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  • 09/04/2024 18:58

ODIO ANTI EBRAICO

Nessun popolo e nessuno Stato sulla faccia della terra come gli ebrei e Israele suscitano un odio così totale e incondizionato, qualunque cosa facciano o non facciano, dicano o non dicano, siano o non siano. L’Israele di oggi, anche nei suoi esponenti più spregiudicati e indifendibili, anche nelle sue derive arrogantemente e autolesionisticamente suprematiste, non è la causa, ma l’effetto di un antisemitismo assistito dalla scriminante del free speech antisionista e anti-genocidario. Hamas non ha avuto bisogno che gli apologeti dell’assassino di Rabin prendessero il potere a Gerusalemme, per odiare Israele e organizzarne metodicamente la distruzione. Sono questi ultimi che hanno bisogno di Hamas per dimostrare che a Israele, ormai, non resta che fare torto o patirlo e che l’ideale sionista laico e umanistico è un lusso che gli ebrei in pericolo non possono più permettersi. Non ci vuole troppa condiscendenza, semmai una onesta intelligenza del mondo e dell’umana fragilità per capire che i fanatici nazionalisti e religiosi che vogliono ebraicizzare la Palestina «from the river to the sea», facendo sinistramente il verso al grido di battaglia di Hamas, sono non certo legittimati, ma facilitati dallo scherno riservato alla paura degli ebrei del mondo, dentro e fuori Israele, di essere alle porte (anzi oltre le porte) di una nuova stagione di violenze e persecuzioni e di condiscendenze e relativizzazioni: cosa pretendono gli ebrei? Di fronte alle immagini dell’uomo che ha aggredito a Milano un bambino e un anziano ebrei ortodossi urlando loro «pezzi di merda», «israeliani assassini»,«figli di puttana» e venendo trattenuto, prima che passasse alle vie di fatto, da alcuni militari di guardia davanti alla scuola ebraica la consapevolezza più dolorosa è che questo episodio non rappresenta l’effrazione di un codice sociale condiviso o almeno accettato, fosse pure a malincuore, ma l’evidenza plastica del suo superamento nella coscienza collettiva e dell’avvenuta mitridatizzazione del senso comune allo scandalo della violenza antisemita. L’Italia si è domandata per giorni se Francesco Acerbi avesse dato del «negro» a Juan Jesus, e si è accalorata sul ponziopilatismo della giustizia sportiva. Nessuno nell’Italia della brava gente antirazzista è insorto contro le gesta dell’energumeno antisionista, così confermando la riconquistata normalità dell’odio antiebraico. Un odio non risorgente, ma risorto. Non solo connesso alla fomentazione teppistica, ma consustanziato alle sensibilità pacifiste. «Sporco negro» è diverso da «ebreo assassino». «Ebreo assassino», a suo modo, è anche un’invocazione di giustizia. Nelle università americane del feticismo linguistico woke, il giudizio sul programma genocida di Hamas dipende, come è noto, dal contesto. E non parliamo delle università italiane su cui i gruppi pro Pal esercitano la nota e occhiuta guardiania ideologica. Di Carmelo Palma ...... continua su https://www.linkiesta.it/2024/04/milano-violenza-antisemita-aggressione/

I commenti

Spesso, nel dibattito sulla questione legata ai palestinesi e ai Territori Occupati, media e personaggi politici israeliani (e non solo) hanno accusato di antisemitismo chiunque osasse criticare l'operato di Tel Aviv. È il caso, ad esempio, delle dichiarazioni di Benjamin Netanyahu contro la Corte penale internazionale, incolpata di voler negare a Israele il diritto di esistere. A febbraio, infatti, il tribunale per crimini internazionali aveva suscitato l'ira dell'ex primo ministro israeliano annunciando l'intenzione di procedere con un'indagine preliminare sui presunti crimini di guerra commessi nei territori palestinesi occupati. In realtà, però, chi si oppone alle politiche israeliane di occupazione dei territori palestinesi è antisionista, atteggiamento politico che può prescindere dall'antisemitismo. Cos'è il sionismo e come nasce? Nel