“La cannabis degli anni 2000 non è la stessa del 2025”
“La cannabis degli anni 2000 non è la stessa del 2025”.
È un dato di fatto: in vent’anni la concentrazione di Thc, il principio attivo che agisce sul cervello, è quintuplicata. Dallo “spinello” di inizio millennio con il 4% di Thc, siamo arrivati oggi a varietà che toccano il 20%.
Tradotto: una canna di oggi può avere effetti devastanti rispetto a una di vent’anni fa.
Dal relax al rischio psicosi
Non è questione di moralismi, ma di evidenze scientifiche. Studi recenti hanno dimostrato un legame sempre più forte tra consumo abituale di cannabis ad alta potenza e disturbi mentali gravi.
Rischio maggiore nei giovani e negli uomini
Maggiori probabilità se ci sono già ansia o depressione
E se il Thc supera il 10%, il pericolo cresce a dismisura
Un’enorme ricerca in Canada su quasi 10 milioni di persone ha rivelato dati inquietanti: chi finisce al pronto soccorso per uso di cannabis ha 14 volte più probabilità di sviluppare schizofrenia. E chi ha già vissuto un episodio di psicosi da cannabis rischia 240 volte di più di ricaderci.
Uscirne si può
La buona notizia è che non è una condanna: smettere è possibile. Ma serve coraggio. Interrompere il consumo, seguire terapie mirate, affidarsi a medici e psicologi fa davvero la differenza. Colloqui motivazionali e programmi cognitivi aiutano a spezzare il circolo vizioso della dipendenza.
Conoscere per proteggersi
Il mito della “droga leggera” va archiviato. Oggi la cannabis è un’altra cosa: più forte, più ingannevole, più pericolosa. La libertà sta nel sapere e scegliere, non nel farsi trascinare.
Perché la salute mentale è troppo preziosa per rischiarla in nome di un piacere momentaneo.
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