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  • 19/11/2022 14:05

Nuovo impegno a São Luís per Luca Bianucci, missionario laico originario di Porcari


Chiacchierata con il sindaco e la giunta comunale sull'esperienza tra i meninos de rua


“Incontrare Luca Bianucci è una boccata d'ossigeno. Un porcarese che 26 anni fa ha deciso di portare il suo cuore, la sua testa e le sue capacità nel sud del mondo per aiutare gli ultimi. Per supportare e allontanare dai pericoli i meninos de rua, i bambini di strada, che sacrificano al crimine e alla malavita la loro infanzia. Un vita al servizio, quella di Luca. Un servizio di vita. Davanti a lui, che ha tradotto la sua vocazione religiosa nell'essere missionario, tutti ci sentiamo piccoli e grati. Rinoscenti a un uomo che, anziché dare consigli, ispira con il suo esempio”. Così Leonardo Fornaciari, sindaco di Porcari, che nel pomeriggio di giovedì (17 novembre) insieme a tutta la giunta comunale ha ricevuto in municipio il concittadino Luca Bianucci.


Il missionario laico, partito da Porcari nel 1996 all'età di 26 anni, è da allora a servizio dell'Arcidiocesi di Lucca in Brasile. Fino al 2003 Bianucci si è dedicato soprattutto ai minori orfani o abbandonati dalle famiglie che vivono di accattonaggio e microcriminalità a São Luís, nella parte nord-orientale del paese. Ed è in quella città che sta per tornare, per volontà dell'arcivescovo Paolo Giulietti, ma sa già che la troverà cambiata: “Vent'anni fa gli abitanti erano 850mila, oggi sono un milione e 100mila. La popolazione aumenta – ha spiegato – perché le persone, generazione dopo generazione, tendono ad abbandonare le campagne per avvicinarsi alla città e alle opportunità di istruzione prima e di lavoro poi che offre”.


Questo, per Bianucci, sarà il terzo trasloco da quando abita in Brasile. “Da Aracaju, città della costa atlantica dove vivo con la mia famiglia dal 2016 e dove ricoprivo anche il ruolo di economo della diocesi, a São Luís – ha raccontato il missionario – ci sono circa 1700 chilometri di distanza. Occorreranno dodici giorni perché l'impresa di trasloco completi il lavoro. Distanze che tuttavia non mi spaventano. Nel 2003, quando sono stato trasferito a Rio Branco, nella regione nord del paese, i chilometri percorsi sono stati molti di più, 4960, e poi, 13 anni dopo, ben 5980 e trentuno giorni di trasloco”.


Luca Bianucci in questi anni ha lavorato anche in un lebbrosario: non un ospedale, ma una casa di accoglienza dove vivono abitualmente persone che hanno bisogno di cura o di essere accompagnate nel periodo della malattia. E ancora, ha collaborato con una struttura simile a un orfanotrofio, che accoglie e inserisce in percorsi educativi i minori senza famiglia o in condizioni di grave difficoltà.


La situazione delle città brasiliane è molto difficile. L'urbanizzazione – ha spiegato Bianucci – non è stata regolata da alcuna pianificazione e ancora oggi solo il 55 per cento delle aree abitate ha servizi di base come l'acqua potabile e le fognature. Questo, ovviamente, genera grossi problemi di igiene e di salute pubblica: malaria, chikungunya, dengue, sono malattie all'ordine del giorno, che debilitano le persone. Anche per questo la pandemia di Covid-19 in Brasile ha fatto ad oggi oltre 760mila vittime”.


Luca Bianucci, in Brasile, ha fatto esperienza anche del fenomeno delle sette evangeliche pentecostali, tutte ispirate dalla figura del Cristo: “Il popolo brasiliano – ha raccontato il missionario alla giunta – vive la fede con molto fervore, anche appariscente: la bestemmia non esiste e immagini religiose campeggiano persino sui camion. Su questo sentimento hanno fatto leva chiese diverse, sette basate per lo più su una teologia della retribuzione. In sintesi, la salvezza passerebbe dalla capacità di donare quanto più del poco o tanto che si possiede alla setta evangelica di appartenenza, che acquisisce così potere e denaro. Ci sono circa 4300 denominazioni religiose registrate ufficialmente in Brasile e in grande maggioranza sono sette, ma ne esistono molte di più se si considerano anche quelle non ufficiali. Le parrocchie cattoliche, a vocazione sociale e umanitaria, sono spesso messe in difficoltà da questa sorta di concorrenza. L'arcivescovo di São Luís mi ha chiesto di occuparmi delle questioni amministrative della diocesi e delle parrocchie, compito che svolgerò con il massimo della trasparenza”.


Conclude Luca Bianucci: “Da adolescente, a Porcari, ho imparato l'importanza del rispetto per l'altro, della vicinanza a qualunque essere umano, a prescindere dalle condizioni fisiche o sociali. Ho imparato ad abbracciare, a tendere una mano, e ho portato questo bagaglio di valori con me in Brasile in questi anni. Penso soprattutto agli anni trascorsi nel lebbrosario dell'Acre. La seconda metà della mia vita, trascorsa lontano da qui, mi ha insegnato l'accoglienza totale e la gioia di vivere. L'amore per la vita in quanto vita, percepibile anche nei più umili e negli emarginati. Qui, invece, qualcosa non va: c'è una tendenza diffusa alla depressione, al non trovare piacere in nulla. Ed è un vero peccato che non ci sia, o si sia perduta, la consapevolezza del valore della vita”.

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