corso della storia, l'antisemitismo è stato una delle costanti delle società europee. Sviluppatosi a partire dall'odio religioso dell'Europa medievale, basato sulle responsabilità degli ebrei nella morte di Gesù e quindi sull'accusa di deicidio, ha raggiunto l'apice con le esperienze del nazismo e della “soluzione finale per il problema ebraico”. Ovunque nel continente, le comunità ebraiche hanno subito forme di persecuzione, come restrizioni professionali, maggiori tassazioni, espulsioni da città e Paesi e linciaggi. Il sionismo è nato proprio in risposta alle persecuzioni subite dagli ebrei. Tuttavia, questo movimento è anche il frutto di un preciso periodo della storia europea, quello dei nazionalismi e del colonialismo. I primi gruppi identificabili come sionisti furono i Chibbat Zion («Amore per Sion»), associazioni create dopo i pogrom del 1881: le violenze subite nell'Impero zarista convinsero gli ebrei russi che l'unico luogo sicuro fosse la Palestina, identificata come luogo d'origine dei loro antenati e coincidente con l'antico Regno di Israele. La trasformazione del sionismo in un vero e proprio movimento politico si sviluppa, invece, all'austroungarico Theodor Herzl (1860-1904). A seguito dell'affare Dreyfus (durante il quale un ufficiale ebreo fu accusato ingiustamente di tradimento) in Francia, Herzl pubblicò nel 1896 Der Judenstaat, opera in cui argomentava come gli ebrei fossero distinti dagli altri popoli europei e che la loro assimilazione nelle società in cui vivere fosse impossibile a causa dell'antisemitismo: era quindi auspicabile la creazione di uno Stato ebraico nell'allora Palestina. Herzl era consapevole del fatto che nella “terra d'Israele” viveva da secoli arabi musulmani e cristiani, ma, seguendo la mentalità colonialista dell'epoca, che vedeva nell'”uomo bianco” un portatore di progresso, dipinse la creazione di uno Stato ebraico in Palestina come un beneficio per le popolazioni locali: gli ebrei europei, istruiti e laboriosi, avrebbero modernizzato la regione. Di fatto, secondo i sionisti, ma anche secondo la società occidentale in generale,le popolazioni dell'Asia e del Medio Oriente erano da considerarsi barbariche e arretrate. Il movimento nacque ufficialmente nel 1897, con il Congresso Sionista Mondiale tenutosi a Basilea. Tuttavia, non riscosse particolare successo, almeno inizialmente. Solo durante gli anni Trenta del Novecento, in concomitanza con le leggi razziali della Germania nazista e dell'Italia fascista, un grande numero di ebrei decisi di trasferirsi negli insediamenti (yishuv) creati dai Chibbat Zion e dai primi sionisti in Palestina, che nel 1948 Sarebbero diventati lo Stato di Israele, quarantaquattro anni dopo la morte di Herzl. Il sionismo dopo la nascita di Israele La fondazione di una Nazione ebraica sulla base delle premesse sioniste, messa in pratica con il benestare delle potenze occidentali, ei conflitti che hanno caratterizzato la storia del Paese fin dal principio, hanno portato alla formazione di un assetto istituzionale “etnocratico”: anche se residenti in Israele, molti arabi non godono della cittadinanza israeliana (che invece può essere facilmente richiesta dagli ebrei provenienti dall'estero) e subiscono ovvie ripercussioni sulla loro possibilità di partecipare alla vita politica del Paese. Come in gran parte degli Stati-nazione, l'appartenenza al gruppo etnico maggioritario è considerata parte integrante dell'identità nazionale e personale. Nel corso degli anni, l'etnocrazia è stata rinforzata attraverso politiche discriminatorie verso i cittadini non ebrei (non solo gli arabi, ma anche i membri di altre minoranze). Uno degli esempi più recenti è stata la legge sullo Stato-nazione, approvata dalla Knesset nel luglio 2018, che concede il diritto all'autodeterminazione all'interno del territorio israeliano unicamente agli ebrei. Inoltre, il testo legislativo descrive la creazione di insediamenti come un valore nazionale, da