoli: per farlo, piuttosto che armarsi e assediare città vicine, a partire dal ‘400 e per tutta l’Età moderna, Lucca ha costruito una minuziosa rete diplomatica internazionale che le ha garantito quiete all’interno dello Stato e prosperità anche nei rapporti con gli altri stati europei “Quiete e nascondimento”, per dirla con le parole del tempo, o come ricordava il nobile lucchese Antonio Mazzarosa: «come scordata al mondo, affinché il suo bene stare non fosse invidiato e perciò sturbato». Questa è l’essenza di Lucca che andrebbe evidenziata da un festival che si autodefinisce di storia, ma che nei fatti è un compendio semplicistico e di cupa fascinazione militarista che dalle vicende storiche ricava solo la spettacolarizzazione della guerra”. “Può sembrare un paradosso - continua la nota -, ma la politica adottata dallo Stato lucchese (cioè l’arte di farsi dimenticare assumendo continue posizioni di neutralità per evitare diretti coinvolgimenti nei vari conflitti bellici) è ciò che rende affascinante lo studio e l’analisi della nostra piccola grande città. È pur vero che ci sono stati straordinari capitani d’armi come Castruccio Castracani, che in un glorioso momento di espansione trecentesca portò i confini di Lucca fino alle porte di Firenze, o come il nobile Stefano Orsetti e il suo ruolo da protagonista nella vittoria sui turchi nella Battaglia di Petervadarino sul Danubio nel 1716. Ma le cronache lucchesi e il ricordo popolare riportano malvolentieri le vittorie militari e le imprese belliche, come testimonia l’assenza di monumenti celebrativi nelle nostre piazze. ???????? ???????????????????????? ???????? ???????????????????? ????? ????????????? ???????????????????? ???? ???????????????????????????????????? ???? ???????? ???????????????????? ???????????????????? ???????????????????????????????????????????????????????? ???????????????????? ????????????????????????????????? ???????? ???????????????????????????????????? ???????????????????????????????? ???????????????????????????????????????????? ???? ???????????????????????????????????? ????????????????????????????: lo stesso Castruccio faceva parte di una delle grandi organizzazioni bancario-mercantili che da Lucca estesero i loro affari in tutta l'Europa occidentale. La città, seppur chiusa nelle sue mura e in costante apprensione per la minaccia rappresentata da Firenze, era aperta agli scambi, tanto da diventare un crocevia di artisti e di arte: dal Medioevo con i maestri comacini fino a quelli dell’avanguardia rinascimentale fiorentina”. “Ma il capolavoro diplomatico avvenne a seguito della morte di Castruccio nel 1328, a cui seguirono 40 anni di scorribande di mercenari e occupazione straniera. Nel 1369, la capacità diplomatica lucchese e il versamento di ingenti somme di denaro permisero alla città di riconquistare la propria libertà, ottenendo un diploma di indipendenza da parte dell’Imperatore Carlo IV di Boemia: un'indipendenza, cioè, ottenuta con la diplomazia e non con le armi. Simbolo dell’oppressione straniera pisana divenne la fortezza dell’Augusta, che si trovava nella grande area compresa tra Cortile degli Svizzeri e piazza Napoleone. Tanto odiata era l’Augusta, che il primo atto popolare dei lucchesi, riacquistata la libertà, fu quello di raderla al suolo completamente". "Non a caso Lucca si conquistò la bizzarra (per l'epoca) definizione di “picolo e pacifico Stato di Lucca”. Pacifica fu anche la gestione della questione del protestantesimo, che per decenni aveva avuto diffusione indisturbata nei confini dello Stato lucchese (protestanti, per esempio, erano importanti famiglie della città). Con l’inizio del Concilio di Trento nel 1545, a causa di delicate relazioni diplomatiche con il papato, la città dovette affrontare la questione religiosa: Lucca rifiutò la presenza dell’Officio dell’Inquisizione, che avrebbe portato tortura e sanguinose condanne, e optò invece per una più moderata risoluzione che scongiurò guerre civili interne e destabilizzazione politica. Ma che l'anima della città sia un concentrato di pace e armonia lo dimostra la stessa trasformazione delle Mura, il simbolo di Lucca, voluta da Elisa Bonaparte agli inizi dell'800 : non più luogo di fortificazione o difesa, ma parco urbano di socializzazione, incontro, passeggiate e bellezza da oltre due secoli".
"Un esempio positivo che oggi, in un tempo segnato dalle guerre, avrebbe potuto mettere in luce il progetto politico, diplomatico e culturale che ha contraddistinto la storia di Lucca nella sua natura di Stato non guerrafondaio, collegandosi anche alla contemporaneità, anziché puntare tutto sulla spettacolarizzazione di caroselli militari, assedi alle città, giochi di spade e di cannoni portata avanti da Lucca HIstoriae Fest".. (tratto da https://www.facebook.com/pd.lucca)

