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  • 14/10/2025 09:51

Toscana, la disfatta della Lega:

Toscana, la disfatta della Lega: Vannacci trascina il partito ai minimi storici e la sinistra festeggia il doppio Doveva essere la prova del riscatto, si è trasformata in un crollo senza precedenti. In Toscana la Lega è sprofondata al 4%, riducendosi a una presenza simbolica nel nuovo Consiglio regionale. Solo cinque anni fa, con Susanna Ceccardi, il Carroccio era arrivato al 21% e faceva tremare il fortino rosso. Oggi ne resta la polvere. Il generale Roberto Vannacci, chiamato da Matteo Salvini per “riaccendere il fuoco” del partito, ha finito per spegnerlo del tutto. La sua candidatura, pensata per dare un segnale di forza e identità, ha invece esasperato i toni di una campagna già fragile. Molti elettori moderati si sono allontanati, altri hanno scelto Fratelli d’Italia o Forza Italia. Alcuni, semplicemente, non hanno votato. Dietro le quinte della Lega toscana serpeggiano rabbia e smarrimento. Dirigenti locali parlano di “campagna calata dall’alto” e di “un generale mandato a combattere una guerra che non conosceva”. Vannacci, estraneo al tessuto territoriale, non ha saputo interpretare la complessità di una regione dove il consenso si costruisce con pazienza, nei comuni e nelle piazze, non nei talk show. Il risultato è stato devastante: un solo consigliere eletto e un partito dimezzato anche nell’immagine. La sensazione diffusa è che la Lega abbia perso non solo voti, ma anche identità. “In Toscana non ci riconoscono più – ammette un militante storico – e nemmeno noi sappiamo più cosa siamo diventati.” Intanto il centrosinistra, con Eugenio Giani riconfermato alla guida della Regione, brinda a una vittoria più larga del previsto. E lo fa con una punta di gusto in più: vedere il principale avversario politico implodere da solo. La sinistra toscana non vince solo per merito proprio, ma anche per l’incapacità dell’avversario di restare in piedi. E in questo, l’effetto Vannacci è stato un regalo inatteso: ha compattato gli elettori progressisti e disorientato gli altri. In fondo, in politica come in guerra, non basta sventolare la bandiera: bisogna conoscere il terreno. E il generale, questa volta, ha marciato dritto verso la sconfitta. Redazione Autogestita Giornalisti In Erba Toscana

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