Antiabortisti patrocinati
Comune di Fabbriche di Vergemoli, guidato dal Sindaco di Fratelli d'Italia Giannini, ha concesso il patrocinio e l'uso di locali pubblici ad un'iniziativa (la presentazione di un libro), dell'associazione antiabortista di estrema destra Pro Vita, gruppo dedito ad impedire alle donne di scegliere liberamente sul proprio corpo.
Nel 2021, Pro Vita fece affiggere a Lucca dei manifesti contro il diritto all'aborto e contro le donne. Il testo, che assimilava un embrione ad un bambino, era il seguente: "Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta. Stop aborto".
Il Presidente dell'associazione spiegò: "Vogliamo far riflettere e far capire alle persone che abortire è sempre la soppressione di una persona umana. Troppe vite vengono eliminate, anche a causa di uno stupro. Ma anche in una situazione così atroce si può concepire una seconda orribile violenza come l’eliminazione di un essere innocente?".
Inoltre nel dicembre 2024, il quotidiano "Domani" ha pubblicato una dettagliata inchiesta a puntate sul gruppo in questione, dalla quale emergeva che "Toni Brandi, presidente di Pro Vita, ha comprato quattro immobili dal capo del movimento neofascista Forza Nuova, Roberto Fiore (condannato per banda armata), per poi donarli all'associazione. Costo dell’operazione 160mila euro, pagati in parte da misteriosi depositi esteri". Simone Alliva, autore dell'inchiesta sottolineava: "Interessa sapere quale è il grado di trasparenza di Pro-Vita perché il coinvolgimento con il governo in carica è totale".
Nel libro in questione, è presente anche un contributo di Massimo Gandolfini,
portavoce del Comitato “Difendiamo i nostri figli” e organizzatore del Family Day, raduno anti lgbtqia+.
Nel 2019 Gandolfini è stato condannato - con sentenza definitiva - a quattro anni di reclusione (pena commutata in una sanzione pecuniaria di 30mila euro), per aver diffamato Arcigay.