incoraggiare e implementare. L'accento posto sulla progressiva occupazione coloniale è parte del progetto di giudaizzazione dei territori controllati, ovvero di una progressiva omogeneizzazione etnica della popolazione. L'occupazione della Cisgiordania e delle alture del Golan (che permettono un capillare controllo dei confini con Siria e Giordania) è stata dettata da motivazioni strategiche e geopolitiche; a questo va però aggiunta la convinzione sionista che tutta la Palestina (oltre che parti di Libano, Siria e Giordania) deve far parte dello Stato ebraico, che negli auspici dovrebbe rispecchiare i vecchi confini del Regno di Israele. Carta dell'antico Regno di Israele, nell'undicesimo secolo aCMalus Catulus Malus Catulus – WikiCommons – License CC BY-SA 3.0 Infine, secondo questo progetto, la capitale del Paese dovrebbe essere una Gerusalemme unificata, implicando che la parte orientale della città, assegnata alla Palestina, deve essere “concessa” alla nazione ebraica. Ciò ha portato, nel corso dei decenni e dei conflitti con i Paesi arabi vicini,alla narrativa del “o noi o loro” ea un costante senso di persecuzione, in base ai quali molte scelte strategiche e politiche sono giustificate dalla necessità di difendere il diritto a esistere di Israele e del popolo ebraico nel suo complesso. Chi si oppone al sionismo e perché Il sionismo si basa dunque sull'idea che la patria ancestrale di tutti gli ebrei sia la Palestina e, di conseguenza, questi ultimi hanno il diritto di rivendicarne l'intero territorio, seguendo le logiche tipiche dei movimenti etnici -nazionalisti di ispirazione coloniale. Tuttavia, la premessa sulla quale si basa questa rivendicazione territoriale è storicamente inaccurata. La connessione tra la Palestina e l'ebraismo (e le religioni abramitiche in generale) è indiscutibile, ma quella tra il Regno d'Israele e gli ebrei sparsi in tutto il mondo non lo è. Infatti, molti popoli di religione ebraica non sono originari della Palestina. Questo perché nel Vicino Oriente tardo-antico, mentre le religioni politeiste iniziavano a declinare, si verificarono molte conversioni verso fedi monoteiste, come l'emergente cristianesimo o, appunto, l'ebraismo. In alcuni casi furono i regnanti stessi a incoraggiare questi processi: per esempio, nell'VIII secolo dC, i khazar, una confederazione di popoli semi-nomadi di etnia turca residente in Asia Centrale, si convertirono in massa all'ebraismo. L'antisionismo non si basa però sulla storia, ma sulle vicende attuali: si oppone, infatti, alla discriminazione di alcuni segmenti della popolazione israeliana su base etnico-religiosa e sull'appropriazione illegittima dei territori assegnati ai palestinesi. Uno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comin base ai quali molte scelte strategiche e politiche sono giustificate dalla necessità di difendere il diritto a esistere di Israele e del popolo ebraico nel suo complesso. Chi si oppone al sionismo e perché Il sionismo si basa dunque sull'idea che la patria ancestrale di tutti gli ebrei sia la Palestina e, di conseguenza, questi ultimi hanno il diritto di rivendicarne l'intero territorio, seguendo le logiche tipiche dei movimenti etnici -nazionalisti di ispirazione coloniale. Tuttavia, la premessa sulla quale si basa questa rivendicazione territoriale è storicamente inaccurata. La connessione tra la Palestina e l'ebraismo (e le religioni abramitiche in generale) è indiscutibile, ma quella tra il Regno d'Israele e gli ebrei sparsi in tutto il mondo non lo è. Infatti, molti popoli di religione ebraica non sono originari della Palestina. Questo perché nel Vicino Oriente tardo-antico, mentre le religioni politeiste iniziavano a declinare, si verificarono molte conversioni verso fedi monoteiste, come l'emergente cristianesimo o, appunto, l'ebraismo. In alcuni casi furono i regnanti stessi a incoraggiare questi processi: per esempio, nell'VIII secolo dC, i khazar, una confederazione di popoli