• 4 commenti
  • 17/11/2025 17:02

Perché la Turandot del centenario dovrebbe parlare lucchese

Quando una città ha una storia importante, prima o poi arriva il momento di dimostrarlo. A Lucca questo momento sembra essere arrivato: il centenario della Turandot non è solo un anniversario, è un’occasione. Un’occasione per ricordare Puccini, per celebrare la tradizione lirica e, soprattutto, per decidere chi merita di guidare questa celebrazione dalla posizione più simbolica di tutte: il podio. La proposta che circola è semplice ma carica di significato: affidare la direzione della Turandot del centenario a Beatrice Venezi. Lucchese, giovane ma già affermata, discussa quanto basta per far capire che non è “una comparsa” nel mondo della musica, ma qualcuno che divide, che smuove, che costringe a prendere posizione. E infatti, inutile far finta di niente: intorno al suo nome non c’è solo stima. Ci sono polemiche, prese di posizione e persino scioperi, come quelli che hanno scosso il Teatro La Fenice dopo la sua nomina. Lì, parte dell’orchestra e dei lavoratori ha contestato la scelta, dando vita a proteste e dichiarazioni pubbliche. La questione non è stata solo artistica, ma culturale e persino politica: qualcuno la ritiene un simbolo di rinnovamento, altri vedono in lei un personaggio troppo divisivo per un ruolo così importante. Ma al di là delle opinioni, la domanda vera è: cosa vuole rappresentare Lucca nel centenario di una delle opere più importanti nate dal cuore della città ?. Sceglierla sarebbe un gesto chiaro. Vorrebbe dire dare valore a una musicista che porta il nome di Lucca nel mondo dimostrare che la tradizione vive non solo nei monumenti ma nelle persone far capire che la cultura non è museo, ma movimento assumersi la responsabilità di una scelta coraggiosa, non accomodante, E diciamocelo: Puccini non era uno che amava le mezze misure. Era un uomo che sfidava gusti, regole, aspettative. Ha rischiato, ha innovato, ha diviso. E oggi lo celebriamo per questo. Forse, allora, la risposta non sta nel chiedersi se Beatrice Venezi metterà tutti d’accordo — perché non lo farà — ma se può dare a quest’opera il peso, l’identità e l’energia che merita nel suo centenario. E se questa pagina della storia culturale lucchese deve avere un volto, un gesto, una bacchetta… potrebbe avere senso che parli con un accento lucchese. Perché alcune decisioni non sono solo organizzative: sono simboliche. E questa, per Lucca, potrebbe essere una di quelle che restano.

I commenti

Dove entra Turandot a Lucca?!?! Chi paga i costi??!?! Se si tratta di mettere Puccini anche nell'insalata, su quello a Lucca siamo bravi, ma se si tratta di produrre le sue opere ad alto livello, allora meglio lasciar perdere. Intanto Lucca non ha un grande teatro. Il Giglio (e non Giglio - Puccini) è un bellissimo teatro di 200 anni fa, ma è piccolo. Ai tempi della Lucca democristiana venne inutilmente sventrato creando una orrenda galleria, ma piccolo era e piccolo restò. Il palco avrebbe molte difficoltà ad ospitare un'opera come Turandot. Se i lucchesi amassero Puccini nei fatti e non con le pagliacciate propagandistiche, allora avrebbero fatto un nuovo teatro a lui intitolato e lasciato il Giglio in pace, con il suo storico nome e senza sventramenti. Poi Puccini non ha una fondazione lirica propria. Data l'importanza del personaggio potrebbe averla, ma non ce l'ha perché Lucca e Viareggio, su Puccini, non hanno mai trovato un accordo. Dunque non ci sono i soldi per fare Turandot ad alto livello. In tutto questo ci manca solo la Venezi e poi siamo a posto.

Anonimo - 18/11/2025 03:23

Ma no, guardi, ne facciamo volentieri a meno..... Poi deve dirigere in Argentina, prepararsi al rodeo veneziano con orchestrali riottosi. Di certo, per fortuna, non avrà tempo di dirigere a Lucca. Suvvia risparmiamoci questa cosa; l'altra volta fece l'Inno a Roma, bellissimo, talmente bello, che vale per i prossimi vent'anni.

Anonimo - 18/11/2025 01:40

Colombini metterebbe tutti in accordo..

Comunque se ci saranno molti partecipanti al di là delle polemiche far andare le persone a teatro o a opere simili è solo un bene poi gli specialisti diranno che non è alla loro altezza, che è meglio Mario son sodo..de gustibus

Frank - 17/11/2025 19:35

Beh se volete fare un'operazione simbolica e divisiva per il gusto del "purché se ne parli" possiamo pensare di affidare la direzione dell'evento a un sacco di gente! Potremmo fare una specie di referendum online coinvolgendo tutti i cittadini. Se decidiamo di mettere da parte una volta per tutte curriculum e capacità come criterio di scelta, ci sono decine e decine di personaggi tra cui scegliere! Io voto per Mario son Sodo, personaggio simbolo di Lucca, non divisivo (lo so, per voi è una pecca) ma molto, molto più simpatico della direttrice bionda! E anche un grande amante della buona musica!

anonimo - 17/11/2025 18:08

Gli altri post della sezione

Si Cassa a Fine anno ?

Abitudine sembra che a fin ...

Quadretto idilliaco

Quadretto idilliaco. Compl ...