Sistema Ambiente ha pulito ? NO
Che il servizio costoso ed ...
Esiste un sito ganzo dove ci sono vecchie foto e personaggi Fillungo
https://www.anfiteatro.it/fillungo/
Peccato che quei giovani si siano formati male ed abbiano ridotto la citta' come la vedete adesso e rimpiangente. Anni 80 e 90.....mah, sarete voi adesso a gestire ristoranti e bar e botteghe lasciate in eredita' dai vostri genitori, o sono tutti nuovi arrivati ?
Anonimo - 21/08/2025 13:00
Via Fillungo non è solo la strada più lunga del centro di Lucca. È un fiume umano che da secoli scorre tra botteghe, torri e portoni. Non la si attraversa: la si interpreta. Chi la percorre diventa parte di uno spettacolo collettivo fatto di passi, sguardi e piccoli rituali quotidiani.
C’era un tempo in cui la sera non servivano né locali alla moda né schermi luminosi. Bastava fare la “vasca”: avanti e indietro, da un capo all’altro, fingendo di osservare le vetrine, ma in realtà tenendo d’occhio chi passava. Era un gioco sottile di occhi e sorrisi, fatto di attese, di saluti trattenuti, di parole lasciate cadere a metà.
Ogni teatro ha le sue maschere, e il Fillungo non faceva eccezione.
Il Cantastorie da Marciapiede – Con una chitarra stonata e tre accordi in croce, riempiva l’aria di ballate improvvisate. Più che le canzoni, restava impressa la sua ostinazione a suonare fino a notte, come se la musica fosse un modo per non arrendersi.
La Filosofa delle Mura – Camminava lenta, sigaretta tra le dita e pensieri che sembravano più grandi della città. Chi si fermava a parlarle riceveva aforismi e massime, spesso incomprensibili, ma che il giorno dopo suonavano come verità assolute.
Il Cronista Tascabile – Sempre con un quaderno sgualcito in tasca, annotava dettagli che per altri non contavano nulla: un litigio per un gelato caduto, un bacio rubato in fretta, un anziano che si toglieva il cappello davanti a una chiesa chiusa. Forse nessuno ha mai letto quelle pagine, ma tutti ne hanno fatto parte.
La Regina Silenziosa – Stava sempre lì, appoggiata a un portone antico. Non parlava quasi mai, ma bastava il suo sguardo a dare la sensazione che la strada ruotasse intorno a lei. C’era chi giurava che sapesse ogni segreto, solo osservando chi passava.
Il Fillungo cambia, certo: vecchie botteghe scomparse, nuove insegne luccicanti. Ma sopra le vetrine moderne ci sono ancora le finestre storte, i muri segnati, i balconi arrugginiti. Sono rughe di pietra, e come nei volti veri, più che nasconderle, danno profondità.
Di sera, quando il viavai si placa e i lampioni fanno brillare il selciato, sembra quasi che la via restituisca le voci accumulate durante il giorno. Ogni passo ha un’eco, e quell’eco è fatta delle risate, dei segreti, dei sospiri che l’hanno attraversata.
Il Fillungo è un palcoscenico senza sipario, dove tutti recitano senza saperlo. Non ci sono applausi né fine spettacolo, solo la certezza che domani, sulle stesse pietre, altri passi inventeranno nuove storie.
e poi davanti all'ex upim a sedere e chiaccherare a giornate avevo 18 anni
18 anni avevo - 21/08/2025 11:08Bei ricordi, anche io facevo le vasche. Avevo un ciao bianco, lo parcheggiavo in piazza della pupporona e poi via a fare le vasche. Immancabile anche la merenda con la focaccia del Giusti e la bevuta d'acqua alla fontana.
Anonimo - 21/08/2025 09:34Che il servizio costoso ed ...
Proseguono gli interventi ...
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