CasaPound dalla soglia al cuore: il reportage di Paolo Berizzi che apre la Torre dall’interno
Paolo Berizzi non si è fermato ai cortei, alle scritte sui muri o alle dichiarazioni dei leader dell’ultradestra. Ha scelto l’unica strada che nessuno aveva ancora percorso: entrare fisicamente nella Torre di CasaPound, il palazzo occupato dal 26 dicembre 2003 in via Napoleone III, a Roma, diventato in due decenni il santuario dell’estrema destra neofascista italiana. Da quell’incursione nasce «Il libro segreto di CasaPound», appena pubblicato da Fuoriscena.
Il contatto clandestino
Il viaggio parte in modo quasi banale ma determinante. Durante una manifestazione di CasaPound, una ragazza si avvicina al giornalista – da anni sotto scorta per le minacce ricevute da ambienti neofascisti – e gli infila in mano un biglietto. Sul biglietto, un numero di telefono. «Chiami questa persona se vuole davvero sapere tutto».
Berizzi lo fa. E dall’altro capo del filo trova un militante storico della Torre. Un insider. Non un dissidente, non un pentito: un uomo che crede ancora nell’Idea fascista, che porta le rune naziste tatuate e che ha vissuto tutto dall’inizio. Ma è deluso. Profondamente deluso. E ha deciso di raccontare ciò che nessuno aveva mai rivelato dall’interno.
L’assalto del 2003 e la nascita del “fortino”
Il militante riporta Berizzi alla notte di Santo Stefano del 2003. Cinque uomini entrano in un palazzo vuoto di proprietà dello Stato e lo occupano. È il “botto” fondativo di CasaPound. La conquista diventa simbolica: «Ce lo siamo ripresi», dice la fonte, riferendosi a un quartiere vissuto come “perduto” agli italiani per via della forte presenza migrante.
Quell’occupazione non verrà mai sgomberata. Nonostante le inchieste, i reati contestati ad alcuni membri e le pressioni politiche. La Torre rimane lì, intatta, da ventidue anni.
Dentro la Torre: regole, gerarchie, culto identitario
Una volta varcata la soglia Berizzi si trova davanti una struttura militarizzata.
Non è un centro sociale. Non è un condominio. È una piccola fortezza ideologica.
– L’ingresso è controllato dal “bivacco”, una sorta di corpo di guardia che decide chi entra e chi no.
– Sulle pareti campeggia il pantheon di CasaPound: 88 nomi scelti con evidente simbologia nazista (H=8, 88 = “Heil Hitler”). Non solo Mussolini e Hitler, ma anche Capitan Harlock, Corto Maltese, Omero, Einstein, Toti. Un mix volutamente provocatorio e idolatrico.
– Dal secondo piano iniziano le stanze per i militanti di passaggio, soprannominato “Ornitorinco”.
– A seguire, appartamenti a 100 euro al mese in una zona dove un affitto ne costa almeno quindici volte tanto. Ci vivono famiglie, giovani camerati, coppie con figli.
– Più si sale, più aumenta il grado gerarchico. Dal quinto piano in su abitano dirigenti e figure storiche del movimento.
– Al sesto piano c’è la sala riunioni del direttivo: vietata alle donne.
– Al settimo, la terrazza per feste, matrimoni, incontri “di livello”.
La Torre ha anche una sua Bibbia: il Miles, un codice di 15 regole. Una su tutte: «Non hai il diritto di essere stanco». Il concetto di disciplina è assoluto. Le punizioni fisiche, racconta la fonte, non sono un tabù: schiaffi e “lezioni” a chi viola le regole interne.
Riti, violenza e attrazione
Il militante descrive una comunità che si è sempre nutrita di estetica e riti.
Solstizi celebrati come cerimonie iniziatiche.
Eventi come “Direzione Rivoluzione”.
Spedizioni punitive considerate quasi un trofeo.
Manifestazioni di piazza con il giubbotto Pivert come divisa informale.
L’idea di base è semplice e inquietante: essere «fascisti attraenti».
Giovani, identitari, fisicamente visibili, orgogliosi della propria diversità nera.
Gli “Unici”: la rete dei finanziatori segreti
Uno dei capitoli più sensibili riguarda la lista degli “Unici”, la presunta rete di circa settanta finanziatori che avrebbero sostenuto CasaPound fino al 2021.
Imprenditori, professionisti, avvocati, docenti universitari, ufficiali, persino tassisti e una guida turistica.
Una rete che – se confermata – spiega come il movimento abbia mantenuto nel tempo una struttura stabile, eventi costosi, comunicazione, presenza territoriale.
Il prestigio pubblico di alcuni nomi rende la lista una bomba potenziale.
Declino, frustrazione e un futuro che scricchiola
La fonte interna parla spesso al passato. Racconta una comunità che negli anni si è pensata come contro-potere. Ma oggi sente il peso della stanchezza, dei fallimenti elettorali (1% alle Politiche 2018, 0,33% alle Europee 2019), dell’isolamento politico. La base è frustrata. I vertici appaiono distanti. E molti militanti si sentono traditi.
Lo spettro dello sgombero e il “piano B”
Per la prima volta, lo sgombero sembra possibile. Dopo l’operazione al Leoncavallo di Milano, il ministro dell’Interno ha dichiarato che anche la Torre avrà “identico trattamento”.
CasaPound non ci crede. O fa finta di non crederci.
La fonte, però, parla apertamente di un “piano B”, fatto di resistenza estrema. E usa la parola “bombole”, lasciando intendere un’ipotesi di ricatto esplosivo in caso di intervento delle autorità.
Che sia reale o esagerata, questa sola idea mostra il livello di tensione.
Un libro che rompe il silenzio
Il libro di Berizzi è quindi un viaggio fisico e mentale dentro un luogo che ha segnato un pezzo della politica italiana degli ultimi vent’anni.
Un luogo che mischia comunità, propaganda, violenza, culto estetico, disciplina militante, frustrazioni e rancori.
Un luogo che ora si trova davanti alla sua crisi più grande: l’erosione interna e il rischio concreto di perdere il proprio “fortino”.
Rex Oltre I Confini