semi-nomadi di etnia turca residente in Asia Centrale, si convertirono in massa all'ebraismo. L'antisionismo non si basa però sulla storia, ma sulle vicende attuali: si oppone, infatti, alla discriminazione di alcuni segmenti della popolazione israeliana su base etnico-religiosa e sull'appropriazione illegittima dei territori assegnati ai palestinesi. Uno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comin base ai quali molte scelte strategiche e politiche sono giustificate dalla necessità di difendere il diritto a esistere di Israele e del popolo ebraico nel suo complesso. Chi si oppone al sionismo e perché Il sionismo si basa dunque sull'idea che la patria ancestrale di tutti gli ebrei sia la Palestina e, di conseguenza, questi ultimi hanno il diritto di rivendicarne l'intero territorio, seguendo le logiche tipiche dei movimenti etnici -nazionalisti di ispirazione coloniale. Tuttavia, la premessa sulla quale si basa questa rivendicazione territoriale è storicamente inaccurata. La connessione tra la Palestina e l'ebraismo (e le religioni abramitiche in generale) è indiscutibile, ma quella tra il Regno d'Israele e gli ebrei sparsi in tutto il mondo non lo è. Infatti, molti popoli di religione ebraica non sono originari della Palestina. Questo perché nel Vicino Oriente tardo-antico, mentre le religioni politeiste iniziavano a declinare, si verificarono molte conversioni verso fedi monoteiste, come l'emergente cristianesimo o, appunto, l'ebraismo. In alcuni casi furono i regnanti stessi a incoraggiare questi processi: per esempio, nell'VIII secolo dC, i khazar, una confederazione di popoli semi-nomadi di etnia turca residente in Asia Centrale, si convertirono in massa all'ebraismo. L'antisionismo non si basa però sulla storia, ma sulle vicende attuali: si oppone, infatti, alla discriminazione di alcuni segmenti della popolazione israeliana su base etnico-religiosa e sull'appropriazione illegittima dei territori assegnati ai palestinesi. Uno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comcomcomdi conseguenza, questi ultimi hanno il diritto di rivendicarne l'intero territorio, seguendo le logiche tipiche dei movimenti etno-nazionalisti di ispirazione coloniale. Tuttavia, la premessa sulla quale si basa questa rivendicazione territoriale è storicamente inaccurata. La connessione tra la Palestina e l'ebraismo (e le religioni abramitiche in generale) è indiscutibile, ma quella tra il Regno d'Israele e gli ebrei sparsi in tutto il mondo non lo è. Infatti, molti popoli di religione ebraica non sono originari della Palestina. Questo perché nel Vicino Oriente tardo-antico, mentre le religioni politeiste iniziavano a declinare, si verificarono molte conversioni verso fedi monoteiste, come l'emergente cristianesimo o, appunto, l'ebraismo. In alcuni casi furono i regnanti stessi a incoraggiare questi processi: per esempio, nell'VIII secolo dC, i khazar, una confederazione di popoli semi-nomadi di etnia turca residente in Asia Centrale, si convertirono in massa all'ebraismo. L'antisionismo non si basa però sulla storia, ma sulle vicende attuali: si oppone, infatti, alla discriminazione di alcuni segmenti della popolazione israeliana su base etnico-religiosa e sull'appropriazione illegittima dei territori assegnati ai palestinesi. Uno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comdi conseguenza, questi ultimi hanno il diritto di rivendicarne l'intero territorio, seguendo le logiche tipiche dei movimenti etno-nazionalisti di ispirazione coloniale. Tuttavia, la premessa sulla quale si basa questa rivendicazione territoriale è storicamente inaccurata. La connessione tra la Palestina e l'ebraismo (e le religioni abramitiche in generale) è indiscutibile, ma quella tra il Regno d'Israele e gli ebrei sparsi in tutto il mondo non lo è. Infatti, molti popoli di religione ebraica non sono originari della Palestina. Questo perché nel Vicino Oriente tardo-antico, mentre le religioni politeiste