I commenti

Il capolavoro politico lo fecero i pisani il 6 luglio 1342. Se i pisani, con la forza delle armi (altro che pacifismo) non avessero sloggiato le truppe fiorentine da Lucca, la storia della nostra Repubblica sarebbe finita. Senza l'intervento pisano oggi non ci sarebbero le Mura, non ci sarebbe il Palazzo Ducale e non ci sarebbero neanche le ville lucchesi e tante altre cose; Lucca sarebbe stata unita allo stato regionale molto prima e oggi sarebbe molto diversa da quello che è. Il pagare la Libertà a Carlo IV di Lussemburgo fu possibile solo perché Lucca era pisana, se fosse stata fiorentina non ci sarebbe stato nessun 1369/70 e nessuna demolizione dell'Augusta. Anzi se Lucca fosse stata fiorentina al posto dell'Augusta ci sarebbe una bella fortezza di Santa Barbara (o di qualche altro santo venerato nel granducato), come a Pistoia, a Pisa, a Livorno, ad Arezzo, ecc.

anonimo - 25/06/2024 01:45

Non so nulla di questo festival storico, ma la critica alla storia di ieri fatta in chiave pacifista di oggi fa veramente ridere. Intanto l'articolone del PD dimentica volutamente una serie di episodi storici. Quali? Per esempio il fatto che la Repubblica di Lucca spese una somma enorme per costruire un'opera militare come le Mura. le Mura sono uno strumento di guerra che nel XVII secolo era modernissimo e super armato. In pratica un monumento alla deterrenza e non al pacifismo. Altrettanto i piddini dimenticano volutamente le guerre del XV secolo che consentirono di salvare Lucca dall'assorbimento nello stato regionale tosco fiorentino. Ancora si stende un velo sulle guerre di Garfagnana, combattute tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. In sostanza Lucca utilizzò la soprattutto la diplomazia in quanto cosciente di non poter vincere una guerra contro la Toscana. Si trattò di una necessità, non di una scelta. Altrettanto non fu una scelta quella di tentare di "scomparire", ma una necessità. Ripeto che non ne so nulla del festival storico, ma è un fatto che, anche a Lucca, i gruppi in costume che rievocano la storia sono spesso gruppi in parte o in tutto militari. D'altro canto incombe il settecentesimo anniversario della battaglia di Altopascio, per cui mi sa tanto che la guerra sarà ancora oggetto di rievocazione.

anonimo - 25/06/2024 01:31

“Lucca Historiae Fest, occasione persa. Raccontare la storia di Lucca attraverso l’esaltazione della guerra è un errore storico, che non rende giustizia alla peculiarità dello Stato di Lucca. Peccato per gli oltre 100mila euro spesi senza una logica”. A dirlo è la segreteria comunale del Partito Democratico di Lucca.

“In un periodo storico attraversato da guerre, la storia di Lucca e l’eredità di cui tutti oggi siamo fortunati testimoni potrebbe rappresentare un esempio positivo di come diplomazia, capacità nel tenere relazioni internazionali, commercio, apertura al mondo, dialogo ed economia abbiano garantito pace, armonia e stabilità alla nostra città e ne abbiano mantenuta pressoché intatta l’anima più profonda – sottolinea il Pd di Lucca -. A guardare però il programma di Lucca Historiae Fest, la rassegna promossa dal Comune e gestita dal consigliere comunale di Casapound che drena oltre 100mila euro di risorse comunali per sostenere chi ci lavora e dare contributi ad associazioni di rievocazione, gran parte delle quali completamente scollegate con il territorio e con la nostra storia, viene il dubbio che tutto questo patrimonio storico e culturale sia dimenticato o minimizzato in favore di una narrazione bellicistica che non ci appartiene. Assedi, battaglie, soldati, truppe, guerre: questo è il filo conduttore di Lucca Historiae Fest, ma quanto c’è di Lucca in questo racconto? Poco o niente. E sarebbe bastato un comitato scientifico – di cui la manifestazione in questione è sprovvista – per rilevare gli errori e le forzature messe in campo”.

