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  • 21/10/2023 17:15

IL CONSIGLIO COMUNALE CHE NEGA LA VIA A SANDRO PERTINI UN TEATRINO GROTTESCO


Il consiglio comunale di Lucca di lunedì scorso e i rumorosi strascichi hanno regalato l'ennesimo teatrino grottesco.
Il dato più evidente è sicuramente l'ennesima conferma di un sindaco in balìa dell'estrema destra che trova il modo di bloccare l'intitolazione di una strada al presidente più amato e più vicino al popolo della storia repubblicana.
Un'estrema destra a sua volta evidentemente ancora intimorita da una figura così emblematica del socialismo e dell'antifascismo, e sicuramente ingrata visto che non ha voluto contraccambiare il favore del centro sinistra che poco più di un anno e mezzo fa aveva prestato il fianco all'operazione revisionista votando all'unanimità la mozione che chiedeva di intitolare uno spazio pubblico a Norma Cossetto, in un generale tentativo a livello locale ed europeo, peraltro riuscito, di equiparare il giorno della memoria al giorno del ricordo.
Problemi di memoria (e di coerenza) che sembrano avere in tanti nell'attuale consiglio comunale: a partire dal sindaco, che dopo aver dimenticato iniziative ben più meritevoli di attenzione è accorrso scodinzolante alla cerimonia di consacrazione della città alla Madonna, in barba al principio di laicità dello stato che vige ormai dal lontano 1984 anche in Italia.
Per proseguire con la maggioranza, che dopo aver abbaiato con tanto di appello al Provveditore contro l'incontro di Gobetti con le scuole sulla questione del confine orientale, ha sfoggiato una serie di iniziative ben più faziose per il centenario dell'aeronautica militare, partendo con un'iniziativa dedicata allo squadrista promotore della marcia su Roma Italo Balbo, condito da ben due incontri con gli studenti, evidentemente ritenuti altamente formativi.
Per finire con l'opposizione, tanto abile a sollevare polveroni quanto a dimenticare quanto fatto in precedenza. A partire dalle lacrime di coccodrillo per l'avvento dei fascisti, le cui ripetute aggressioni degli anni precedenti non avevano destato la minima preoccupazione nella giunta Tambellini. Passando per l'ordinanza anti bivacchi, primo atto deprecabile della giunta Pardini, ma in larga parte ripreso dal regolamento sul decoro urbano varato quattro anni prima dall'assessore Raspini. Come non pensare poi alle vesti stracciate per la recente partecipazione alla consacrazione della città alla Madonna, dopo aver accuratamente taciuto su un precedente forse ancor più grave, ovvero l'iniziativa promossa dal vescovo con rappresentanti del family day contro il ddl Zan. Per arrivare infine alla sollevazione per la mancata intitolazione della via a Sandro Pertini, condivisibile, se non fosse che lo stesso consiglio comunale, con la maggioranza di centro sinistra, aveva già inciampato su un'altra via, quella da intitolare a Norma Cossetto.
Urla di sdegno con grancassa nazionale, ma ci si poteva aspettare che i fascisti si sarebbero mostrati per quello che sono e non avrebbero ricambiato la cortesia.
E così alcune domande sorgono spontanee: in dieci anni di governo non si poteva trovare prima il modo di intitolare una via a Sandro Pertini?
In mezzo a tutti questi polveroni perché il sindaco (ex presidente di Lucca Crea), la maggioranza arrivata a "liberare" la città e l'opposizione continuano il loro silenzio di tomba sulle paghe da fame dei lavoratori e delle lavoratrici del Lucca Comics ormai prossimo?
Come Potere al Popolo sosteniamo un dibattito sull'antifascismo che non si limiti a parlare di simboli, alimentato da scandali a volte di risonanza nazionale, assegnando a Lucca la fama di città fascista in cui spiccano poche "anime belle" che resistono.
Lucca deve tornare a parlare di lavoro, giustizia sociale e ambientale, unico vero antidoto all'ascesa fascista.

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