iniziavano a declinare, si verificarono molte conversioni verso fedi monoteiste, come l'emergente cristianesimo o, appunto, l'ebraismo. In alcuni casi furono i regnanti stessi a incoraggiare questi processi: per esempio, nell'VIII secolo dC, i khazar, una confederazione di popoli semi-nomadi di etnia turca residente in Asia Centrale, si convertirono in massa all'ebraismo. L'antisionismo non si basa però sulla storia, ma sulle vicende attuali: si oppone, infatti, alla discriminazione di alcuni segmenti della popolazione israeliana su base etnico-religiosa e sull'appropriazione illegittima dei territori assegnati ai palestinesi. Uno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comma quella tra il Regno d'Israele e gli ebrei sparsi in tutto il mondo non lo è. Infatti, molti popoli di religione ebraica non sono originari della Palestina. Questo perché nel Vicino Oriente tardo-antico, mentre le religioni politeiste iniziavano a declinare, si verificarono molte conversioni verso fedi monoteiste, come l'emergente cristianesimo o, appunto, l'ebraismo. In alcuni casi furono i regnanti stessi a incoraggiare questi processi: per esempio, nell'VIII secolo dC, i khazar, una confederazione di popoli semi-nomadi di etnia turca residente in Asia Centrale, si convertirono in massa all'ebraismo. L'antisionismo non si basa però sulla storia, ma sulle vicende attuali: si oppone, infatti, alla discriminazione di alcuni segmenti della popolazione israeliana su base etnico-religiosa e sull'appropriazione illegittima dei territori assegnati ai palestinesi. Uno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comma quella tra il Regno d'Israele e gli ebrei sparsi in tutto il mondo non lo è. Infatti, molti popoli di religione ebraica non sono originari della Palestina. Questo perché nel Vicino Oriente tardo-antico, mentre le religioni politeiste iniziavano a declinare, si verificarono molte conversioni verso fedi monoteiste, come l'emergente cristianesimo o, appunto, l'ebraismo. In alcuni casi furono i regnanti stessi a incoraggiare questi processi: per esempio, nell'VIII secolo dC, i khazar, una confederazione di popoli semi-nomadi di etnia turca residente in Asia Centrale, si convertirono in massa all'ebraismo. L'antisionismo non si basa però sulla storia, ma sulle vicende attuali: si oppone, infatti, alla discriminazione di alcuni segmenti della popolazione israeliana su base etnico-religiosa e sull'appropriazione illegittima dei territori assegnati ai palestinesi. Uno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comUno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.comUno dei gruppi antisionisti più noti e diffusi a livello internazionale è BDS, che basa la propria azione su tre obiettivi: fine dell'occupazione su Cisgiordania e Gaza, parità di diritti tra cittadini ebrei e arabi in Israele e diritto al ritorno per i profughi palestinesi . Nessuno di questi punti ha connotazioni razziste. Inoltre, molte associazioni antisioniste sono di matrice ebraica, come l'International Jewish Anti-Sionist Network, il Jewish Voice for Peace e il Neturei Karta (quest'ultimo è un gruppo ultra-ortodosso). Pertanto, non si tratta di antisemitismo, ovvero di un odio su base razziale, ma dell'opposizione a un progetto politico che ancora oggi vìola i diritti umani e le convenzioni internazionali. Fonti e approfondimenti Peter Beinart, “Sfatare il mito secondo cui l’antisionismo è antisemita”, The Guardian, 03/07/2019. Emiliani, Marcella. 2012. “Medio Oriente. Una storia dal 1918 al 1991?. Laterza. Morris, Benny. 2003. “Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001?. BURStoria. Asa Winstanley, “B'Tselem non è andato abbastanza lontano; Israele è sempre stato uno stato di apartheid“, Middle East Monitor, 22/01/2021. Asa Winstanley, “È necessario essere antisionisti per respingere l’antisemitismo”, Middle East Monitor, 01/04/2021. Lo spiegone.com

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