Lucca ha bisogno di una metropolitana di superficie
LUCCA, LA METROPOLITANA DI ...

“Il partito
erede di Rosselli - così come lo definisce il segretario Carlo Calenda -
appoggia un’amministrazione il cui vicesindaco è di Casapound. Regna
sovrana la confusione sotto il cielo di Azione”.
A dirlo è Patrizio Andreuccetti, segretario territoriale del
Partito Democratico lucchese.
“Vale
la pena fare qualche passo indietro. Nel lontano giugno 2022, Azione,
partito di Carlo Calenda, ha corso da solo alle elezioni, presentando
come candidato sindaco Alberto Veronesi. Con una giravolta
inedita e
affascinante, al momento del ballottaggio, il candidato sindaco si è
schierato con la formazione di centro (si fa per dire) destra,
sostenenendo Mario Pardini, mentre Azione ha dato pieno appoggio al
candidato del centrosinistra, Francesco Raspini. Con tanto di post che
lo stesso Calenda si premurò di pubblicare a poche ore dal voto lucchese
che così recitava: “Azione è un partito erede di Rosselli, del
liberalismo di
Gobetti e io non posso pensare, neanche per un
secondo, di non battermi quando dall’altra parte ci sono i fascisti”.
Chiaro, no?”.
“Forse no. Perché oggi apprendiamo che Elvio
Cecchini, nel 2022 candidato sindaco con Lista Civile, poi anch’essa
imbarcata da Pardini, è stato nominato nuovo responsabile comunale di
Azione. Creando un terremoto politico anche tra gli stessi iscritti e
rappresentanti lucchesi di Azione, che si stanno allontanando
pubblicamente dalla scelta del segretario nazionale. Grande è la
confusione sotto il cielo, ma la situazione è tutt’altro che eccellente.
In
un’epoca dove l’astensionismo è una vera piaga politica, dove
l’estremismo di destra passa sempre di più inosservato, vigilare e
difendere la propria posizione di partito antifascista e coerente
dovrebbe essere il primo obiettivo. E invece no”.
“Nell’arco di
poche settimane, dunque, in Toscana abbiamo avuto da una parte una netta
presa di posizione calendiana che rifiuta la coalizione pro-Giani
perché non voleva affiancarsi al Movimento 5 Stelle, dall’altra
‘maritarsi’ con un’amministrazione dove i fascisti del terzo millennio -
così si definiscono - siedono non solo in maggioranza ma anche in
giunta. Va bene turarsi il naso e girarsi dall’altra parte per darsi la
possibilità di occupare una minima posizione di potere, ma forse così si
sta esagerando”.
A Lucca come nel resto d’Italia, c’è un fenomeno curioso: Carlo Calenda. Il suo partitino, Azione, prende pochi voti ma lui spunta in televisione più dei telegiornali stessi. Ogni sera è lì, con l’aria di chi sa tutto e corregge tutti, anche se rappresenta una fetta minuscola del Paese. Ora arriva pure qui, a sostenere la giunta del sindaco. Non perché condivida una visione, pare, ma perché conviene starci. È il solito schema: dove tira il vento, Calenda apre la vela. Un giorno riformista, il giorno dopo moralista, e se serve pure oppositore di sé stesso. Nel frattempo, sul territorio non si vede nulla. Nessun circolo, nessuna presenza, solo dichiarazioni e telecamere. Un partito da salotto che vive di talk show, non di piazze. Eppure, con due ospitate, riesce a sembrare un gigante. È la magia dell’apparenza: bastano un microfono e un tono deciso per sembrare il salvatore della patria. Ma quando si spengono le luci, resta solo il rumore delle parole. E la gente, quella vera, comincia a capire che dietro tanto parlare c’è poco da ascoltare. A Lucca diciamo che “chi mena troppo il can per l’aia, non ha nulla nel sacco”. E Calenda, finora, di concreto ha portato solo se stesso.
dante - 28/10/2025 10:57
Destra , sinistra, centro, su , giù, qua è la, siete tutti una massa di BUFFONI!!!!
Anonimo - 27/10/2025 21:17LUCCA, LA METROPOLITANA DI ...
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