La musica e la cura | Perché ci vuole orecchio
Il canto come motore di ...
viale Etruria, Firenze: attraversamento urbano dei popolosi quartieri di Sollicciano, Ponte a Greve, Soffiano. Strada ad alta incidentalità. Finalmente il Comune si decide a collocare i nuovi Velocar. Funzionamento semplice, spiegato con estrema chiarezza: alla velocità registrata nel verbale, tra l’altro, vanno sottratti cinque km all’ora (51+5=56). Fioccano multe, alleluia! Magari… Fioccano altresì le proteste degli automobilisti multati i quali, invece di ammettere serenamente «sono un idiota, correvo troppo» cominciano a fare le solite stucchevoli obiezioni sulla velocità sanzionata. E poi 50 all’ora è una velocità molto alta, per un tratto urbano. L’obiettivo sarebbe quello di estendere la cosiddetta “zona 30” alle aree urbane in tutta la loro estensione, a meno che non esistano altri sistemi di mitigazione: si sta facendo già in tutta Europa. «Ma come», dice il signor Sotuttoio «30 km all’ora, è come stare fermi!». Ma mica tanto. Madre natura che sa quanto siamo stupidi, ci ha fornito di un ottimo istinto per riconoscere le velocità potenzialmente pericolose. Piccolo particolare però: l’istinto funziona solo per la velocità verticale, dal momento che siamo animali come tutti gli altri e che, in natura e senza ausili tecnologici, possiamo accelerare solo cadendo, in verticale. Due semplici calcoli ci consentono di stabilire che, se cadiamo da un’altezza di 5 m, raggiungiamo la velocità di 36 km all’ora: una velocità molto pericolosa, potenzialmente mortale! Infatti, a nessuno verrebbe mai in mente di buttarsi da un’altezza di 5 m. Invece una velocità di 50 km all’ora, in orizzontale, non viene percepita come pericolosa. E qui mi sembra già di sentire il signor Sotuttoio: «ma in macchina ho airbag, cinture di sicurezza eccetera…». Bravo! Tu, e i pedoni, e i ciclisti? Nelle aree urbane la maggior parte dei morti, dei feriti e dei mutilati sono pedoni. D’altra parte, meglio pagare una multa che avere una vecchietta sulla coscienza, come la povera signora che è morta, sulle strisce pedonali, in viale Etruria, al semaforo all’altezza di Ponte a Greve. Insomma: togliete il piede dall’acceleratore e ringraziate per la multa, che magari vi aiuterà a ragionare un po’ meglio.
anonimo - 09/09/2023 18:03Il canto come motore di ...
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