Riccardo - 24/06/2024 20:40

Il programma non rispecchiava la realtà, e le poche volte che lo faceva c'erano cose affascinantissime quasi in contemporanea su due baluardi diversi agli opposti lati delle Mura. Per non parlare del fatto che partiva la mattina presto e finiva la sera tardi, nessun genere di umano dal giovane rampante al padre di famiglia al bambino all'anziano, nessuno può stare fuori ininterrottamente dalle 8 la mattina alle 9 la sera se non in casi eccezionalissimi come Comics, concertoni ecc e sono cose che in genere puoi permetterti poche volte nel corso di un anno e vengono pianificate fin dall'anno prima. Inoltre pubblicizzato ZERO. Il senso generale è stato di una cosa molto buttata là in cui gli organizzatori per primi non hanno creduto granché.

Consigli per la prossima volta:

1) Credeteci di più. Pubblicizzatelo OVUNQUE almeno due mesi prima. Ne vale la pena: tolti gli innumerevoli ed enormi errori, in sé è una cosa SPETTACOLARE.

2) SCHIFO TOTALE il fatto che gli eventi andassero rincorsi in giro per le Mura. Ho fatto avanti e indietro quattro volte in un solo pomeriggio e molti eventi non si sono nemmeno svolti nelle tempistiche indicate. Le cose dovete organizzarle in modo che il momento principale di un Baluardo finisca in tempo per raggiungere il successivo e poi si passi ad uno dopo ancora e che la cosa non richieda un continuo andirivieni.

3) SCHIFO TOTALE il fatto che alcune cose fossero sulle Mura e altre sotto, un altro andirivieni tra sali e scendi. Tolta la Giostra dei Cavalieri (spettacolare e recitata da dio, ancora sorrido senza accorgermene se ci ripenso), uno non può dover fare su e giù tra passaggi e camminamenti. Uno può stare fisicamente male o aver al seguito una moglie incinta, un padre anziano, bambini, animali, o altro.

4) Il programma va fatto meglio e deve venir rispettato.

5) Inutile e stressante fare una tirata dall'alba al tramonto. Serve solo a costringere la gente a perdere qualcosa di affascinante. Tagliate qualcosa e organizzate meglio il resto e fatela entrare in due pomeriggi.

6) Guardate meglio il meteo quando la organizzate. Domenica ha piovuto tutto il giorno.

7) Non sono ricco e odio l'approccio capitalista alla vita (sto scrivendo dal mio computer perché il mio cellulare va su internet solo per finta, costa 80 euro) e in molti posti ho smesso di andare disgustato dalla faccia tosta con cui i prezzi aumentavano di continuo, ma se pensate che far pagare un biglietto piccolo, tipo 5 euro, possa aiutare a far meglio le cose, non vergognatevi di farlo pagare, la gente accetterebbe, è stata una cosa magica rovinata da una scarsissima e affazzonatissima (dis)organizzazione, se noi avventori possiamo fare la nostra parte per rendere tutto più scorrevole e ben fatto siamo pronti, ma per favore l'edizione 2025 pensiamola meglio.

I miei consigli:

1) Fate in modo di strizzare tutto in due pomeriggi. Più o meno è stata una cosa del tipo 9-13 e 15-21 più qualcosina venerdì sera, ma diciamo la cosa è stata spalmata su una ventina di ore circa, io credo che organizzando meglio le tempistiche e al massimo tagliando qualcosina si può ottenere una quindicina di ore spalmate del tipo 14-22 sabato e 14-21 domenica.

2) Fate in modo che le varie compagnie di rievocatori abbiano orari ben precisi per le loro esibizioni, e che una persona possa, se cammina a passo svelto tra i baluardi e non perde tempo, vedere letteralmente OGNI esibizione nella due giorni seguendo un itinerario circolare tra i baluardi.

3) Organizzate la cosa in modo tale che uno non debba fare su e giù dalle Mura, fate in modo che tutto si svolga solo sui vari Baluardi. Capisco che una cosa come la Giostra dei Cavalieri vada fatta in piano, un'eccezione non è un problema, ma molte cose hanno richiesto degli arzigogoli pazzeschi e fortuiti.

4) Scegliete bene i giorni in base al meteo e pubblicizzate la cosa senza vergogna e senza limiti. Non vergognatevi di far pagare un piccolo biglietto, vi autorizzo io che sono la voce del popolo sottopagato/disoccupato/disperato/taccagno/giustamente incazzato col fatto che emeriti imbecilli intorno a me affoghino nei soldi e io che sono onesto affogo solo nella merda nonostante un curriculum che sfonderebbe il c*lo a Superman.

Detto questo, GRAZIE. E' stato davvero magico.

anonimo - 24/06/2024 19:18

sarà veramente costata € 100.000? Fosse davvero così, il Pd dovrebbe correre dal magistrato. Per il resto, che dire? La rievocazione storica non c'era. C'erano delle associazioni, probabilmente in buoni rapporti con il vice-podestà specializzate in carnevalata in costume. La cosa più significativa erano le cannonate, sparate in abbondanza, ma che hanno dato fastidio al mio cane. Ripassando questa mattina vedo: manto erboso rovinato, balle di fieno abbandonate, pallet abbandonati, plastica, bottiglie e lattine frantumate dalle esplosioni (penso per spiritosaggine, non per necessità di rievocazione storica). Strano: mi ero fatto fatto l'idea che il vice-podestà fosse un tipo tutto ordine e disciplina… La disciplina non so, ma l'ordine. A giudicare dal pattume di ordine ce n'è davvero poco

anonimo - 24/06/2024 18:24

Cosaaaaaaa? 100mila euro??? Ma qui occorre una denuncia almeno politica e diretta al Sindaco Barsanti e a tutti i suoi amici!
Che spreco!

anonimo - 24/06/2024 15:54


“Lucca Historiae Fest, occasione persa. Raccontare la storia di Lucca attraverso l’esaltazione della guerra è un errore storico, che non rende giustizia alla peculiarità dello Stato di Lucca. Peccato per gli oltre 100 mila euro spesi senza una logica”.

A dirlo è la segreteria comunale del Partito Democratico di Lucca.

“In un periodo storico attraversato da guerre, la storia di Lucca - e l’eredità di cui tutti oggi siamo fortunati testimoni - potrebbe rappresentare un esempio positivo di come diplomazia, capacità nel tenere relazioni internazionali, commercio, apertura al mondo, dialogo ed economia abbiano garantito pace, armonia e stabilità alla nostra città e ne abbiano mantenuta pressoché intatta l’anima più profonda. A guardare però il programma di Lucca Historiae Fest, la rassegna promossa dal Comune - e gestita dal consigliere comunale di Casapound - che drena 100 Mia euro di risorse per sostenere chi ci lavora e dare contributi ad associazioni di rievocazione, gran parte delle quali completamente scollegate con il territorio e con la nostra storia, viene il dubbio che tutto questo patrimonio storico e culturale sia dimenticato o minimizzato in favore di una narrazione bellicistica che non ci appartiene. Assedi, battaglie, soldati, truppe, guerre: questo è il filo conduttore di Lucca Historiae Fest, ma quanto c’è di Lucca in questo racconto? Poco o niente. E sarebbe bastato un comitato scientifico - di cui la manifestazione in questione è sprovvista - per rilevare gli errori e le forzature messe in campo”.

“Ecco perché - continua la segreteria comunale del PD - abbiamo deciso di ripercorrere alcuni passaggi cruciali nella storia di Lucca, che purtroppo non troveranno spazio nella manifestazione che va in scena in questi giorni. La vicenda esemplare di Lucca è infatti quella di una città che ha sviluppato una spiccata capacità di adeguarsi al quadro politico europeo, cosa che le ha permesso di sopravvivere indipendente nei secoli: per farlo, piuttosto che armarsi e assediare città vicine, a partire dal ‘400 e per tutta l’Età moderna, Lucca ha costruito una minuziosa rete diplomatica internazionale che le ha garantito quiete all’interno dello Stato e prosperità anche nei rapporti con gli altri stati europei “Quiete e nascondimento”, per dirla con le parole del tempo, o come ricordava il nobile lucchese Antonio Mazzarosa: «come scordata al mondo, affinché il suo bene stare non fosse invidiato e perciò sturbato». Questa è l’essenza di Lucca che andrebbe evidenziata da un festival che si autodefinisce di storia, ma che nei fatti è un compendio semplicistico e di cupa fascinazione militarista che dalle vicende storiche ricava solo la spettacolarizzazione della guerra”.

“Può sembrare un paradosso - continua la nota -, ma la politica adottata dallo Stato lucchese (cioè l’arte di farsi dimenticare assumendo continue posizioni di neutralità per evitare diretti coinvolgimenti nei vari conflitti bellici) è ciò che rende affascinante lo studio e l’analisi della nostra piccola grande città. È pur vero che ci sono stati straordinari capitani d’armi come Castruccio Castracani, che in un glorioso momento di espansione trecentesca portò i confini di Lucca fino alle porte di Firenze, o come il nobile Stefano Orsetti e il suo ruolo da protagonista nella vittoria sui turchi nella Battaglia di Petervadarino sul Danubio nel 1716. Ma le cronache lucchesi e il ricordo popolare riportano malvolentieri le vittorie militari e le imprese belliche, come testimonia l’assenza di monumenti celebrativi nelle nostre piazze. La storia di Lucca è più pia e complessa e si fonda quasi
esclusivamente sulla capacità di intessere rapporti commerciali culturali ovunque : lo stesso Castruccio faceva parte di una delle grandi organizzazioni bancario-mercantili che da Lucca estesero i loro affari in tutta l'Europa occidentale. La città, seppur chiusa nelle sue mura e in costante apprensione per la minaccia rappresentata da Firenze, era aperta agli scambi, tanto da diventare un crocevia di artisti e di arte: dal Medioevo con i maestri comacini fino a quelli dell’avanguardia rinascimentale fiorentina”.

“Ma il capolavoro diplomatico avvenne a seguito della morte di Castruccio nel 1328, a cui seguirono 40 anni di scorribande di mercenari e occupazione straniera. Nel 1369, la capacità diplomatica lucchese e il versamento di ingenti somme di denaro permisero alla città di riconquistare la propria libertà, ottenendo un diploma di indipendenza da parte dell’Imperatore Carlo IV di Boemia: un'indipendenza, cioè, ottenuta con la diplomazia e non con le armi. Simbolo dell’oppressione straniera pisana divenne la fortezza dell’Augusta, che si trovava nella grande area compresa tra Cortile degli Svizzeri e piazza Napoleone. Tanto odiata era l’Augusta, che il primo atto popolare dei lucchesi, riacquistata la libertà, fu quello di raderla al suolo completamente".
"Non a caso Lucca si conquistò la bizzarra (per l'epoca) definizione di “picolo e pacifico Stato di Lucca”. Pacifica fu anche la gestione della questione del protestantesimo, che per decenni aveva avuto diffusione indisturbata nei confini dello Stato lucchese (protestanti, per esempio, erano importanti famiglie della città). Con l’inizio del Concilio di Trento nel 1545, a causa di delicate relazioni diplomatiche con il papato, la città dovette affrontare la questione religiosa: Lucca rifiutò la presenza dell’Officio dell’Inquisizione, che avrebbe portato tortura e sanguinose condanne, e optò invece per una più moderata risoluzione che scongiurò guerre civili interne e destabilizzazione politica. Ma che l'anima della città sia un concentrato di pace e armonia lo dimostra la stessa trasformazione delle Mura, il simbolo di Lucca, voluta da Elisa Bonaparte agli inizi dell'800 : non più luogo di fortificazione o difesa, ma parco urbano di socializzazione, incontro, passeggiate e bellezza da oltre due secoli".

"Un esempio positivo che oggi, in un tempo segnato dalle guerre, avrebbe potuto mettere in luce il progetto politico, diplomatico e culturale che ha contraddistinto la storia di Lucca nella sua natura di Stato non guerrafondaio, collegandosi anche alla contemporaneità, anziché puntare tutto sulla spettacolarizzazione di caroselli militari, assedi alle città, giochi di spade e di cannoni portata avanti da Lucca HIstoriae Fest".


(tratto da https://www.facebook.com/pd.lucca)



(Grazie.
Redazione)

Lino - 24/06/2024 13:18

ha ragione il Pd comunale di Lucca a protestare, perché queste non sono iniziative culturali degne. Io mi ricordo le bellissime iniziative culturali organizzate dalla precedente amministrazione. Ad esempio… Ecco, in questo momento non me ne viene in mente nessuna. Però, appena mi verrà in mente, lo scriverò subito…

anonimo - 24/06/2024 12:55

...condivido in pieno il comunicato del PD. Interessante visione ed anche attuale.

Boh - 24/06/2024 12:30

Polemica a mio dire faziosa che ha mancato completamente il bersaglio. Io non sono certo un elettore di destra ma la manifestazione è stata affascinantissima, le pecche erano altro, e ne parlerò sull'articolo adeguato.

anonimo - 24/06/2024 12:29

I punti interrogativi appaiono quando ci sono caratteri "strani"
Il testo originale e completo è sulla pagina https://www.facebook.com/pd.lucca

Redazione - 24/06/2024 11:19

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